CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL GIORNO: “QUANTE…
Francesco Spini per "la Stampa"
LUIGI GUBITOSI FRANCESCO STARACE
In quel libro dei sogni che sono le lettere di intenti, dovremmo essere a un passo dalla rete unica. Secondo la tabella di marcia stilata a fine agosto da Tim e Cdp, a marzo, questione di giorni, avrebbe dovuto esserci l' accordo per fondere FiberCop, ossia la rete secondaria in rame dell' ex monopolista, e la Open Fiber di Enel e Cdp.
fabrizio palermo foto di bacco (3)
E invece entro fine febbraio il massimo che potremo vedere sarà la due diligence tecnica messa a punto dagli advisor Italtel e Altman Solon per stabilire le caratteristiche delle due reti.
Una radiografia da cui dipenderanno le successive valutazioni finanziarie. Ecco per il momento, da settembre, è l' unico passo avanti. L' altro, se vogliamo, è il via libera del cda di Enel, giunto il 17 dicembre, di vendere tra il 40 e il 50% di Open Fiber a un fondo australiano, Macquarie. Ma c' è tempo fino al trenta giugno. Non che la Cdp mostri particolare entusiasmo.
Davanti a sé ha a sua volta una scadenza: entro il 25 di questo mese dovrà decidere se esercitare o meno il diritto di prelazione sull' intera quota in mano al gruppo guidato da Francesco Starace. Ma finora non avrebbe trovato l' accordo per l' acquisto da Enel della quota (si è sempre parlato di un 5-10%) che le permetterebbe di avere la maggioranza di Open Fiber e guidare così le danze della fusione.
ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE
Del resto in Cdp si vive come tra coloro che son sospesi: ad aprile scadono gli attuali vertici, tra cui l' ad Fabrizio Palermo. La forza dei Cinque Stelle, pur presenti anche nel nuovo governo appare incrinata, in via Goito potrebbe così arrivare, ad esempio, Dario Scannapieco, oggi alla Bei, ma "guardiano" delle partecipazioni quando al Mef era direttore generale Mario Draghi.
Ora si aggiunge l' incognita del nuovo governo, il cui mandato è non lasciarsi sfuggire l' occasione del Recovery Fund anche sul fronte digitale. Al Mef, dove sedeva Roberto Gualtieri (Pd molto attivo nel dossier rete unica) ora c' è Daniele Franco, braccio destro di Draghi.
Sul dossier saranno anche il leghista Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, e Vittorio Colao, titolare dell' Innovazione tecnologica che nel suo celebre, recente rapporto aveva immaginato uno sviluppo della banda ultra larga nelle aree grigie in una «logica di gara» senza menzionare rete unica alcuna.
Ma il vero grande ostacolo per FiberCop-Open Fiber resta l' Europa e si chiama Margrethe Vestager, commissaria alla Concorrenza. Sarà lei a giudicare se il progetto per cui Tim avrà la maggioranza della società unica di rete (e un co-controllo di governance con la Cdp) sia compatibile con le norme Ue.
Una frase degli uffici di Bruxelles di qualche giorno fa secondo cui la normativa «di per sé non preclude un' integrazione verticale» è stata ridimensionata. Non era un' apertura ma una generica enunciazione: Bruxelles attende al varco la rete unica. Sempre che non sia già morta e sepolta come molti pensano.
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