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1- COLOSSEO: ORNAGHI, DELLA VALLE VUOLE RECEDERE
(ANSA) - Diego della Valle ha manifestato l'intenzione di recedere dal contratto. Lo riferisce il Ministro per i Beni e le Attivita' Culturali, Lorenzo Ornaghi, che lo ha incontrato questa mattina al ministero. Il Ministro Ornaghi ha rivolto a Della Valle ''un convinto invito ad attendere prima di maturare una decisione definitiva''.
''E' infatti convinzione del ministro Ornaghi - si legge in una nota diffusa dal ministero - che il buon esito dell'iniziativa, la quale vede per la prima volta affiancati pubblico e privato in una cosi' importante operazione di tutela e valorizzazione di un bene culturale straordinario qual e' il Colosseo, sia significativa e paradigmatica in una fase in cui il Paese intende rilanciare fattori e motivazioni del proprio sviluppo''.
Al fine di disporre di un quadro dettagliato dell'intera vicenda, informano dal ministero, ''il ministro ha incontrato in mattinata anche il sottosegretario Roberto Cecchi, a cui ha manifestato stima e fiducia. Il sottosegretario ha ribadito che i vertici della ex struttura commissariale, avendo agito per l'interesse pubblico e con correttezza formale e sostanziale, sono pienamente disponibili a ogni chiarimento e approfondimento ritenuti necessari''.
2- COLOSSEO: DELLA VALLE, ACCETTO INVITO ORNAGHI, ASPETTIAMO ESITO INDAGINI
(Adnkronos) - Sul Colosseo "accettiamo l'invito del ministro Ornaghi, non ritiriamo la sponsorizzazione e aspettiamo l'esito delle indagini, nella speranza che siano rapide". L'ha detto il patron della Tod's Diego Della Valle.
3- DELLA VALLE, 10 MILIONI GIA' IN CASSA MIBAC
(ANSA) - ''Nelle casse del ministero ci sono gia' 10 milioni di euro. Speriamo li usino quanto prima'', ha aggiunto Della Valle alla conferenza stampa convocata oggi sul caso Colosseo. ''Da quello che mi hanno detto ieri i bandi dovrebbero partire. Ma questo dovete chiederlo alle persone competenti, il nostro dovere era far partire fideiussione'', ha concluso
4- GLI IMPERIALI FORI DEL COLOSSEO - L'OPPOSIZIONE CONTRO ALEMANNO: "IL RESTAURO DEVE AVVENIRE NEL RISPETTO DELLA LEGGE"
Gio. Vi. per "la Repubblica - Edizione Roma"
Per primo si è mosso il Tar, che esaminerà il ricorso del Codacons il 25 gennaio. Poi l´Antitrust, che ha censurato l´accordo per il restauro del Colosseo come «distorsivo della concorrenza». Ora tocca alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, che su esposto della Uil Beni Culturali hanno aperto un fascicolo rispettivamente per abuso d´ufficio e danno erariale.
A due mesi dal programmato avvio dei lavori, l´accordo siglato un anno fa dall´allora commissario straordinario Roberto Cecchi (ora sottosegretario) con la Tod´s di Diego Della Valle rischia di naufragare in un mare di carte bollate, guai giudiziari e polemiche.
La doppia indagine è ancora all´inizio, ma potrebbe riservare sorprese. Il sindacato, che subito dopo la firma dell´intesa aveva accusato il ministero di aver «svenduto» uno dei tesori italiani più noti del pianeta, è stato già ascoltato dai pm.
Nei prossimi giorni toccherà a Cecchi. Lui si dice sereno: «Non ho ancora ricevuto alcuna comunicazione, ma qualora arrivasse collaborerò con il massimo impegno», assicura. «Sono convinto di aver agito con la massima correttezza per l´interesse pubblico». Confortato dall´ex sottosegretario pdl Francesco Giro: «à una storia vecchia», minimizza.
Chi invece è fuori di sé è il sindaco Alemanno, che più di tutti aveva spinto per chiudere il patto con Mr Tod´s: «Tutta questa vicenda mi sembra una follia», tuona.
«Lasciateci restaurare il Colosseo. Cosa volete fare? Volete farlo cadere a pezzi a furia di Tar, Antitrust, Procure, Corte dei Conti? Vogliamo far sì che il consorzio privato si riprenda i 25 milioni di euro e ci saluti? Se questo è l´obiettivo, lo si dica. Francamente io sono indignato da questa operazione continua, vergognosa, che fa saltare la sponsorizzazione di uno dei monumenti più famosi al mondo».
Ma l´opposizione non ci sta a fare la figura del sabotatore. E parte lancia in resta contro il primo cittadino, accusato di aver voluto forzare tempi e atti. «Purtroppo per i romani e per la reputazione della nostra città ormai dove c´è lo zampino di Gianni Alemanno c´è anche uno scandalo», attacca il segretario pd Marco Miccoli. «Tutti noi siamo a favore del restauro del Colosseo, ci mancherebbe, ma deve avvenire nel rispetto della legge e delle regole e non con simili pasticci».
Bastava, in sostanza, seguire alla lettera le procedure «anziché agire in maniera talmente confusa da far muovere la Procura e la Corte dei Conti», rincara la democratica Marta Leonori: «Al sindaco che si prodiga in appelli e indignazione, ricordiamo che di buone intenzioni sono lastricate le vie dell´inferno come nel caso dei lavori sull´Anfiteatro Flavio, che ora rischiano un insopportabile rinvio a causa di questi dubbi comportamenti».
E di «sorprendente improvvisazione» anche il segretario regionale dei Verdi Nando Bonessio, mentre il leader dell´Idv Vincenzo Maruccio replica che «l´unica vera follia è la reazione di Alemanno alle legittime iniziative dei giudici. Un rappresentante delle istituzioni dovrebbe approvare ogni accertamento della legalità , non vederlo come una minaccia». Anche perché «sulla necessità di restaurare il Colosseo siamo tutti d´accordo, a patto che il risultato finale sia sempre l´interesse generale».
Pesanti, a questo proposito, i sospetti dei Radicali. «La convenzione firmata con il gruppo Tod´s è sbilanciata e non certo a favore e a garanzia dell´interesse pubblico», taglia corto il segretario capitolino Riccardo Magi. «Con un finanziamento di 25 milioni di euro deducibili, ben inferiore all´incasso di un anno di biglietti staccati ai turisti, l´imprenditore si aggiudica il diritto in esclusiva allo sfruttamento in Italia e all´estero dell´immagine del Colosseo per ben 15 anni "eventualmente prorogabili", la possibilità di inserire il proprio marchio sui biglietti del Colosseo e sulla recinzione del cantiere e una serie di altre facoltà commercialmente molto preziose. A fronte di queste concessioni l´accordo non garantisce in alcun modo sul termine e la qualità dei lavori».
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