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Giacomo Amadori Fabio Amendolara per la Verità
La Regione Lazio non ha replicato a quanto affermato dalla multinazionale 3M a proposito della fornitura di mascherine da parte della società svizzera Exor e della Eco tech di Roma (ditta da un milione di fatturato). Il problema era un affidamento diretto da oltre 35 milioni di euro per mascherine e altri dispositivi.
La Regione, l' 8 aprile scorso, aveva detto che la Exor era un «distributore ufficiale» della 3M. La seconda l' ha smentita: «3M Italia tiene a precisare che né Eco tech né Exor risultano essere presenti nell' anagrafica clienti o distributori». Una bomba. Eppure nessuno in Regione ha replicato. Ha continuato a girare solo un documento senza firma in cui la Regione spiegava perché avesse scelto per un affidamento diretto da 35 milioni una società controllata da due psicologhe e un misterioso cinese residente nel suo Paese natio, che sino a quel momento si era occupato di materiale elettrico.
Nel documento, intitolato «Cosa, come, perché» (sottotitolo «Gli acquisti effettuati presso la società Eco tech srl»), si leggono i motivi che hanno portato a scegliere l' azienda laziale: «Il prezzo proposto (3,90 euro per le mascherine Ffp3 e 3,40 per le Ffp2, ndr) è il più basso tra i preventivi ricevuti per la stessa tipologia di prodotto» e «tra le condizioni di pagamento proposte dai preventivi indicati la Eco tech, con la Servimed, è l' unica che non ha richiesto l' integrale pagamento anticipato ma acconto del 50%». Sarà, ma quando abbiamo provato a chiedere al portavoce del governatore Nicola Zingaretti, Emanuele Lanfranchi, che cosa rispondessero alla 3M, il commento è stato: no comment.
In compenso, a proposito dei presunti buchi nelle forniture, ha tenuto a precisare che «il magazzino non ha carenze, ci sono sei milioni di dispositivi di protezione». Gli stessi numeri che si trovavano nel documento senza firma del 14 aprile. Ma se la Regione rivendica di aver risparmiato grazie alla Eco tech, la 3M ha voluto precisare di non aver «modificato i prezzi dei propri prodotti a seguito dell' epidemia, ed è impegnata attivamente nella lotta contro le speculazioni sui prezzi».
In questi giorni si è fantasticato sull' affidamento da oltre 4 milioni di euro dato alla Worldwide luxury corner srl dell' imprenditrice fiorentina Patrizia Colbertaldo. Infatti la ditta non ha mai prodotto un bilancio e risulta inattiva. La donna è stata candidata nel 2008 nella Lista civica per Rutelli che sosteneva come presidente del Municipio di Ostia Paolo Orneli, attuale assessore regionale del Lazio al Commercio. La signora, contatta dalla Verità, ha negato ogni legame con Orneli e ci ha spiegato di essersi candidata su consiglio di un altro assessore dell' epoca, Patrizia Cenni. «Io Orneli neppure lo conosco».
Ci ha confermato di essere una naturopata e di avere difficoltà come imprenditrice. La Colbertaldo ha ammesso di essersi lanciata nel business dei Dpi sfruttando la sua conoscenza delle lingue e il fiuto commerciale. I fornitori cinesi a cui si è rivolta li avrebbe individuati lavorando giorno e notte davanti al computer, confrontando prezzi e caratteristiche dei dispositivi: «In fondo, facendo la naturopata, un po' di medicina la mastico».
A questo punto, preventivi in mano, avrebbe iniziato a tempestare di mail tutte le regioni con le sue offerte, oltre che la Protezione civile. Le avrebbero risposto in molti, compreso Angelo Borrelli, ma nessuno era disponibile a dare anticipi: «Tutti pagamenti a 20 giorni dalla consegna» ci racconta. Solo il Lazio ha accettato le sue condizioni. Sono iniziati giorni di trattative serrate. Qui inizia la parte più interessante del racconto. Dopo essere stata inserita nell' albo dei fornitori della Regione, viene subissata di telefonate da strutture sanitarie e associazioni. Poi improvvisamente il telefono diventa muto. «Non mi chiamava più nessuno.
Quindi, visto che sono una tipa sveglia e che il bonifico con l' anticipo non arrivava, ho richiamato la Protezione civile.
Li ho sentiti traccheggiare, per cui ho detto "Io sto venendo in protezione civile, a firmare".
Lui: "Ok"». Prende e vola a Roma, dove firma. Probabilmente in extremis. La sua offerta viene protocollata il 13 marzo.
Il 15 quella della Eco tec. Ma la giunta il 15 firma la determina della Eco tec e solo il 18 quello della Worldwide. «Anche se le mie mascherine Ffp2 costavano solo 3,06 euro». Dal racconto della Colbertaldo l' approvvigionamento dei dispositivi di protezione e di quelli medici deve assomigliare al Mercante in fiera, dove da un momento all' altro puoi essere soppiantato da un concorrente, che non necessariamente fa il prezzo migliore. La signora aveva anche un altro affare in piedi: 300 respiratori con compressore e monitor inclusi da 11.894 euro l' uno. Improvvisamente le arriva dalla Regione una mail di revoca dell' ordine con indicato un numero sbagliato di respiratori (200). Il 19 marzo la Regione firma una determina per 300 respiratori con un' azienda di Arezzo, la Seco spa, al prezzo di 4.259.922,80, Iva compresa (14.199,7 cadauno, 11.639,13 senza l' Iva). La Colbertaldo è arrabbiata: «Può davvero pensare che io abbia amici politici e soprattutto di sinistra?».
Ma tra le stranezze negli affidamenti fatti dalla Regione Lazio non finiscono qui: basti pensare al capitolo delle società estere, in alcuni casi offshore, i cui dettagli societari non compaiono nelle banche dati delle Camere di commercio italiane. Si riesce ad avere un quadro grazie alle fonti aperte.
Alla Wisdom glory holdings ltd la Regione Lazio ha chiesto 2 milioni di mascherine Ffp2 al prezzo di 4,6 milioni di euro.
La società ha una pagina Facebook sulla quale si pubblicizza come azienda di design e arredamento, nonostante la penuria di like: solo 28. C' è un ricco catalogo di prodotti per interni lungo 64 pagine. Risulta domiciliata a Hong Kong e ha uffici a Taiwan, ma la holding è registrata alle isole Cayman, paradiso fiscale. La ditta è presente, come anticipato dal Fattoquotidiano.it, nel database degli Offshore Leaks creato nel 2013 dall' International consortium of investigative journalists, quello dei Panama Papers. Lì si apprende che fa capo a un certo Shui Lin Chu, che compare anche in un' altra Ltd.
Sempre offshore. C' è poi la Goldbean ltd, fondata nel 1991 con sede a Hong Kong, che deve consegnare al Lazio 2 milioni di Ffp2 e 2 milioni di mascherine triplo strato Cov 20.
NICOLA ZINGARETTI DOPO IL CONTAGIO DA CORONAVIRUS
L' importo della commessa è di quasi 6 milioni di euro. Acconto del 50% versato e spedizione garantita entro il 7 aprile. Ufficialmente la linea di business è legata alla fornitura di servizi.
Degna di nota anche la European network tlc srl, sede a Milano. L' accordo con la Regione Lazio riguarda 5 milioni di mascherine Ffp2 a di 3,5 euro più Iva l' una, per oltre 21 milioni. Acconto del 50% e consegna entro dieci giorni dall' ordine (firmato il 17 marzo). Lo stesso fornitore ha ricevuto un' altra commessa per 430.000 camici a 10 euro l' uno più Iva. Importo complessivo di altri 5 milioni di euro (ordine del 25 marzo). Pare sia l' unico caso in cui la Regione ha chiesto una polizza fideiussoria a garanzia. La società fa capo ad Andelko Aleksic detto Angelo, 40 anni, editore croato a capo di una società con 10.000 euro di capitale sociale e tre dipendenti. Il suo gruppo possiede riviste di gossip come Eva 3000 e Vip magazine.
Altra società che non sembra avere a che fare con i dispositivi di protezione è la Idp srl, Industra divani e poltrone. Sede principale a Cogliate (Monza e Brianza) e un solo socio: Sergio Facotti. Ha dieci unità operative sparse per il Nord Italia. La Regione Lazio ha affidato al produttore di sofà una fornitura di 5.000 Ffp3 3M al prezzo unitario di 4,45 euro Iva esclusa. L' ordine risale al 2 aprile, con consegna prevista per il 4. Al momento anche questo risulta non pervenuto.
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