COME E’ FICO CENSURARE LA RAI! - IL PRESIDENTE DELLA VIGILANZA CHE PENSA DI ESSERE IL DIRETTORE GENERALE

Paolo Conti per il Corriere della Sera

In Italia la tv pubblica funziona così, in estrema sintesi. La Rai è un'azienda editoriale di proprietà del Tesoro (appunto: pubblica) ma, rispetto alle scelte, dotata di una propria autonomia che nemmeno la legge Gasparri mette minimamente in discussione. E poi c'è la commissione parlamentare di Vigilanza: se una tv è pubblica, è bene che siano Senato e Camera a seguirla con rigore.

Non a «controllarla»: l'italiano è una lingua ricca di sfumature, il concetto di «controllo» (che implica un potere di intervento diretto) è ben diverso dalla «vigilanza». Quindi, come dice la parola stessa, la Bicamerale istituita dalla legge 103 del 14 aprile 1975 «vigila».

Cioè (articolo 4) «formula indirizzi generali», «indica i criteri generali», «approva i piani di massima della programmazione annuale». Dunque una tipica commissione «di indirizzo e vigilanza». Certo non un ufficio di analisi preventiva del prodotto mai andato in onda, meno che mai di censura preventiva.

E invece il nuovo presidente della commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico, del Movimento 5 Stelle, ha chiesto ai vertici Rai di poter visionare prima della messa in onda il materiale su «The Mission», il progetto di social tv di viale Mazzini. Su un punto di principio (e di sostanza) Michele Santoro non ha mai derogato: mostrare in anticipo ai diversi direttori generali Rai i materiali filmati che avrebbe trasmesso, né concordare scalette.

Un modo per tutelare la propria autonomia editoriale: discutibile per alcuni, per altri la certezza che sarebbe stato lui e soltanto lui a rispondere. In questo caso Roberto Fico sembra immaginare un ruolo assolutamente inedito e inaudito della Vigilanza: l'esame preventivo del prodotto, il tipico processo alle intenzioni. In buona sostanza, senza girare troppo intorno alle parole, una vera e propria censura preventiva.

Non può esserci sospetto al mondo che possa spingere una commissione parlamentare di un Paese democratico a chiedere alla tv pubblica di mostrare ciò che non è andato in onda per esprimere un giudizio a priori. La Rai ha un direttore generale, responsabile finale di ciò che viale Mazzini trasmette. Si chiama Luigi Gubitosi, se all'attuale Vigilanza qualcuno non lo sapesse. Basterà una telefonata.

 

 

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