DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Francesco Bei per “la Repubblica”
Al netto di qualche show a beneficio della diretta tv, oggi pomeriggio il Senato approverà senza patemi la riforma costituzionale. Tiene la pax interna nel Pd e la maggioranza, tolti un paio di ribelli dem, dovrebbe presentarsi compatta. Ma un’altra nube si addensa all’orizzonte e già impensierisce il premier: la legge elettorale. Le richieste per cambiare l’Italicum, assegnando il premio di maggioranza alla coalizione e non al singolo partito si moltiplicano. Non c’è solo Forza Italia, ma anche Area popolare e la galassia centrista che sostiene il governo, oltre a una parte dello stesso Pd.
Una questione, quella della legge elettorale, che s’intreccia con quella delle prossime amministrative. «Roma, Milano e Napoli saranno delle vere elezioni di mid-term- osserva Beppe Fioroni - e il meccanismo impone le coalizioni. A questo punto è d’obbligo domandarsi qual è la coalizione che vogliamo costruire, quale sarà l’Ulivo 2.0».
Per Fioroni, cattolico dem e per molti della sinistra Pd, le coalizioni alle amministrative andranno riprodotte alle politiche. E giocoforza si dovrà mettere mano alla legge elettorale: «Quelli a cui proporremo di allearci - prosegue Fioroni - pretenderanno un accordo su scala nazionale. E allora le strade sono due: o l’apparentamento oppure il premio alla coalizione». Entrambe le strade sono escluse da Renzi, che tira dritto per la sua strada: «L’Italicum l’abbiamo appena approvato e non si cambia».
Tuttavia una “poison pill”, una pillola avvelenata inserita nella norma transitoria della Costituzione ad opera dei bersaniani, potrebbe rendere vana la resistenza del premier. L’articolo 39, confermato da palazzo Madama, prevede infatti che entro 30 giorni dall’entrata in vigore della riforma, 1/4 di deputati o 1/3 di senatori possano rivolgersi alla Consulta per chiedere un giudizio preventivo sulla legge elettorale. Un problema segnalato già ad agosto da Luciano Violante: «Se la Consulta dovesse applicare gli stessi principi usati sulla legge Calderoli, una parte rilevante dell’Italicum potrebbe essere dichiarata incostituzionale».
A quel punto il Parlamento sarebbe costretto a rimetterci mano: ecco il varco che i nemici dell’Italicum aspettano per abolire il premio alla lista e trasformarlo in premio alla coalizione. In questo modo il Pd potrebbe allearsi con una formazione centrista - i “moderati per Renzi” - formata dagli alfaniani, dai verdiniani, da Tosi e da tutta la galassia scaturita dall’esplosione di Scelta civica. Ma ci potrebbe essere anche la nascita di un soggetto a sinistra con Sel e i fuoriusciti dem.
Se questo è lo scenario del futuro, al momento Boschi e Renzi si godono il successo dell’imminente sì alla riscrittura della Costituzione. Mentre Silvio Berlusconi chiederà oggi ai suoi 43 senatori, convocati per mezzogiorno assieme ai deputati, di differenziarsi dagli “oltranzisti” restando in aula ma senza votare. Magari compiendo il gesto eclatante, e senza precedenti per i forzisti, di scendere giù dall’emiclo e tenere in alto la Costituzione.
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