FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”
«Siamo consapevoli dei limiti del testo e delle sue inesattezze storiche, anche pesanti», ha ammesso Brando Benifei, eurodeputato del Pd ligure. «In quel documento vi sono frasi sbagliate e altre poco chiare? Sì, certo», ha aggiunto Giuliano Pisapia su Facebook.
Eppure non sono bastate le "pesanti inesattezze" e le "frasi sbagliate": giovedì scorso, la maggioranza del gruppo parlamentare europeo del Pd ha comunque votato a favore della risoluzione «sull' importanza della memoria europea per il futuro dell' Europa»; testo dove, più o meno tra le righe, si equipara il nazismo al comunismo.
Lo si è fatto partendo da un assunto storico discutibile, cioè che la seconda guerra mondiale fosse scoppiata per via del patto Molotov-Ribbentrop tra Urss e Germania nazista; omettendo i 22 milioni di morti dell' Unione Sovietica per sconfiggere Hitler; menzionando solo due volte la parola "fascismo" in tutto lo scritto dove, concludendo, ci si impegna a «contrastare le organizzazioni che incitano all' odio e alla violenza negli spazi pubblici e online».
In realtà la risoluzione, che di fatto non ha alcuna ripercussione pratica nelle varie legislazioni nazionali, era stata annacquata. Nel senso che i proponenti, i gruppi della destra e dei popolari, avevano presentato un documento più smaccato nel mettere nazismo e comunismo sullo stesso piano. Dopo l' intervento di socialisti e verdi e relativo negoziato, ne è uscito fuori un testo più sfumato, dove si è battuto molto il ferro sui crimini dello stalinismo.
Solo due dem non hanno votato a favore, cioè Massimiliano Smeriglio («le democrazie occidentali, le nostre, quelle nate nel '45, devono ringraziare per la vittoria finale gli anglo-americani, le formazioni partigiane e l' Armata Rossa. Questa è la verità storica», ha spiegato) e Pierfrancesco Majorino («in maniera superficiale, banale e dannosa si sono equiparate due culture politiche opposte»). Astensione anche per i 5 Stelle, perché «come sempre si è scatenata una strumentalizzazione di parte, con evidenti forzature storiche», ragiona Fabio Massimo Castaldo. E infine voto contrario della sinistra rosso-verde del Gue.
Fatto sta che quel testo, ammorbidito, ha scatenato numerose proteste a sinistra. La presidenza dell' Anpi replica che «in un' unica riprovazione si accomunano oppressi ed oppressori, vittime e carnefici, invasori e liberatori, per di più ignorando lo spaventoso tributo di sangue pagato dai popoli dell' Unione Sovietica e persino il simbolico evento della liberazione di Auschwitz da parte dell' Armata rossa. Davanti al crescente pericolo di nazifascismi, razzismi, nazionalismi, si sceglie una strada di lacerante divisione piuttosto che di responsabile e rigorosa unità». Per Nicola Fratoianni (LeU) «la risoluzione votata dai parlamentari europei è solo un atto di ignoranza o malafede». E naturalmente protestano i partiti comunisti italiani.
«Lo sdoganamento dell' anticomunismo e di una visione del '900 da Libro Nero si accompagnano in Europa alla liquidazione dell' eredità del movimento operaio e socialista e dell' antifascismo», dice Maurizio Acerbo di Rifondazione. Mentre il Pc invita i comunisti in piazza il prossimo 5 ottobre a Roma: secondo il segretario Marco Rizzo «serve un atto di orgoglio e di lotta contro questa pericolosa posizione dell' Ue». Si gode lo spettacolo, invece, la destra.
«Stavolta va un plauso al Pd - chiosa Ignazio La Russa di FdI - perché finalmente mette sullo stesso piano due tragedie diverse ma simili: il nazismo e il comunismo».
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