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COME CAMBIERÀ IL CSM? – NUOVE REGOLE PER L’ASSEGNAZIONE DEGLI INCARICHI DIRETTIVI DEGLI UFFICI GIUDIZIARI E ELEZIONE A DOPPIO TURNO CON BALLOTTAGGIO: IL GOVERNO STUDIA LA RIFORMA DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA TRAVOLTO DALLO SCANDALO PALAMARA – ERMINI: “QUESTO CSM NON DEVE CAMBIARE PASSO PERCHÉ L' HA GIÀ FATTO DA TEMPO” (CIAO CORE)
Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”
Mentre il governo tenta di accelerare la riforma del Consiglio superiore della magistratura dopo le nuove puntate del «caso Palamara», il vice-presidente David Ermini rivendica: «Questo Csm non deve cambiare passo perché l' ha già fatto da tempo. Nessuno si illuda, chiedendo lo scioglimento, che questo Csm torni indietro». E a proposito di nuove norme per cambiare la composizione e il funzionamento dell' organo di autogoverno dei giudici, Ermini assicura: «Noi siamo i primi a voler dare suggerimenti di tipo tecnico e cambiare quello che non va».
Non c' è solo la modifica del sistema elettorale nel disegno di legge governativo di cui hanno discusso ieri il ministro grillino Alfonso Bonafede, il sottosegretario del Pd Andrea Giorgis e i «responsabili giustizia» dei partiti di maggioranza. Provvedimento che il Guardasigilli vorrebbe portare in Consiglio dei ministri già la prossima settimana.
giuseppe conte alfonso bonafede
Sono previste nuove regole per l' assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi negli uffici giudiziari, che assieme a quelle sul voto dei rappresentanti togati dovrebbero servire ad aumentare il tasso di meritocrazia, riducendo il peso delle correnti negli «scambi» e spartizioni di posti. Diventa obbligatoria, ad esempio, l' audizione dei candidati, ora rimessa alla discrezionalità del Consiglio; s' innalzano i requisiti di anzianità per le candidature alle funzioni direttive, ed è prevista la partecipazione a specifici corsi della Scuola superiore, con esami finali.
L' obiettivo è ridurre la platea dei candidati e i margini di discrezionalità nella scelta dei nominati, oltre che disincentivare (con la trattazione cronologica) la pratica delle «nomine a pacchetto» per soddisfare contemporaneamente le esigenze di tutte le correnti.
Per quanto riguarda l' elezione del Csm (che torna ad essere composto di 30 consiglieri, 20 togati e 10 laici scelti dal Parlamento) viene introdotto un sistema a doppio turno con ballottaggio. E dopo essere stati al Csm, i magistrati dovranno attendere almeno 4 anni per accedere a incarichi direttivi o semidirettivi, e due per essere collocati fuori ruolo. Per bloccare le «porte girevoli» tra politica e giustizia, si prevede che chi va fuori ruolo per assumere funzioni di governo o elettive (parlamentare, consigliere in enti locali, ecc.) non può tornare a fare il magistrato ma sarà collocato «nei ruoli amministrativi della sua o di altra amministrazione».
SERGIO MATTARELLA DAVID ERMINI
Oltre che tra i partiti di maggioranza e - almeno nelle intenzioni del Guardasigilli - quelli di opposizione, il dibattito sulla riforma dovrebbe allargarsi ai suggerimenti di magistrati, avvocati e dell' accademia. Sparito ogni riferimento al sorteggio dei candidati da eleggere (inizialmente immaginato da Bonafede), sul nuovo ddl non dovrebbero esserci tra i partiti differenze insormontabili; ma sul terreno della giustizia, scivoloso e sempre esposto ad emergenze che richiedono interventi immediati, le sorprese restano dietro l' angolo. Tra le stesse correnti delle toghe ci sono posizioni diverse. E dentro il Csm l' ex pm antimafia Nino Di Matteo ha chiesto che pure nella scelta dei magistrati segretari sia evitata «anche la semplice apparenza di cooptazioni da parte di gruppi o singoli consiglieri».
LUCA PALAMARA
luca palamara nicola zingaretti
Il plenum ha deciso di rinviare la decisione. Lo stesso Di Matteo non considera chiusa la vicenda che l' ha visto contrapposto al ministro della Giustizia sulla sua mancata nomina al vertice delle carceri, nel 2018. Intervistato nel programma Atlantide , su La7, ha ribadito: «Non ho potuto essere ulteriormente circostanziato, ma se sarò sentito in una sede istituzionale lo farò, non posso accettare che si faccia credere che io abbia detto qualcosa che non corrisponde a verità».
Mattarella con Palamara
bonafede
LUCA PALAMARA ADELE ATTISANI
palamara
luca palamara 2008
luca palamara francesco cossiga
Palamara Cascini
palamara valerio fracassi
david ermini
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