matteo salvini open arms

COME SI È SALVATO SALVINI? - IL LEADER DEL CARROCCIO È STATO ASSOLTO NEL CASO "OPEN ARMS" GRAZIE ALLE "POCHE CERTEZZE E MOLTE AREE GRIGIE" DELLE CONVENZIONI INTERNAZIONALI CHE REGOLANO IL SOCCORSO IN MARE - QUESTE SONO DEFINITE DAI GIUDICI "PRECARIE", "INAFFIDABILI" E "INCOMPIUTE" - INOLTRE, L'ITALIA NON FU LO STATO DI PRIMO CONTATTO DELLA NAVE "OPEN ARMS", BATTENTE BANDIERA SPAGNOLA, CON A BORDO I MIGRANTI - EPPURE SALVINI GIGIONEGGIA: "DIFENDERE L’ITALIA NON È REATO"

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Estratto dell'articolo di Giovanni Bianconi per il "Corriere della Sera"

 

matteo salvini a palermo a processo per la open arms 12

Nell’estate del 2019, quando l’allora vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini negò per oltre due settimane la concessione del Pos ( place of safety , luogo di sbarco sicuro) alle nave della organizzazione spagnola Open Arms, sull’Italia non gravava alcun obbligo di concederlo.

 

Ne consegue che aver trattenuto a bordo 147 migranti fino allo sgombero ordinato da un procuratore della Repubblica non significa aver commesso un reato, e per questo il Tribunale di Palermo ha assolto il leader leghista (oggi di nuovo vicepremier, ma ministro dei Trasporti) nel processo concluso il 20 dicembre scorso. 

 

matteo salvini a palermo a processo per la open arms 2

«Deve escludersi — si legge nelle motivazioni della sentenza depositate ieri — che la concessione del Pos costituisse per l’Italia, e di riflesso per l’allora ministro dell’Interno Salvini, un “obbligo giuridico” il cui mancato rispetto potesse integrare gli estremi del rifiuto di atti di ufficio oltre che i presupposti per la realizzazione del reato di sequestro di persona».

 

I tre giudici del collegio hanno impiegato sei mesi (anziché i tre convenzionali) per spiegare in 266 pagine il loro verdetto, che non mancherà di riaccendere il dibattito sulle leggi del mare e sui soccorsi; e probabilmente non chiudono il processo Open Arms. È infatti prevedibile che i pubblici ministeri della Procura di Palermo presentino appello, sebbene l’avvocata (e senatrice leghista) Giulia Bongiorno ritenga che «la sentenza riconosce la assoluta correttezza della condotta di Matteo Salvini».

 

matteo salvini a palermo a processo per la open arms 15

Il quale esulta: «I giudici hanno confermato che difendere l’Italia non è reato», anche se resta «l’amarezza per un processo lungo e che è costato migliaia di euro ai contribuenti italiani: è il risultato dell’odio politico della sinistra contro di me». 

 

In realtà, più che il comportamento di Salvini è l’interpretazione delle norme e delle convenzioni internazionali — che forniscono «poche certezze e molte aree grigie», essendo «precarie», «inaffidabili» e «incompiute — ad aver condotto il Tribunale al verdetto di non colpevolezza. 

 

Tutto basato sul principio che quelle convenzioni e regole sono troppo vaghe; non stabiliscono obblighi, bensì «mere raccomandazioni» che non ne trasformano il mancato rispetto in reato. Tanto più se, come ritiene il Tribunale, nella vicenda Open Arms l’Italia non fu lo Stato di «primo contatto» chiamato in causa dai soccorritori, che battevano bandiera spagnola e dunque alla Spagna si rivolsero, oltre che a Malta, prima di puntare verso l’Italia.

open arms salvini

 

In ogni caso, insistono i giudici, le «disposizioni contraddittorie» della normativa internazionale «pongono quanto meno in dubbio l’assunto che anche sullo Stato di primo contatto possa gravare quale vero e proprio obbligo» la concessione del Pos. 

 

In un’altra vicenda per molti versi analoga, quella della nave Diciotti del 2018, la Corte d’appello di Roma aveva già denunciato «l’assenza di regole chiare circa l’individuazione dello Stato che, dopo il primo soccorso, deve farsi carico dei soggetti tratti in salvo», ma nel febbraio scorso le Sezioni unite della Cassazione hanno definito questa tesi «priva di fondamento». [...]

 

Salvini al processo Open Arms

I giudici [...] definiscono, in linea con molte considerazioni di Salvini durante il dibattimento, «non condivisibile» il comportamento del comandante della Open Arms, il quale «nonostante l’implicito, ma inequivoco, rifiuto dell’Italia di assumersi competenze, espresso nel decreto interdittivo del l° agosto, si è trattenuto per giorni al largo delle coste italiane, confidando in un’improbabile evoluzione favorevole della vicenda, anziché esperire le altre valide soluzioni disponibili». 

 

Il decreto che vietava l’ingresso della Open Arms in acque nazionali fu emesso dai ministri Salvini, Trenta e Toninelli (esponenti dei 5 Stelle all’epoca alleati della Lega) sul presupposto che il passaggio della nave fosse «non inoffensivo», ma oggi viene bollato dai giudici come un atto probabilmente illegittimo: si può «dubitare seriamente della sua conformità ai dettami delle norme di diritto nazionale e internazionale». Inoltre, nonostante i sospetti lanciati da Salvini, «non è emerso alcun elemento dotato di minima suggestività di un collegamento tra Open Arms e le organizzazioni dedite al favoreggiamento del flusso migratorio clandestino». 

MATTEO SALVINI NEL VIDEO SUL CASO OPEN ARMS

 

Pure la ricerca preventiva di accordi con altri Paesi europei per la redistribuzione dei migranti, rivendicata dal ministro per ritardare la concessione del Pos, viene liquidata dal Tribunale come una giustificazione «quanto meno opinabile». [...]

salvini open arms vignetta by rolli per il giornalone la stampa