COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
"Il cardinale Bertone, riconoscendo che quello che è successo ha costituito un danno per il Bambino Gesù, ha voluto venirci incontro, devolvendo una somma di 150 mila euro". Lo ha fatto sapere il presidente dell'ospedale pediatrico Mariella Enoc, a margine di una visita fatta oggi dal segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, alla struttura. Bertone, ha precisato Enoc, si considera "estraneo e non responsabile", ma ha ritenuto un danno arrecato all'ospedale i numerosi riferimenti che nella nuova Vatileaks sono stati fatti a soldi della Fondazione Bambino Gesù che sarebbero stati utilizzati per fini diversi, tra cui pagare i lavori di ristrutturazione dell'abitazione del cardinale ed ex segretario di Stato vaticano.
"Il mio contributo al Bambino Gesù è una donazione volontaria, non un risarcimento" resa possibile grazie "ai miei risparmi e ai vari contributi di beneficenza ricevuti negli anni per finalità caritative", ha spiegato Bertone, specificando che pagherà con versamenti a rate. "La mia vita non è lussuosa come si continua stereotipamente a dire, capisco le insinuazioni che ci possono essere ma bisogna dire che io ho lavorato per tanti anni, e ho avuto un poco di stipendio e poi qualche offerta benevola che ho sempre riutilizzato per aiutare persone in stato di bisogno - ha detto ancora l'ex segretario di Stato vaticano - .Chi mi ha vistato in questi giorni - aggiunge - ha constatato com'è questo appartamento e come vivo".
"Dopo aver chiarito la mia totale estraneità alla vicenda, ho deciso di aiutare un progetto di ricerca, per manifestare il mio attaccamento e la mia dedizione al Bambino Gesù, così come ho fatto precedentemente con il Gaslini di Genova - ha aggiunto - . La presidente Enoc mi ha presentato un progetto di ricerca sulle malattie rare e io ho accettato". La vicenda ha "arrecato un danno materiale e morale al Bambino Gesù, ma soprattutto un enorme danno morale a me che sono, da salesiano, un uomo dedito all'educazione e all'aiuto dei bambini e dei ragazzi. Questo è nel mio dna e nella mia storia", ha concluso Bertone.
Una vicenda quella della ristrutturazione dell'appartamento di Bertone che emerge nel libro Avarizia del giornalista dell'Espresso Emiliano Fittipaldi. Il giornalista è entrato in posssesso dei documenti riservati e per i quali ora è alla sbarra in Vaticano con il collega Gianluigi Nuzzi, autore a sua volta di Via Crucis. Con loro sono sotto processo i presunti artefici della diffusione illecita delle carte: Francesca Chaouqui e il monsignore spagnolo dell'Opus Dei Lucio Angel Vallejo Balda, che furono componenti della Commissione di studio sulle attività economiche e amministrative, organismo voluto dall'allora neo eletto papa Bergoglio per analizzare la situazione patrimoniale e gestionale della Santa Sede, uno studio preparatorio delle sue riforme.
Fittipaldi, in un passaggio pubblicato anche da Repubblica, scrive: "Ma c'è un'altra spesa della fondazione non pubblicata sul rapporto PwC (PricewaterhouseCoopers, ndr) che rischia di imbarazzare il Papa e il Vaticano. Quella che riguarda il pagamento dei lavori della nuova casa di Bertone a palazzo San Carlo. La fondazione, definita da PwC come 'un veicolo per la raccolta di fondi volti a sostenere l'assistenza, la ricerca e le attività umanitarie del Bambino Gesù' ha saldato le fatture dei lavori per un totale di circa 200mila euro, pagati all'azienda Castelli Real Estate dell'imprenditore Gianantonio Bandera".
Di fronte all'emergere di simili informazioni, la stessa presidente Enoc, lo scorso novembre, aveva affermato: "Se effettivamente le carte dicono che qualcosa è stato tolto, certamente noi chiederemo tutti i danni, non soltanto quelli economici ma anche i danni morali che l'ospedale ha subito". A distanza di un mese, Enoc spiega: "Abbiamo risolto la questione che riguardava il cardinale Bertone e il suo appartamento, questa vicenda che ha suscitato così tanto scalpore. E' un atto che gli abbiamo chiesto di fare, ma che lui ha fatto volentieri. Il mio incontro con lui è stato molto sereno. Credo che sia un bel gesto, anche un po' di riconciliazione col passato".
La Enoc ribadisce che ora è "tutto in mano alla amministrazione vaticana. È un processo di conoscenza e di verifica che è in atto. Mi piace dire che l'ospedale e la fondazione non dovranno avere nessun danno. Le responsabilità sono certamente di persone che hanno gestito l'ospedale e quindi stanno ora valutando se ci sono state delle responsabilità nel dare effettivamente denaro che non fosse dato per lo scopo esatto per il quale doveva essere dato. Il mio compito è stato quello di capire meglio cosa è successo e di trovare anche soluzioni. Vorrei che il clima di questo ospedale sia un clima che guarda davvero al futuro".
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