DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. DALLE CARTE SPUNTA IL NOME DEL TESORIERE DS
Giacomo Amadori per “Libero Quotidiano”
ugo sposetti emanuele macaluso massimo d alema
Nella richiesta di applicazione di misura cautelare firmata dai magistrati di Firenze nell’inchiesta “Sistema” compaiono telefonate e incontri di uomini del Pd. Spunta anche il nome del tesoriere di Ds e Ulivo, il sessantottenne Ugo Sposetti, come ai tempi dell’inchiesta sulla scalata Bnl da parte della banca “rossa” Unipol.
Scrivono i pm: «Dalle attività di intercettazione in corso emerge, inoltre, che Giulio Burchi (uno degli indagati, ndr) è soggetto molto vicino al senatore Sposetti Ugo, per il quale si attiva in più occasioni al fine di reperire incarichi in favore di persone indicategli dallo stesso Sposetti, tanto che in una conversazione tra Burchi e Sposetti, il primo afferma “non faccio altro che fare l’ufficio di collocamento”».
In attesa che il lavoro su segnalazione di un parlamentare del Pd entri in un articolo del Jobs act, conviene annotare che l’altra grande passione dei compagni, come evidenziano le carte, è quella di intrufolarsi negli affari legati alle Grandi opere. Il caso più emblematico riguarda la costruzione dell’Autostrada regionale cispadana (Arc), 67 chilometri tra Reggiolo Rolo e Ferrara.
I principali soci dell’Arc spa sono l’Autostrada del Brennero, l’impresa Pizzarotti e la Coopsette di Reggio Emila, già pesantemente coinvolta nella prima tranche di questa inchiesta, quella che portò all’arresto dell’ex presidente dell’Umbria Maria Rita Lorenzetti. Le danze ruotano intorno all’imprenditore Stefano Perotti, arrestato lunedì, a cui i politici promettono la direzione dei lavori delle opere da realizzare.
maria rita lorenzetti arrestata x
Una proposta che per i magistrati configura il reato di corruzione. In cambio Perotti avrebbe «garantito un favorevole iter delle procedure amministrative» grazie al solido «rapporto corruttivo» con l’ex capo della struttura di missione del ministero delle Infrastrutture, quell’Ercole Incalza rinchiuso ora a Regina Coeli.
Si legge nella richiesta: «È ben singolare il modo con cui Perotti Stefano manifesta l’interesse ad ottenere la direzione dei lavori per la realizzazione dell’opera: egli infatti si rivolge a Peri Alfredo, assessore della Regione Emilia Romagna alle Infrastrutture materiali ed immateriali e ai Trasporti, nonché al consigliere regionale dell’Emilia Romagna Fiammenghi Valdimiro».
E gli inquirenti aggiungono: «I contatti di Perotti con i predetti esponenti politici Peri e Fiammenghi (entrambi indagati, ndr) sono costanti e fanno comprendere come lo stesso Perotti, pur non avendo alcun incarico formale, si stia attivando proprio in relazione a tale “grande opera”, addirittura fornendo informazioni agli stessi, come risulta dalle conversazioni intercettate».
Fiammenghi non è un personaggio di contorno: è uno del «Tortello magico» di Pier Luigi Bersani, uno dei tre uomini a lui più vicini. Grazie alle due nuove conoscenze Perotti può chiamare direttamente il presidente dell’Arc Graziano Pattuzzi (pure lui indagato), altro democratico di lungo corso, ex sindaco di Sassuolo ed ex presidente della provincia di Modena: «Chiamo da parte dell’assessore Peri... (…) che mi ha dato il suo numero (…) per un eventuale appuntamento... per parlare della Cispadana (…) guardi noi facciamo direzione lavori, principalmente project management e controllo della sicurezza e parlando con l’assessore mi aveva detto di contattarla per vedere se potevamo darvi contributi già in questa fase».
Ossia prima dello sblocco dell’opera. Perotti, grazie a Coopsette (socio di Arc) aveva già ottenuto la direzione dei lavori per un tratto della Tav. Ma la sua struttura nelle intercettazioni è bollata come uno «stipendificio», «dove si piglian soldi senza fare un cazzo».
Chi lavora con lui, al telefono, definisce il rapporto con Coopsette «un peccato originale» e prevede «che i nodi verranno al pettine». Nonostante questi piccoli inconvenienti l’ingegnere lavora volentieri con la sinistra e, a nome di Peri, contatta anche il procuratore della società Autostrada del Brennero spa. Ma nulla si fa per niente e Peri inizia a scrivere sms a Incalza: «Vista bozza dello Sblocca Italia. Non vedo Cispadana, Ferrara/Mare e Passante Bo...».
Il grand commis lo invita al ministero. Perotti tranquillizza Fiammeghi («tutto positivo»), quindi lo informa che alle Infrastrutture potrebbe incrociare Alfredo Peri. L’ex assessore invia a Incalza un altro messaggino sul finanziamento della Cispadana. Un sms che sembra l’elenco dei compiti da fare a casa: «Nella bozza che mi hai dato, la Cispadana va spostata nell’elenco dal 15 in poi. I 400 M possono essere programmati dal 2016 in poi con de fiscalizzazione. Su Ravenna ti cercherà D. M. x venirti a parlare x il Cipe di settembre».
Anche Perotti, al cellulare, perora la causa con Incalza: «Ciao ... (…) ascolta Sblocca Italia (…) dentro allora c'è Passante e Cispadana?». L’ex superburocrate risponde che la Cispadana sarà inserita nella Legge di Stabilità. La notizia ingolosisce Peri, che chiama Incalza: «La Cispadana la metti nella Legge di Stabilità? (…) Perchè io stasera alle 6 vedo Lupi (ministro delle Infrastrutture ndr) a Bologna viene lui».
L’interlocutore conferma. Nella loro richiesta di arresto per Incalza i magistrati di Firenze dipanano anche i suoi rapporti con un altro “compagno” di lungo corso, il diessino Antonio Bargone, ex sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture con i governi Prodi e D’Alema, già proconsole pugliese del lìder Maximo, da maggio 2014 presidente della consortile "Ilia Or-Me", incaricata dell’arteria viaria Orte-Mestre, opera da 10 miliardi. Per i pm «i rapporti tra l’Incalza ed il Bargone sono assolutamente confidenziali, come risulta dal tenore delle conversazioni intercettate.
Addirittura, l’Incalza si lamenta con il Bargone - e sembra chiederne l’intervento - allorché, nel giugno 2014, l’onorevole Francesco Boccia fa un’interrogazione parlamentare che lo riguarda». Incalza si rivolge a Bargone anche dopo un’intervista sgradita dello stesso Boccia: «Avvisiamo D’Alema». L’ex capo della struttura di missione chiama l’ex parlamentare dalemiano anche dopo la bocciatura di un emendamento «vitale per lo sviluppo dell’appalto per la realizzazione dell’autostrada Orte-Mestre».
Bargone si accende: «Io mo vado alla Camera e vediamo che succede». Successivamente chiede a Incalza se le opere che lo interessano siano nello Sblocca Italia e Incalza gli spiega che «non c’è la Tirrenica e penso salterà pure la Pistoia Lucca». Bargone non si dispera: «Ah! Senti, ma la norma della Orte Mestre c’è ancora?». Quella per sua fortuna è rimasta: «Sì, sì» conclude Incalza.
2. “È VERO, SEGNALAI DUE PERSONE CHI È IN DIFFICOLTÀ VA AIUTATO”. SPOSETTI (PD): SE FOSSI CATTOLICO LA CHIAMEREI OPERA BUONA
Francesca Schianchi per “la Stampa”
«Se una Procura perde tempo perché qualcuno telefona per cercare un lavoro a chi è in difficoltà, hai voglia a trovare i corrotti…».
verdini e sposetti al ristorante
Senatore Sposetti, secondo le intercettazioni, Burchi si è attivato per reperire incarichi a persone indicate da lei…
«A chi ha fatto il mio lavoro, di impegno politico da una vita, è capitato, e ancora oggi mi capita, di interessarmi di persone che hanno bisogno di lavoro, o che magari in una particolare contingenza lo hanno perduto».
In che rapporti è con Burchi?
«Uno che ha fatto la mia vita pensa non abbia avuto rapporti con tante persone?».
Ma è un rapporto di amicizia?
«I rapporti in politica non si trasferiscono mai in amicizia».
Burchi con lei avrebbe detto «non faccio altro che l’ufficio di collocamento». Se lo ricorda?
«No, non lo ricordo. Ma Burchi è uno che parla molto».
Ha chiesto aiuto per qualcuno?
«Mi fa ricordare che devo aver segnalato due casi, che lui non ha risolto: un carissimo compagno rimasto senza reddito e un giovanissimo ingegnere finito in cassa integrazione già al primo anno di lavoro. Nessuno dei due casi è stato risolto. E non si tratta di incarichi».
E Burchi avrebbe avuto qualcosa in cambio?
«Io non c’ho tutto ‘sto potere per nominare Burchi chissà dove! A presidente dell’Onu, carica che nemmeno esiste...».
Erano suoi parenti?
«No, ma quali parenti!».
Altri disoccupati penseranno che quei due sono più fortunati a conoscere un politico.
«Se passasse dal mio ufficio, vedrebbe quanti curricula ho, ho fatto tante altre segnalazioni. Mi preoccupa che una Procura così prestigiosa si interessi di chi cerca di trovare sollievo a chi sta in difficoltà».
Qual è la differenza tra segnalazione e raccomandazione?
«Questo non lo so. Possiamo vedere sul Devoto-Oli».
Ha capito bene cosa intendo…
«Ma chi sta in difficoltà va aiutato! Ogni tanto a Viterbo mi capita di incontrare persone che mi ringraziano perché 35 anni fa ho dato risposta positiva a una loro richiesta d’aiuto, e io manco me lo ricordo! L’ultima che ho incontrato è una vedova con quattro figli, a cui ho risolto temporaneamente una situazione problematica... Se fossi cattolico praticante, questa la chiamerei opera buona».
Solo per i «compagni» o per chiunque abbia bisogno?
«Allora non mi conosce. Io sono un buono, anzi eccessivamente buono, e poi mi trovo in questa situazione. Ma questa notizia mi fa stare tranquillo, di una serenità adamantina».
Lupi dovrebbe dimettersi?
«Da quel che emerge non vedo grandi questioni su di lui, poi c’è l’aspetto politico che lascio alla sua sensibilità e all’orientamento del premier e segretario del Pd».
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