
L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO…
INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”
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La mossa demenziale di Chiara Appendino di dimettersi dalla vicepresidenza di M5S, proprio alla vigilia del voto delicatissimo delle regionali campane - dove Conte, accettando il Campo Largo è riuscito nel miracolo di strappare a Schlein la debolissima candidatura del grillino disoccupato Roberto Fico - ha origine da una brutta storia che ha azzoppato l’irresistibile ascesa di uno dei tanti colpi di fulmine di Beppe Grillo (la Raggi rappresentò l’abbaglio più clamoroso).
Bene: da dove ha origine il rancore che ancora avvelena i neuroni di Chiara Appendino nei riguardi del Pd? Tutto ebbe inizio dalle dure accuse del capogruppo del Pd torinese, Stefano Lorusso, in seguito al fattaccio che portò alla morte di un cittadino in piazza San Carlo il 3 giugno 2017.
Ma il rancore anti Pd si trasformò in odio per la condanna che subì per la tragedia di piazza san Carlo che, come conseguenza, la sbattè fuori dalla corsa al dopo Di Maio e quel mistero glorioso di Giuseppe Conte approfittò dei due mandati da premier per impossessarsi del Movimento e quindi trasformarlo a partito a sua immagine e somiglianza.
Certo, da bravo democristiano, magari ricordandosi del motto (torinese, falso e cortese), Conte ha tenuto buona l’ambiziosa e tenace ragazza di Moncalieri con una innocua poltroncina di vicepresidente.
Invece di avviarsi con le beghine torinesi al santuario e ringraziare il Signore, come potete leggere qui di seguito, Appendino ha iniziato a scalciare come una cavalla pazza.
Purtroppo né Conte né Patuanelli, compresa Paoletta Taverna, hanno ricordato alla smemorata lungo-chiomata che per la sua ascesa a sindaco della città sabauda doveva non solo ringraziare i grillonzi ma anche il centro-destra.
Essi, la fino ad allora ignota Appendino ha indossato la fascia di primo cittadino di Torino battendo il 19 giugno 2016 al ballottaggio Piero Fassino solo perché il centrodestra, pur di sconfiggere il detestato esponente del Pd, aveva fatto confluire i suoi tanti voti sulla spilungona. (I 5 stelle alle elezioni successive presero 8%, sconfessando l’operato di sindaco dell’Appendino).
Quindi come riporta "il Fatto", fa bene, benissimo Conte a replicare alla Chiara furiosa di sciacquarsi la bocca prima di parlare di Goffredo Bettini come “il male del M5S” perché meriterebbe “un monumento” (vedi la candidatura di Fico).
M5S, APPENDINO LASCIA: “ESAURITA LA NOSTRA SPINTA”
Luca De Carolis e Lorenzo Giarelli per “il Fatto Quotidiano” - Estratti
Non sono tanto le dimissioni da vicepresidente, ormai quasi annunciate dopo giorni di malumori e messaggi anche a mezzo stampa.
Quel che il Movimento 5 Stelle e Chiara Appendino si portano a casa dal Consiglio nazionale di un sabato d’ottobre sono soprattutto sette ore di discussione accesa, addirittura un “processo a Chiara” come dicono sgranando gli occhi i più vicini all’ex sindaca di Torino.
La riunione inizia intorno alle 10. Conte fa una lunga premessa, divagando sull’imminente, cruciale, impegno in Campania a fine novembre. Poi l’ex premier si rivolge ad Appendino, da giorni sui giornali perché martedì sera, durante l’assemblea congiunta dei gruppi, aveva messo sul tavolo le proprie dimissioni. È a quel punto che Appendino conferma l’intenzione di lasciare (in serata arriverà la lettera formale): “Io ci metto la faccia”, scandisce, quasi come sfida.
giuseppe conte goffredo bettini
E torna il nodo dell’alleanza col Pd: “Il problema non è l’alleanza – è il ragionamento di Appendino – ma la postura, come ci stiamo in questa alleanza”. Un tema di subalternità, dunque.
Appendino contesta persino la marcata vicinanza al dirigente dem Goffredo Bettini. È uno dei tanti punti su cui inizia uno scambio duro che va avanti per ore:
“A Bettini dovremmo fare un monumento – è la replica stizzita di Conte – perché ci ha introdotto in certi ambienti”. Il leader dice di “rispettare” la posizione dell’ormai ex vice, ma di non capirla:
“Nelle proposte siamo radicali – ripete – sul posizionamento politico c’è stata una costituente e abbiamo fatto votare gli iscritti”. Riferimento anche alla Toscana, forse il più sanguinoso degli accordi col Pd. “E poi – aggiunge – dove saremmo stati subalterni ai dem?”. E ricorda la linea opposta al Pd sulle armi, soprattutto in Europa.
(…)
C’è anche un duello con Taverna, che sulla Stampa l’aveva richiamata a “confrontarsi nelle sedi opportune”: “Questi temi li ho sempre sollevati in assemblea – è la tesi di Appendino – Siete voi che mi avete risposto in massa sui giornali”. La vicaria, insieme a Conte, promette un’indagine interna sulle soffiate alla stampa, ma tiene il punto: “La sede opportuna era questa, il Consiglio”.
Alessandra Maiorino per due volte prova a convincere l’ex sindaca a ritirare le dimissioni e Conte a non accoglierle. Ma non è aria: Appendino rimette il mandato. Lasciando tra i contiani il sospetto che ora si metta alla finestra confidando in altri inciampi elettorali per presentarsi poi come alternativa al presidente.
CHIARA APPENDINO - NOVA - ASSEMBLEA COSTITUENTE M5S
giuseppe conte paola taverna manifestazione contro il riarmo foto lapresse
(..)
paola taverna - nova - assemblea costituente m5s
CONTE BETTINI
fico taverna
paola taverna - nova - assemblea costituente m5s
giuseppe conte al compleanno di bettini
chiara appendino 2006 berlino 34
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