“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
VIDEO - MARIO ADINOLFI CANTA ''ONE'' DEGLI U2 AL FAMILY DAY AL KARAOKE DI RADIO ROCK
MARIO ADINOLFI CANTA AL KARAOKE DI RADIO ROCK -1
Anche Radio Rock 106.6 si è insinuata tra la copiosa folla del Family Day ospitato al Circo Massimo. Lo ha fatto grazie all’inviato Dejan Cetnikovic, che con la sua Karaoke Rock Bike è riuscito ad intercettare uno dei partecipanti più noti alternatisi sul palco: Mario Adinolfi.
Il giornalista e scrittore, che ha concluso il suo intervento tuonando contro il Presidente del Consiglio Matteo Renzi con un “ci ricorderemo”, ha deciso di dedicare allo stesso la sua “stonata” interpretazione di “One” degli U2. “Il mio amico Renzi è sicuramente un loro fan - ha aggiunto -, conosce la canzone e capirà il messaggio”.
MARIO ADINOLFI CANTA AL KARAOKE DI RADIO ROCK -2
Chiara l’allusione ai precedenti trascorsi del premier, che sedeva proprio accanto ad Adinolfi durante il passato Family Day del 2007 contro i Dico del Governo Prodi. Allora entrambi erano accomunati dalla medesima considerazione su “l’unico amore vero: quello di una mamma, un papà ed i loro figli”.
2. INUTILE LITIGARE SULLE ADOZIONI GAY
Franco Bechis per “Libero Quotidiano”
C' è stato un intervento fra i tanti un po' improbabili che si sono dati il testimone sul palco del Family Day di sabato scorso. È stato quello di Costanza Miriano, uno dei più applauditi. Toni e parole un po' meno raffazzonate di tanti altri.
Un passaggio ha fatto vibrare le migliaia di famiglie accorse lì per dire la loro sulle unioni civili e le adozioni in coppie omogenitoriali previste dal ddl di Monica Cirinnà: «Noi cristiani abbiamo il dovere di alzarci in piedi non con rabbia, ma da risorti. Perché la verità di ogni uomo è Cristo, anche di chi ancora non lo ha conosciuto». Parole alte, spesse di significato per un cristiano.
Probabilmente le più alte pronunciate da quel palco, in cui non si può dire abbia brillato né il pensiero né il senso della realtà. Eppure proprio quelle parole sono il problema che diventa ostacolo insormontabile per trovare una soluzione legislativa nel Senato che fra pochi giorni prenderà la sua decisione sulle unioni civili e sulle adozioni di figli da parte di quelle coppie. Perché- piaccia o meno- un parlamento di uno Stato non legifera partendo dal fatto che la verità di ogni uomo è Cristo, né prende decisioni da «uomini risorti».
avvenire prima pagina family day
Molti seguaci delle associazioni del Family day ieri se la prendevano con il quotidiano Avvenire che avrebbe mal tradotto le loro intenzioni: il popolo del Family day non chiede modifiche, né stralci del ddl Cirinnà, come ipotizzava il quotidiano della Conferenza episcopale, ma il suo ritiro senza se e senza ma. Richiesta ovviamente legittima, ma del tutto irrealistica.
E probabilmente proprio quello è il limite di una manifestazione che tante adesioni ha ricevuto, colorando il circo Massimo di tante splendide storie familiari. Dagli interventi che si sono succeduti sul palco è sembrato che il modello agognato fosse quello di uno stato teocratico, dove la legge di Dio e quella dell' uomo coincidessero in ogni minimo dettaglio.
Sentimento legittimo, come quello di chiunque altro, ma utopia perfino nella millenaria storia dell' uomo. Se quella è la prospettiva del Family day, la sua efficacia sarà fragile, la sua spendibilità politica vicina allo zero. Non c' è dialogo possibile, non c' è mediazione politica percorribile e se mai lo avessero voluto davvero (e non lo credo), i politici lì presenti non avranno possibilità di incidere.
Avrebbe potuto farlo il Nuovo centro destra di Angelino Alfano. Che aveva una sola strada possibile: dire di no a quel disegno di legge e mettere in gioco la propria presenza al governo e in maggioranza in caso contrario. Ma non l' hanno fatto, e poco contano le scuse.
GANDOLFINI PORTAVOCE FAMILY DAY
Vale poco che quel disegno di legge non faceva parte del programma e degli accordi di governo: sarebbe argomento forte per dire a Matteo Renzi che quindi è inaccettabile che il presidente del Consiglio e i suoi ministri pubblicamente in più occasioni abbiano rivendicato quel testo, dicendo di «volerlo portare a casa finalmente». Se non era tema del governo, avrebbe dovuto tacere.
Non avendolo fatto, Ncd avrebbe dovuto lasciare la maggioranza perché al contrario di quel che ancora ieri ha ribadito Alfano è plasticamente dimostrato che quel partito non ha alcuna freccia al proprio arco per condizionare la maggioranza, e quindi «è più utile restare dentro che fuori». Se Ncd votasse no (e non è affatto certo) al ddl Cirinnà, i loro voti verrebbero sostituiti da quelli del Movimento 5 stelle e di chi approva quella legge in Forza Italia o nell' Ala di Denis Verdini.
Quindi realisticamente gli organizzatori del Family Day devono immaginare che il testo Cirinnà passerà così come è e che l' argine posto da Ncd e dai politici sfilati al circo Massimo a ben poco servirà.
C' è allora un modo per cambiare quel testo? Sì. Non sulle unioni civili: la maggioranza degli italiani condivide quella formula, e non la si può fermare. Sulle adozioni in coppie omogenitoriali invece tutti i sondaggi indicano la contrarietà di almeno due terzi degli italiani. Margine per cambiare quindi c' è. Certo, secondo la saggezza degli uomini e non la legge di Dio che in Senato non è un riferimento possibile.
C' è una osservazione semplice da fare: i casi in questione sono veramente pochissimi (un migliaio), e non si legifera su numeri così esigui. Si parla di figli naturali o adottivi di uno dei due genitori della coppia omosessuale. Quindi concepiti o adottati quando la coppia aveva un uomo e una donna, perché altro secondo legge non sarebbe possibile.
Quindi quei bambini dovrebbero essere privi di padre o madre perché orfani o perché privati da un tribunale.
In caso di esistenza di padre o madre naturale o adottivo, non sarebbero adottabili dalla nuova coppia. In situazione così esigua la soluzione più pratica è lasciare la decisione caso per caso ai tribunali competenti che valuterebbero sotto ogni profilo la solidità del nuovo nucleo omogenitoriale e avrebbero l' obbligo prima di decidere di ascoltare il minore.
Ogni caso è diverso dall' altro, quindi la risposta non può essere una soluzione legislativa, né si potrebbe fare giurisprudenza.
Sarebbe poi saggio accompagnare questa possibilità con un rafforzamento e un inasprimento delle pene già previste per il commercio di bambini e uteri, pratica schiavista, di chi considera beni da possedere le persone.
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