DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Maurizio Belpietro per la Verità
Le aziende messe in crisi dall' epidemia di coronavirus non hanno ancora visto un euro dei 400 miliardi promessi da Giuseppe Conte. E nonostante le rassicurazioni del presidente del Consiglio, migliaia di lavoratori a tutt' oggi rischiano di perdere il posto. In compenso, il governo ha già creato 450 consulenti, un esercito di professionisti o presunti tali chiamati ad affiancare premier e ministri nel momento dell' emergenza. Sì, qualcosa di positivo il Covid-19 lo ha fatto: ha dato una ribalta - e forse un compenso - a una legione di professori o presunti tali, i quali sono stati chiamati a svolgere un ruolo di supervisori e super consiglieri, senza ovviamente dover rendere conto
a nessuno, perché le diverse task force ministeriali non hanno un ruolo preciso, non sono inquadrate nella pubblica amministrazione e come referente hanno solo chi ha deciso di volerli al proprio fianco.
A fare l' elenco del plotone di consulenti schierato da Palazzo Chigi contro il virus è stato Il Sole 24 Ore, che con pazienza si è preso la briga di censire tutti gli esperti di cui si sono circondati i ministri del Conte bis.
i post di valentina fico su giuseppe conte
Già il titolo del quotidiano confindustriale la dice lunga sulla necessità di arruolare una truppa così numerosa, infatti il giornale salmonato parla di caos fra le diverse task force, le quali sono così numerose da farsi ombra l' una con l' altra e da infastidirsi a vicenda. Anche perché ogni esponente del gabinetto di guerra allestito dal governo ha voluto al fianco una propria squadra. Tra i primi a circondarsi di consulenti, dopo aver capito di non aver capito niente di ciò che stava succedendo, è stato Roberto Speranza, il parlamentare di Leu che dovrebbe difendere la nostra salute.
Dopo aver dato assicurazioni a destra e a manca sulle misure messe in atto, Speranza (nomen omen) ha preferito tutelarsi con una sua personale guardia pretoriana di consulenti. In totale se ne contano otto, tutti provenienti dagli alti gradi degli enti sanitari. Ma se il ministro della Salute ha voluto la task force, poteva la Protezione civile non avere la sua? Ovvio che no e così anche Angelo Borrelli, il ragioniere a cui è stata affidata la cura degli italiani, ha insediato il suo comitato di esperti.
Non volendo essere da meno, il revisore dei conti che non è riuscito a rivedere gli ordini di mascherine protettive per i medici, ha insediato 15 consulenti, chiamandoli a far parte del comitato tecnico scientifico. Se il capo della Protezione civile ha la sua squadra, posso non averla io, deve aver pensato Francesco Boccia, il ministro che deve tenere i rapporti con le Regioni. E quindi ecco insediata la cabina di regia tra governo ed enti locali, con 40 componenti. Lucia Azzolina, ministro dell' Istruzione, ha però deciso di sbaragliare sia Speranza che Boccia, nominando una task force di 100 esperti, con dentro dirigenti del ministero, esponenti della protezione civile, pediatri, responsabili territoriali e, perché no, anche studenti.
Ma, per non farsi mancare niente, al Miur, cioè al ministero dell' Istruzione, dell' università e della ricerca, hanno deciso di fare una seconda task force: la prima per l' emergenza, la seconda per il dopo emergenza, con altri 15 esperti.
Vi sembra troppo? Beh, non avete ancora letto ciò che sono riusciti a fare negli altri ministeri. All' economia Roberto Gualtieri e i suoi hanno insediato la task force per la liquidità del sistema bancario (35 consiglieri), all' Ambiente Sergio Costa si è fatto il suo bravo gruppo di lavoro per l' accesso delle imprese green al credito (9 consulenti), alla Giustizia Alfonso Bonafede ha voluto la task force delle carceri (40 esperti), mentre Paola Pisano, ministro dell' Innovazione, ha creato un super gruppo di lavoro composto da 76 tecnici per vigilare sui dati.
Le commissioni più interessanti però sono quelle della ministra della Famiglia, Elena Bonetti, e quella predisposta dal sottosegretario all' editoria, Andrea Martella: la prima ha insediato una task force denominata «Donne per un nuovo Rinascimento» (13 membri), il secondo ha voluto al suo fianco una pattuglia contro le fake news (abili e arruolati in 11). È finita?
No, ci sono ancora i magnifici 40 ingaggiati dal commissario Domenico Arcuri, i 20 di Bonafede per la Giustizia e gli otto chiamati a far parte della cabina di regia tra governo ed enti locali per la fase due, una super task force pretesa da Speranza e Boccia, perché delle commissioni che avevano già insediato non ne avevano abbastanza.
giuseppe conte furioso in conferenza stampa
Per finire, c' è poi la commissione della riapertura, già soprannominata Colao Meravigliao, dal nome del suo esponente più illustre, l' ex amministratore delegato di Vodafone: 20 esperti che dovranno decidere se si è usciti dall' emergenza e si può tornare a una vita normale. Certo, parlare di vita normale non è facile. Soprattutto se si considera che l' Italia, pur avendo il più alto numero di parlamentari e di burocrati, è costretta a farsi aiutare e rappresentare da 450 signori che nessuno conosce, ma che soprattutto nessuno ha mai eletto. Pensandoci, ci vorrebbe una task force che insegni la democrazia al professore Giuseppe Conte, primo ministro senza voti ma con tanti consulenti.
VITTORIO COLAOVITTORIO COLAOVITTORIO COLAOVITTORIO COLAO
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