LA BANCA UCCIDE - UN COMMERCIALISTA DI ROMA SI SPARA IN BOCCA DOPO UN “NO” DELLA BANCA A UNA RICHIESTA DI POCHE MIGLIAIA DI EURO - MIRACOLATO: LA PALLOTTOLA TRAPASSA LA GOLA MA NON TOCCA IL CERVELLO, E’ IN RIANIMAZIONE - I MOTIVI DEL GESTO IN UNA LETTERA ALLA MOGLIE: “MI UCCIDO PERCHÉ LA BANCA MI HA RIFIUTATO UN FINANZIAMENTO”…

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Rinaldo Frignani per il "Corriere della Sera - Roma"

Si è chiuso in bagno e si è sparato un colpo di pistola in bocca. In quel momento in casa c'era solo il domestico filippino. Nel suo studio, sulla scrivania, il commercialista (63 anni) ha lasciato una lettera d'addio per la moglie. «Mi uccido - c'era scritto fra l'altro - perché la banca mi ha rifiutato un finanziamento». È il motivo, anche secondo la polizia, che ieri mattina ha spinto il professionista a spararsi nella sua abitazione nelle campagne della Giustiniana.

Il sessantenne, soccorso dal domestico che ha sfondato la porta del bagno e ha poi chiamato il 118, non è morto: il proiettile gli ha trapassato la gola ma per fortuna non ha raggiunto il cervello. È ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Sant'Andrea, nel reparto di Rianimazione. Sul caso indagano gli agenti del commissariato Flaminio Nuovo, diretti da Angela Cannavale, che hanno sequestrato la pistola, regolarmente denunciata. In casa del commercialista sono stati trovate alcune carabine, anch'esse detenute regolarmente.

Il ritrovamento della lettera ha spinto gli investigatori a indagare sulla situazione patrimoniale del sessantenne e della sua famiglia. E sui motivi che, proprio ieri mattina, lo avevano spinto a recarsi in banca per chiedere un prestito di poche migliaia di euro. Sembra che, oltre al rifiuto dell'istituto di credito di concedere il finanziamento, a far precipitare le cose - secondo la polizia - siano stati anche i problemi economici legati da qualche tempo alla locazione dei locali di un esercizio commerciale ai Parioli, di proprietà del commercialista, mentre la moglie è titolare, sempre nel quartiere, di un altro negozio.

Nell'appartamento alla Giustiniana gli agenti della Scientifica hanno svolto un sopralluogo per ricostruire l'accaduto. Poi gli ispettori del commissariato hanno ascoltato la moglie del professionista al capezzale del marito in ospedale. Non si esclude, sulla base degli accertamenti investigativi, che il commercialista abbia tentato di uccidersi perché anch'egli vittima della crisi economica. Un fattore che dall'inizio dell'anno, solo a Roma e provincia, è già stato causa di una decina di suicidi di commercianti e piccoli imprenditori.

 

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