DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL…
1 – I "COSTRUTTORI" DEL PRESIDENTE
sergio mattarella discorso di fine anno 2020 1
Quindici milioni di italiani, mai così tanti, hanno ascoltato in diretta tivù l' ultimo appello che Sergio Mattarella rivolge alla politica e ai suoi leader: per favore, non mettete in ginocchio l' Italia. Il cuore del discorso sta nelle scarne considerazioni chiaramente riferite ai venti di burrasca che minacciano la vita del governo.
«Questo è tempo di costruttori», dice il presidente rivolto ai potenziali sfasciacarrozze. I prossimi mesi rappresentano un passaggio decisivo, per cui «non sono ammesse distrazioni, non si deve perdere tempo», soprattutto «non vanno sprecate energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte».
sergio mattarella si prepara al discorso di fine anno 2020
Guarda caso, poche ore prima del messaggio presidenziale Matteo Renzi aveva teorizzato quanto gli converrebbe passare all' opposizione per rimpolpare i consensi di Italia viva, finora penalizzata dal sostegno al governo. Le fonti accreditate negano (ci mancherebbe altro) che Mattarella si riferisca a Renzi in modo particolare; la sua esortazione, viene chiarito, è valida «erga omnes».
GIUSEPPE CONTE MATTEO RENZI - BY GIANBOY
Ma negli altri palazzi nessuno nutre dubbi, tutti pensano che il capo dello Stato abbia voluto compiere un estremo tentativo per frenare il Rottamatore, facendo pubblicamente leva sul senso di responsabilità che a un ex premier non può mancare.
Il Quirinale, precisa chi lo frequenta, non è ostile ai chiarimenti anche ruvidi; Mattarella sa che nella lotta politica ci stanno gli ultimatum e la Costituzione non vieta di far cadere i governi.
IL PRESIDENTE SI VACCINA - BY LE BIMBE DI SERGIO MATTARELLA
Lui stesso ne dà atto: «Non si tratta di annullare le diversità di idee, di ruoli, di interessi». Ma c' è modo e modo di far valere le proprie ragioni, specie in un momento drammatico come quello attuale, con una pandemia niente affatto domata, con un piano di vaccinazioni da incrociare le dita.
Per questo Mattarella ripete: «Vaccinarsi è un dovere», e annuncia che anche lui lo farà quando verrà il suo turno (al presidente è stato fatto presente quanto è complicato far arrivare le fiale nei borghi più fuori mano). Entro febbraio va presentato il progetto italiano per il Recovery Fund, senza il quale l' Europa non staccherebbe i 27 miliardi del primo assegno, tantomeno quelli successivi. Per provocare adesso, seduta stante, una crisi di governo ci vorrebbero motivi di straordinaria gravità.
Tali non sono le ragioni fin qui addotte dai vari protagonisti. I rimpasti, le deleghe sui servizi segreti, le divergenze sulla "governance" del Recovery Fund non rispecchiamo minimamente «quel che i cittadini si attendono» da chi li dirige (sul Colle, a quanto pare, nemmeno sono stati graditi certi toni di sfida da parte del premier, quel «ci vedremo in Parlamento» con cui Conte, nella conferenza stampa di fine anno, ha gettato ulteriore benzina sul fuoco del malanimo).
Poi, naturalmente, c' è chi crede di avere ascoltato l' ennesima «predica inutile» di un presidente ormai agli sgoccioli del suo mandato. Lui stesso taglia corto con le lusinghe di un «bis» annunciando, in modo impegnativo, che il 2021 «sarà il mio ultimo anno come presidente della Repubblica». Ma proprio perché non ha intenzione di farsi rieleggere, Mattarella sarà meno condizionabile e più libero di prendere le sue decisioni.
giuseppe conte sergio mattarella
In un certo senso, l' annuncio dell' addio rappresenta una sorta di avvertimento, anche questo a 360 gradi: nel caso in cui fosse impossibile rimettere insieme una maggioranza, l' uomo si regolerebbe con lo scrupolo di un magistrato. Scioglierebbe le Camere, viene confermato, con molto rammarico ma anche in base ad altre considerazioni che sul Colle cominciano a farsi largo.
Lassù non sfugge che la legislatura è entrata nella sua fase calante; che dalle scorse elezioni tanti equilibri sono cambiati, la destra ormai controlla ben 15 Regioni; che il referendum sul taglio dei parlamentari ha reso superfluo un terzo degli attuali onorevoli; che in caso di crisi il tasso di delegittimazione politica diventerebbe insopportabile. A quel punto Mattarella non avrebbe più argomenti per difendersi da chi gli chiede di mandare tutti a casa e di ridare voce al popolo sovrano.
2 – IN PIEDI CON LE PORTE SPALANCATE ECCO PERCHÉ IL PRESIDENTE HA ABBANDONATO LA POLTRONA
Concetto Vecchio per “la Repubblica”
Per la prima volta, a memoria d' uomo, un presidente della Repubblica ha pronunciato il discorso di fine anno in piedi, nell' atrio della Vetrata, con le porte aperte e il cortile d' onore alle sue spalle illuminato. Perché Sergio Mattarella ha voluto uscire fuori dalla tradizione, metaforicamente fuori dal palazzo, o comunque dando l' impressione di volerlo tenere aperto?
L' idea, per l' appunto, era di dare un' immagine di apertura. Mettersi in sintonia con l' umore del Paese. Del resto gli italiani non tengono le finestre il più possibile aperte, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, schiudendole ogni volta che possono, per cercare di non dare tregua al virus?
Colpiva la mascherina appoggiata sul leggio. E il Presidente ritto in piedi, una novità assoluta, ma questo del resto è stato l' anno più duro dalla fine della guerra, e quindi l' inedita postura intendeva segnalare la gravità del momento. Niente è stato più come prima in questo 2020, e quindi anche l' abituale discorso ha inteso rompere una tradizione.
sergio mattarella discorso di fine anno 2020
Siamo al pianoterra della palazzina Gregoriana, il nucleo più antico del palazzo del Quirinale, a trenta metri dalla sala del Tofanelli, dove il presidente tenne il discorso l' anno scorso.
L' atrio della Vetrata si slarga alla fine di un lungo corridoio che congiunge la sala del Tofanelli con la scala del Mascarino: qui in genere terminano gli onori militari dopo le visite dei Capi di Stato. Al centro del cortile la stella di Natale appoggiata per terra e, laggiù in fondo, la presenza di un corazziere. Stavolta niente quadri o alberi natalizi a fare da sfondo, una scenografia scarna ed essenziale.
MURALES A MILANO – MATTEO RENZI E MATTEO SALVINI ACCOLTELLANO GIUSEPPE CONTE GIULIO CESARE
Mattarella ha provato a infondere fiducia agli italiani. Ha detto che questo è il tempo dei costruttori, e ha rivolto lo sguardo al futuro, ma ha usato anche la parola "angoscia" e ha confessato la sua umana difficoltà a trovare le parole adatte al momento. Insomma, ha cercato di mantenere l' equilibrio che il ruolo impone al Presidente della Repubblica e che in fondo è richiesto a tutti noi nella difficile convivenza con il virus.
MESSAGGIO DI FINE ANNO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA
Il testo integrale del discorso, da www.quirinale.it
Care concittadine e cari concittadini,
avvicinandosi questo tradizionale appuntamento di fine anno, ho avvertito la difficoltà di trovare le parole adatte per esprimere a ciascuno di voi un pensiero augurale.
Sono giorni, questi, in cui convivono angoscia e speranza.
La pandemia che stiamo affrontando mette a rischio le nostre esistenze, ferisce il nostro modo di vivere.
Vorremmo tornare a essere immersi in realtà e in esperienze che ci sono consuete. Ad avere ospedali non investiti dall’emergenza. Scuole e Università aperte, per i nostri bambini e i nostri giovani. Anziani non più isolati per necessità e precauzione. Fabbriche, teatri, ristoranti, negozi pienamente funzionanti. Trasporti regolari. Normali contatti con i Paesi a noi vicini e con i più lontani, con i quali abbiamo costruito relazioni in tutti questi anni.
Aspiriamo a riappropriarci della nostra vita.
sergio mattarella in visita al cimitero di castegnato 3
Il virus, sconosciuto e imprevedibile, ci ha colpito prima di ogni altro Paese europeo. L’inizio del tunnel. Con la drammatica contabilità dei contagi, delle morti. Le immagini delle strade e delle piazze deserte. Le tante solitudini. Il pensiero straziante di chi moriva senza avere accanto i propri cari.
L’arrivo dell’estate ha portato con sé l’illusione dello scampato pericolo, un diffuso rilassamento. Con il desiderio, comprensibile, di ricominciare a vivere come prima, di porre tra parentesi questo incubo.
Poi, a settembre, la seconda offensiva del virus. Prima nei Paesi vicini a noi, e poi qui, in Italia. Ancora contagi – siamo oltre due milioni - ancora vittime, ancora dolore che si rinnova. Mentre continua l’impegno generoso di medici e operatori sanitari.
Il mondo è stato colpito duramente. Ovunque.
Anche l’Italia ha pagato un prezzo molto alto.
Rivolgendomi a voi parto proprio da qui: dalla necessità di dare insieme memoria di quello che abbiamo vissuto in questo anno. Senza chiudere gli occhi di fronte alla realtà.
La pandemia ha scavato solchi profondi nelle nostre vite, nella nostra società. Ha acuito fragilità del passato. Ha aggravato vecchie diseguaglianze e ne ha generate di nuove.
Tutto ciò ha prodotto pesanti conseguenze sociali ed economiche. Abbiamo perso posti di lavoro. Donne e giovani sono stati particolarmente penalizzati. Lo sono le persone con disabilità. Tante imprese temono per il loro futuro. Una larga fascia di lavoratori autonomi e di precari ha visto azzerare o bruscamente calare il proprio reddito. Nella comune difficoltà alcuni settori hanno sofferto più di altri.
La pandemia ha seminato un senso di smarrimento: pone in discussione prospettive di vita. Basti pensare alla previsione di un calo ulteriore delle nascite, spia dell’incertezza che il virus ha insinuato nella nostra comunità.
È questa la realtà, che bisogna riconoscere e affrontare.
Nello stesso tempo sono emersi segnali importanti, che incoraggiano una speranza concreta. Perché non prevalga la paura e perché le preoccupazioni possano trasformarsi nell’energia necessaria per ricostruire, per ripartire.
coronavirus paziente all ospedale san filippo neri di roma
Nella prima fase, quando ancora erano pochi gli strumenti a disposizione per contrastare il virus, la reazione alla pandemia si è fondata anzitutto sul senso di comunità.
Adesso stiamo mettendo in atto strategie più complesse, a partire dal piano di vaccinazione, iniziato nel medesimo giorno in tutta Europa.
Inoltre, per fronteggiare le gravi conseguenze economiche sono in campo interventi europei innovativi e di straordinaria importanza.
Mai un vaccino è stato realizzato in così poco tempo.
sergio mattarella in visita al cimitero di castegnato 2
Mai l’Unione Europea si è assunta un compito così rilevante per i propri cittadini.
Per il vaccino si è formata, anche con il contributo dei ricercatori italiani, un’alleanza mondiale della scienza e della ricerca, sorretta da un imponente sostegno politico e finanziario che ne ha moltiplicato la velocità di individuazione.
La scienza ci offre l’arma più forte, prevalendo su ignoranza e pregiudizi. Ora a tutti e ovunque, senza distinzioni, dovrà essere consentito di vaccinarsi gratuitamente: perché è giusto e perché necessario per la sicurezza comune.
Vaccinarsi è una scelta di responsabilità, un dovere. Tanto più per chi opera a contatto con i malati e le persone più fragili.
claudia alivernini prima in italia a ricevere il vaccino pfizer contro il coronavirus
Di fronte a una malattia così fortemente contagiosa, che provoca tante morti, è necessario tutelare la propria salute ed è doveroso proteggere quella degli altri, familiari, amici, colleghi.
Io mi vaccinerò appena possibile, dopo le categorie che, essendo a rischio maggiore, debbono avere la precedenza.
Il vaccino e le iniziative dell’Unione Europea sono due vettori decisivi della nostra rinascita.
ursula von der leyen sergio mattarella
L’Unione Europea è stata capace di compiere un balzo in avanti. Ha prevalso l’Europa dei valori comuni e dei cittadini. Non era scontato.
Alla crisi finanziaria di un decennio or sono l’Europa rispose senza solidarietà e senza una visione chiara del proprio futuro. Gli interessi egoistici prevalsero. Vecchi canoni politici ed economici mostrarono tutta la loro inadeguatezza.
Ora le scelte dell’Unione Europea poggiano su basi nuove. L’Italia è stata protagonista in questo cambiamento.
sergio mattarella da solo all'altare della patria meme 1
Ci accingiamo – sul versante della salute e su quello economico – a un grande compito. Tutto questo richiama e sollecita ancor di più la responsabilità delle istituzioni anzitutto, delle forze economiche, dei corpi sociali, di ciascuno di noi. Serietà, collaborazione, e anche senso del dovere, sono necessari per proteggerci e per ripartire.
Il piano europeo per la ripresa, e la sua declinazione nazionale – che deve essere concreta, efficace, rigorosa, senza disperdere risorse - possono permetterci di superare fragilità strutturali che hanno impedito all’Italia di crescere come avrebbe potuto.
Cambiamo ciò che va cambiato, rimettendoci coraggiosamente in gioco.
Lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo alle giovani generazioni.
sergio mattarella in visita al cimitero di castegnato
Ognuno faccia la propria parte.
La pandemia ci ha fatto riscoprire e comprendere quanto siamo legati agli altri; quanto ciascuno di noi dipenda dagli altri. Come abbiamo veduto, la solidarietà è tornata a mostrarsi base necessaria della convivenza e della società.
Solidarietà internazionale. Solidarietà in Europa. Solidarietà all’interno delle nostre comunità.
Il 2021 deve essere l’anno della sconfitta del virus e il primo della ripresa. Un anno in cui ciascuno di noi è chiamato anche all’impegno di ricambiare quanto ricevuto con gesti gratuiti, spesso da sconosciuti. Da persone che hanno posto la stessa loro vita in gioco per la nostra, come è accaduto con tanti medici e operatori sanitari.
sergio mattarella da solo all'altare della patria meme
Ci siamo ritrovati nei gesti concreti di molti. Hanno manifestato una fraternità che si nutre non di parole bensì di umanità, che prescinde dall’origine di ognuno di noi, dalla cultura di ognuno e dalla sua condizione sociale.
È lo spirito autentico della Repubblica.
La fiducia di cui abbiamo bisogno si costruisce così: tenendo connesse le responsabilità delle istituzioni con i sentimenti delle persone.
coronavirus paziente all ospedale san filippo neri di roma
La pandemia ha accentuato limiti e ritardi del nostro Paese. Ci sono stati certamente anche errori nel fronteggiare una realtà improvvisa e sconosciuta.
Si poteva fare di più e meglio? Probabilmente sì, come sempre. Ma non va ignorato neppure quanto di positivo è stato realizzato e ha consentito la tenuta del Paese grazie all’impegno dispiegato da tante parti. Tra queste le Forze Armate e le Forze dell’Ordine che ringrazio.
Abbiamo avuto la capacità di reagire.
La società ha dovuto rallentare ma non si è fermata.
Non siamo in balìa degli eventi.
Ora dobbiamo preparare il futuro.
sergio mattarella da solo all'altare della patria per il 25 aprile
Non viviamo in una parentesi della storia. Questo è tempo di costruttori. I prossimi mesi rappresentano un passaggio decisivo per uscire dall’emergenza e per porre le basi di una stagione nuova.
Non sono ammesse distrazioni. Non si deve perdere tempo. Non vanno sprecate energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte. E’ questo quel che i cittadini si attendono.
coronavirus ospedale di varese 3
La sfida che è dinanzi a quanti rivestono ruoli dirigenziali nei vari ambiti, e davanti a tutti noi, richiama l’unità morale e civile degli italiani. Non si tratta di annullare le diversità di idee, di ruoli, di interessi ma di realizzare quella convergenza di fondo che ha permesso al nostro Paese di superare momenti storici di grande, talvolta drammatica, difficoltà.
L’Italia ha le carte in regola per riuscire in questa impresa.
Ho ricevuto in questi mesi attestazioni di apprezzamento e di fiducia nei confronti del nostro Paese da parte di tanti Capi di Stato di Paesi amici.
Nel momento in cui, a livello mondiale, si sta riscrivendo l’agenda delle priorità, si modificano le strategie di sviluppo ed emergono nuove leadership, dobbiamo agire da protagonisti nella comunità internazionale.
In questa prospettiva sarà molto importante, nel prossimo anno, il G20, che l’Italia presiede per la prima volta: un’occasione preziosa per affrontare le grandi sfide globali e un’opportunità per rafforzare il prestigio del nostro Paese.
L’anno che si apre propone diverse ricorrenze importanti.
Tappe della nostra storia, anniversari che raccontano il cammino che ci ha condotto ad una unità che non è soltanto di territorio. Ricorderemo il settimo centenario della morte di Dante.
Celebreremo poi il centosessantesimo dell’Unità d’Italia, il centenario della collocazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria.
E ancora i settantacinque anni della Repubblica.
CORONAVIRUS - TERAPIA INTENSIVA
Dal Risorgimento alla Liberazione: le radici della nostra Costituzione. Memoria e consapevolezza della nostra identità nazionale ci aiutano per costruire il futuro.
Esprimo un ringraziamento a Papa Francesco per il suo magistero e per l’affetto che trasmette al popolo italiano, facendosi testimone di speranza e di giustizia. A lui rivolgo l’augurio più sincero per l’anno che inizia.
Complimenti e auguri ai goriziani per la designazione di Gorizia e Nova Gorica, congiuntamente, a capitale europea della cultura per il 2025. Si tratta di un segnale che rende onore a Italia e Slovenia per avere sviluppato relazioni che vanno oltre la convivenza e il rispetto reciproco ed esprimono collaborazione e prospettive di futuro comune. Mi auguro che questo messaggio sia raccolto nelle zone di confine di tante parti del mondo, anche d’ Europa, in cui vi sono scontri spesso aspri e talvolta guerre anziché la ricerca di incontro tra culture e tradizioni diverse.
Vorrei infine dare atto a tutti voi – con un ringraziamento particolarmente intenso - dei sacrifici fatti in questi mesi con senso di responsabilità. E vorrei sottolineare l’importanza di mantenere le precauzioni raccomandate fintanto che la campagna vaccinale non avrà definitivamente sconfitto la pandemia.
sergio mattarella e i corazzieri con la mascherina all'altare della patria per il 25 aprile
Care concittadine e cari concittadini,
quello che inizia sarà il mio ultimo anno come Presidente della Repubblica.
Coinciderà con il primo anno da dedicare alla ripresa della vita economica e sociale del nostro Paese.
La ripartenza sarà al centro di quest’ultimo tratto del mio mandato.
Sarà un anno di lavoro intenso.
Abbiamo le risorse per farcela.
Auguri di buon anno a tutti voi!
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO -…
DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER…
DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E…
DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E…
QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI…