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LA CISL FOLGORATA SULLA VIA DEL MELONISMO – GIORGIA MELONI È STATA ACCOLTA DA OVAZIONI ALL’ASSEMBLEA DEL SINDACATO CATTOLICO: “LAVOREREMO BENE INSIEME” – IL SEGRETARIO GENERALE, LUIGI SBARRA, LASCIA LA GUIDA DELLA CONFEDERAZIONE E ATTACCA LA CGIL: “NON SI RIESCE A LIBERARE DI UNA CULTURA CONTRASSEGNATA DA UN MIX DI ANTAGONISMO, POPULISMO E BENALTRISMO” – DOPO ESSERE RIUSCITA A ROMPERE L’UNITÀ SINDACALE, LA DUCETTA PUNTA A CONQUISTARE CONSENSI AL CENTRO ANDANDO A BRACCETTO CON LA CISL (AVVERTITE TAJANI)…
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/politica/2025/02/12/news/congresso_cisl_meloni_daniela_fumarola-423996813/
giorgia meloni Luigi Sbarra - foto lapresse
I fiori suggellano il patto, i fotografi immortalano l’attimo. Ma sono soprattutto gli applausi scroscianti, i sorrisi ostentati, la chimica sul palco a raccontare di un’adesione mai così aperta, dichiarata, quasi smaccata. «Caro Gigi», dice Giorgia Meloni a Luigi Sbarra, il segretario generale della Cisl che lascia la guida del sindacato cattolico dopo averlo posizionato al fianco del melonismo.
«Presidente, gra-zi-e!», risponde lui, soddisfatto. Chi gli succederà non intende cambiare linea, anzi: continuità totale. L’unità sindacale è meno di un miraggio. La condizione ideale per la presidente del Consiglio, determinata a conquistare un tassello che giudica decisivo nella costruzione del “partito della nazione” promesso dalla sorella Arianna.
MAURIZIO LANDINI GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI
Gli applausi, quelli restano nelle orecchie e negli occhi di chi partecipa all’evento. Meloni chiama il tributo per Sbarra, per quaranta secondi è lei stessa a battere le mani. Non succede spesso, soprattutto tra un governo e un sindacato che, sulla carta, sono comunque controparti chiamate a mediare.
Il segretario generale, che secondo i rumors avrà un posto nelle prossime liste del centrodestra - raccontano che potrebbe essere ospitato da quelle di Forza Italia - è raggiante mentre sancisce la distanza siderale dalla Cgil di Maurizio Landini, tra i principali nemici di Palazzo Chigi, oggi espressione di «una cultura sindacale contrassegnata da un mix di antagonismo, populismo e benaltrismo di cui non si riesce proprio a liberare».
giorgia meloni Luigi Sbarra - foto lapresse
A lui viene imputato il tradimento di una missione storica: «Oggi Di Vittorio sostiene Sbarra - assisterebbe esterrefatto allo spettacolo dei sui pronipoti che hanno cercato di picconare la legge sulla partecipazione dei lavoratori ». Si riferisce alla proposta di legge di iniziativa popolare su cui la Cisl ha raccolto quattrocentomila firme. Oggi è in Parlamento. «Faremo la nostra parte - giura la premier - per arrivare presto al via libera».
Altro che unità sindacale, dunque. Meloni incassa soddisfatta il passaggio in cui Sbarra bolla come «grottesche» le tesi di Landini. Sottoscrive. Ed esulta: «Saper ascoltare fa la differenza. Vale soprattutto quando l’interlocutore non ha accondiscendenza, ma neanche pregiudizio. Grazie sinceramente alla Cisl per sapere interpretare il confronto nell’accezione più nobile».
Pierpaolo Bombardier Luigi Sbarra Maurizio Landini
Quanto al numero uno del sindacato, solo parole dolci: «Un interlocutore franco, determinato, onesto. Continueremo a confrontarci con chi prenderà il suo posto. Cari amici, ci unisce l’ottimismo della volontà. Nel rispetto dei ruoli lavoreremo insieme molto bene negli anni a venire». [...]
Meloni, d’altra parte, punta davvero sulla necessità di allargarsi, quasi espandersi verso il centro. Conquistare il cuore della Cisl, in questo senso, è bersaglio grosso: in passato, predecessori di Sbarra erano entrati in Parlamento in liste centriste o del centrosinistra. Mai il sindacato fondato 75 anni fa si era spinto a un dialogo così stretto con la destra post missina. […]
giorgia meloni Luigi Sbarra - foto lapresse
Giorgia Meloni Luigi Sbarra e Daniela Fumarola - foto lapresse
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