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Gloria Satta per "il Messaggero"
Festival di Roma, dopo un mese di passione non si vede ancora la luce. E se tra Müller e Detassis, sui quali i politici non smettono di accapigliarsi, la spuntasse un nome alternativo capace di mettere d'accordo tutti? Già , ma chi sarebbe il deus ex machina in grado di sbrogliare il pasticcio? Per il momento, i boatos si limitano a inanellare una molto ipotetica lista di papabili, da Laudadio a Gosetti. Ma la necessità di trovare una via d'uscita ha preso corpo in tutta la sua urgenza dopo l'assemblea straordinaria di Musica per Roma che ieri si è chiusa con un niente di fatto.
I consiglieri della Fondazione, chiamati a indirizzare l'ad Carlo Fuortes in vista del cda del 6 febbraio, hanno deciso di non decidere. Esprimeranno una posizione se e quando i soci istituzionali (Comune, Regione e Provincia) prenderanno «con il concorso del presidente Rondi decisioni chiare e definitive, possibilmente condivise». Insomma, il «socio tecnico» Musica per Roma si riserva di rivelare il proprio orientamento solo quando i politici si metteranno d'accordo sul nuovo direttore artistico.
E' una parola: Müller, sostenuto da Alemanno e Polverini, non verrà mai votato dal Pd di Zingaretti. A questo punto, a meno di colpi di scena (tutto è possibile nella telenovela del Festival), il suo destino sembra segnato: i numeri per farlo passare non ci sono. Lo scontro appare talmente radicalizzato da rischiare di trascinare anche Detassis, che il Festival l'ha onorevolmente guidato per sei anni.
E l'idea di trovare un terzo uomo risulta difficilmente praticabile, dato che tutti vogliono risolvere la faccenda il più presto possibile. Musica per Roma, «fortemente preoccupata» per il futuro della cinerassegna, lancia dunque un appello alla saggezza. E alla rapidità delle scelte. «Bisogna fare in fretta, io ho i concerti da organizzare. Non possiamo rimanere sulla graticola», è sbottato il consigliere Bruno Cagli dopo la riunione che è stata vivace e dedicata in buona parte a commentare l'invito all'astensione che il sindaco aveva rivolto ad Auditorium e Camera di Commercio.
All'opposizione l'uscita di Alemanno non è piaciuta per niente. «Sono certo che Rondi e tutti i membri del cda voteranno in completa autonomia e libertà e non si faranno influenzare dalle inopportune pressioni di una certa politica», ha reagito il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti. «Noi accetteremo l'esito del voto nel pieno rispetto delle regole. Il Festival ha bisogno prima possibile di scelte chiare per pianificare al meglio l'edizione 2012». Ma per l'assessore Dino Gasperini questa sarebbe «un'ipocrisia insopportabile».
Ribatte la presidente della Regione, Renata Polverini: «Aspettiamo il cda poi ognuno si muoverà rispetto al proprio ruolo anche perché ciascuno dei membri rappresenta un'istituzione sia tecnica sia politica».
La dichiarazione sottintende la minaccia già espressa dal governatore al Messaggero: se Müller verrà bocciato, la Regione uscirà dal Festival. Che scenario potrebbe allora disegnarsi? Magari la nomina di Detassis (o del fantomatico «terzo uomo» gradito a tutti) per un anno per organizzare un Festival in tono minore, senza i soldi della Regione. Poi nel 2013, dopo le elezioni cittadine, si vedrà . Non sono escluse nuove sorprese. Intanto, è lo stallo.
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