
FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO…
a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)
1 - AVVISI AI NAVIGATI
E dopo 48 ore di vaghe ma roboanti promesse sull'economia, che ti fa oggi il Rottam'attore? Va a Treviso a fare campagna elettorale. La cosa che al momento gli viene meglio. Per carità , è giusto parlare ai bambini delle scuole e ascoltare chi rischia di perdere il lavoro, anziché intristirsi sui numeri di Eurostat e sui "non si può fare" della Ragioneria generale.
Ma se hai promesso la qualunque, dal pagamento integrale dei debiti della Pubblica amministrazione alla riduzione del cuneo fiscale, passando da una lotta senza quartiere a burocrazia e inefficienze varie, e poi scopri che guidi un'economia che quest'anno crescerà come la Grecia (cioè pochissimo) e in cui la disoccupazione continua a salire, il rischio di aver creato aspettative che non riuscirai a soddisfare è assai elevato.
Conosciamo le bolle immobiliari e le bolle finanziarie, ma esistono anche le bolle politiche. Gli Stati Uniti, dai democrats alla lobby ebraica, hanno puntato e puntano molto su Renzie. Ma non sono i soli. Per effetto della crisi delle economie emergenti, e di una serie di assestamenti finanziari in atto in altre regioni del mondo, da qualche mese è ripreso un discreto afflusso di capitali esteri verso l'Italia.
Afflusso che potrebbe diventare massiccio anche grazie al Sogno renziano. Va tutto molto bene. Però adesso alle belle parole - a volte un po' confuse, ma pazienza - dovranno seguire i fatti. Perché altrimenti la bolla politica esploderà e per buttare tutto in caciara non basterà andare di corsa alle elezioni anticipate con un paio di riformuzze da sbandierare, come forse spera in cuor suo il furbetto di Palazzo Chigi.
Il ciclone Renzie oggi è un dirigibile gonfiato a elio, ma può facilmente trasformarsi in una gigantesca e memorabile supposta.
2 - SOGNO O SON DESTRO?
Abbiamo l'ometto forte e ce ne vantiamo, almeno su Repubblica: "Renzi alla Ue: non prendiamo ordini. âNon tasserò i Bot'. Fiducia alla Camera. In aula l'abbraccio Bersani-Letta" (p. 1). In linea il Messaggero: "Renzi: la Ue non ci detti la linea" (p. 1).
Per la prima pagina, invece, il Corriere sceglie la più classica delle aperture Mastikazzi: "Parte il governo Renzi, Pd tormentato".
E meno male che c'è la Stampa, dove almeno sanno far di conto: "Crescita, Italia come la Grecia. Stime Ue al ribasso: +0,6% nel 2014. Disoccupazione in aumento. Renzi, fiducia alla Camera: âAbbiamo un'unica chance'. Allarme sui conti, ma il deficit scende" (p. 1). Dentro, "Renzi promette dieci miliardi di tasse in meno sul lavoro. Ma senza tagli l'Ue dirà di no" (p. 2). Sul Giornale, Francesco Forte spiega: "Solo un sogno quelle riforme finanziate con i fantastilioni. Renzi annuncia che taglierà il cuneo fiscale di 10 miliardi e pagherà tutti i debiti della pubblica amministrazione. ma non dice dove troverà 80 miliardi" (p. 5).
Ma il bandolo, più che il diavolo, è nei dettagli. E allora un colonnino del Corriere ci spiega che "gli Stati Uniti faranno di tutto per sostenere il nuovo governo Renzi", come garantisce l'ambasciatore Phillips (p. 6). E con la perfidia dei suoi giorni migliori, don Flebuccio de Bortoli prova a caricare una quintalata di piombo sul dirigibile di Pittibimbo: "Una cabina di regia a Palazzo Chigi per decidere sulla politica economica. Una struttura âlontana dalla burocrazia'. Il primo atto il taglio all'Irap" (p. 8).
Tutto da leggere anche "Gli americani e noi dal '45 a oggi (fino a Renzi) di Lodovico Festa per il Foglio. A un certo punto, dopo un passaggio su Mario Draghi magistrale, eccoci a Matteuccio: "Con l'arrivo di Matteo Renzi si ha l'impressione che un americanino, una personalità all'anglosassone sia arrivata in politica. Dopo una sorta di precedente farsesco, quello di Veltroni, âamericano' alla Alberto Sordi, pare essere arrivato un reale âamericano' che quando parla di apertura della finanza italiana sa di che cosa si tratta" (p. 1).
Intanto, contropiede di Angelino Jolie, lasciato incustodito mentre si giravano gli spot alle Camere: "Alfano dalla Merkel prima di Renzi. Il leader del Ncd in tour per accreditarsi con il Ppe. Oggi pomeriggio il faccia a faccia. L'ex delfino approfitta della debolezza di Berlusconi che è senza passaporto" (Stampa, p. 9). Del resto il kazako Alfanayev di passaporti se ne intende.
3 - LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE
E' tutto molto touch, il nostro Pittibimbo. E i vecchi giornaloni ne sono naturalmente ammaliati. Su tutti, Repubblica: "Il personaggio. I giornali, lo smartphone, l'iPad. In aula il premier multitasking. E tra i dossier e gli sms spunta un romanzo di Murakami". Tranquilli, domani riprende a leggere Geronimo Stilton. E poi ancora: "La penna stretta tra l'indice e il pollice della mano destra. Il medio usato per i messaggini". Wow! Ma ha anche i pollici opponibili?
4 - CONSIGLI PER GLI ACQUISTI (NON RICHIESTI)
"Vedere per credere, le banche d'affari aspettano le prime prove di Renzi da premier". Dal titolo uno si aspetta che questo pezzo di Repubblica ci illumini sulle aspettative dei grandi centri finanziari e invece poi si scopre che è tutto un cinema per perorare il ripescaggio al governo di Carlo Trigilia ed Enzo Moavero Milanesi, per "continuare il lavoro di primo piano" svolto in sede europea (p. 10).
Le pressioni per "rafforzare" il governo Beautiful sono registrate anche dalla Stampa: "Renzi vuole portare l'economista Gutgeld a Palazzo Chigi", ma "Dal Quirinale a Monti, pressing su Moavero per la delega all'Ue. Ma l'ex ministro è intenzionato a dire no. In lizza anche l'ex titolare della Difesa Mario Mauro e i democratici Tonini e Gozi" (p. 6). Tristezza profonda sul Messaggero: "Pronti i sottosegretari: al Pd 25 posti su 46. Minniti resta ai servizi. I suggerimenti del Colle fermano Lotti" (p. 4).
5 - PANE AL PANE, GUIDI ALLA GUIDI
Nel più classico schema di Repubblica, dopo le botte (preventive) arriva il ramoscello d'ulivo dell'intervistona riparatoria. Da ministro dello Sviluppo, Federica Guidi avrà in mano il destino di Sorgenia, ma c'è tempo per occuparsene perché adesso il pallino è ancora in mano alle banche. Invece è assolutamente da segnalare un passaggio che conferma come dietro ogni parola ci sia un conflitto.
Domanda di Roberto Mania: "La Ducati Energia è un'azienda che ha molto de localizzato. Come potrà chiedere agli imprenditori di restare in Italia?. Risposta della signora ministra: "Io ho sempre parlato di multilocalizzazione, non di delocalizzazione. Se non l'avessimo fatto non saremmo riusciti a difendere l'occupazione. Oggi la Ducati ha 800 dipendenti di cui 250 in Italia. Non abbiamo mai licenziato nessuno. Ma se non avessimo accettato la sfida della globalizzazione noi, come altri, avremmo rischiato di morire. Questo è il mondo" (p. 12).
"Questo è il mondo", disse la signora cercando il fazzolettino nella borsa di Prada.
6 - AGENZIA MASTIKAZZI!
Colaninno (Matteo) difende Guidi (Federica): "Ho rischiato di trovarmi nella stessa situazione" (Corriere, p. 8).
7 - IL SENSO DI DON SALVATORE PER LA FAMIGLIA
Un Ligrestos è per sempre, anche se momentaneamente lontano per cause di forza maggiore. "Bloccati 2,5 milioni a Paolo Ligresti, stava per trasferirli in Svizzera. Sequestrati dalla Finanza a garanzia delle spese giudiziarie. Migliaia di piccoli azionisti di Fonsai chiedono di costituirsi parte civile per poter chiedere il risarcimento" (Repubblica, p. 33). Questa notizia per il Corriere vale trenta righe, sotto una marchetta a Unicredit (p. 28).
8 - IL TEMPO E' GALANTUOMO
Notizie davvero incredibili arrivano da Bari, dove Alfano e il Csm spedirono il procuratore Laudati a gestire il caso escort. "Processo al procuratore. âFavorì Berlusconi e Tarantini'. Indagini rallentate a Bari, Laudati a giudizio. Il gup: decisione sofferta. In seguito all'inchiesta il magistrato fu trasferito dalla Puglia a Roma. Quella riunione in cui si presentò come âamico di Alfano' e fermò gli interrogatori" (Repubblica, p. 19). In effetti veniva proprio dagli uffici di via Arenula e si distinse, più che altro, per le perquisizioni dei giornalisti e la caccia alle loro fonti.
9 - NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN
Una cambiale importante, forse decisiva, aspetta il neo-premier Renzie. Gliela ricorda con sommo garbo il Corriere delle banche: "Il cantiere (a ostacoli) della âbad bank' e la legge del 2008 sulle garanzie di Stato. Dopo la spinta di Bankitalia sulle separazione dei crediti a rischio nei bilanci" (p. 27). Il nodo, naturalmente, è sempre quello della garanzia dello Stato.
Interessante l'architettura della bad bank che starebbero discutendo Intesa e Unicredit, che pensano a mettere in comune soltanto i prestiti deteriorati di un certo peso e verso uno stesso creditore, "il che elimina lo scoglio di valutazione". Giornalisticamente, se la lista sarà resa pubblica, sarà preziosissima. Sarà il primo libro nero del capitalismo di relazione compilato dalle banche stesse. I nomi li conosciamo, gli importi non sempre.
10 - MONETE VIRTUALI E CETRIOLI REALI
"La Borsa del Bitcoin chiude in una notte. Spariscono i risparmi. La piattaforma per gli scambi scompare: clienti beffati. Il sito Mt.gox era il più famoso. Il fondatore adesso è irraggiungibile" (Stampa, p. 32). Restiamo in attesa della fondamentale analisi di Federico Rampini.
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