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Francesco De Dominicis per "Libero"
C'è una fitta rete di relazioni dietro il piano sblocca debiti della pubblica amministrazione messo sul tavolo dal premier, Matteo Renzi. Una rete fatta di agganci democrat alla Ragioneria dello Stato e di «amici fiorentini» nella Cassa depositi e prestiti. Il nuovo Primo ministro ha annunciato di voler accelerare i pagamenti della Pa alle imprese. Un piano da 40-50 miliardi di euro che l'ex sindaco intende realizzare con il coinvolgimento della Cdp.
Nella spa del Tesoro, Renzi può contare su un paio di «amici» fiorentini di peso. Anzitutto, il direttore generale, Matteo Del Fante; e poi il dirigente responsabile dei progetti speciali, Bernardo Bini Smaghi, peraltro fratello di Lorenzo, considerato «renziano» e in corsa per il ministero dell'Economia, poi assegnato «via Quirinale» a Pier Carlo Padoan.
C'è da dire che il progetto di Renzi sui debiti della Pa trae origine da una idea di Franco Bassanini (presidente Cdp) e dell'economista Marcello Messori. Un'operazione complessa che mette in gioco la Cassa in un mix di garanzie statali e di cessioni di crediti delle aziende che permette l'incasso presso le banche, mentre lo Stato non dovrebbe contabilizzare debito pubblico o deficit corrente.
Tutto in discesa? Non proprio. Finora l'idea di Bassanini ha trovato più di un ostacolo alla Ragioneria generale dello Stato. Il numero uno è un ex Banca d'Italia, Daniele Franco, ed è arrivato a guidare i conti pubblici nel 2013 per iniziativa dell'ex ministro Fabrizio Saccomanni, anche lui in arrivo da via Nazionale. La Ragioneria detta legge sui pagamenti e su tutti i flussi delle amministrazioni alle aziende.
Renzi conta di superare l'ortodossia contabile e la burocrazia, facendo leva, in particolare, su una sponda interna alla stessa Ragioneria: il numero due è Alessandra Dal Verme, cognata dell'esponente Pd, Paolo Gentiloni, «renziano» della prima ora. Il negoziato non è semplice. Si tratta di mediare e soprattutto di convincere Franco, ma senza strappi che avrebbero conseguenze pericolose. Nella sua relazione programmatica, Renzi ha detto di voler rottamare la burocrazia, ma dichiarare subito guerra ai guardiani delle casse pubbliche non gli conviene.
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