DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
CARLO BONOMI E MAURIZIO LANDINI
Luca Monticelli per “la Stampa”
Sul Superbonus, alla fine, il Tesoro ha dovuto cedere: il tetto a 25 mila euro di reddito Isee per ristrutturare le villette con la maxi detrazione del 110% verrà rimosso. Troppo forte il pressing dei partiti, tutti d'accordo per allargare le maglie dell'incentivo sulle ristrutturazioni green. Le resistenze del Mef sono durate mesi, con il ministro Daniele Franco che riteneva il pacchetto sui vari bonus edilizi inserito in manovra già un compromesso oneroso per il governo: un intervento complessivo di 37 miliardi, di cui 15 solo per il Superbonus.
Ma nelle riunioni con la maggioranza che si susseguono in questi giorni, la riluttanza dei tecnici è venuta meno perché il governo ha capito che sarebbe andato sotto in commissione. E così meglio cercare un'intesa. Il modello dovrebbe essere quello indicato dai 5 Stelle su cui convergono pure gli altri gruppi: per avere l'ok allo sgravio del 110% sulle villette basterà aver effettuato il 30% dei lavori a giugno. Negli anni successivi ci sarà un decalage. Gli altri grandi temi su cui prosegue il confronto tra esecutivo e relatori della finanziaria sono il fisco, le bollette, la scuola e i provvedimenti per le aree colpite dai terremoti.
I problemi principali, però, sono le risorse e i tempi. Per le coperture Palazzo Chigi aveva lasciato al Parlamento 600 milioni di euro per modificare la manovra. Soldi che potrebbero salire ad almeno un miliardo, grazie al decreto varato giovedì sera che libera uno spazio fiscale di oltre tre miliardi nel 2022, anticipando alcune spese sul bilancio del 2021. Lunedì il Mef dovrebbe mettere a punto l'emendamento sul fisco che recepisce il taglio di Irpef, Irap, la decontribuzione dei redditi bassi e la norma contro il caro energia.
Proprio sulle bollette di luce e gas, visto lo stanziamento di 3,8 miliardi, si sta lavorando a delle misure che permettano un calo strutturale dei costi per famiglie e imprese. La preoccupazione maggiore riguarda il via libera alla legge di bilancio. L'obiettivo che si era dato il Senato di portarla in aula il 19 e approvarla entro il 21 dicembre è destinato a fallire. Lo slittamento è certo e l'auspicio è quello di votare la fiducia il 23 a Palazzo Madama e alla Camera prima del 30.
maurizio landini a l'aria che tira 1
I gruppi parlamentari stanno cercando di stringere il campo delle modifiche alla finanziaria per comprimere i tempi dell'esame, tuttavia finché il governo non deposita il suo pacchetto di emendamenti e non trova l'accordo sui "riformulati" con i relatori, il dibattito in commissione non potrà cominciare. Al tavolo di ieri Forza Italia ha chiesto risposte al Tesoro sul rinvio selettivo delle cartelle per chi è in difficoltà. Poi, si è parlato della proroga di sei mesi dell'esenzione della Tosap, la tassa sui tavolini che i ristoranti pagano per l'occupazione delle aree pubbliche.
IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA CARLO BONOMI
C'è un'apertura dell'esecutivo ma il rinvio costa 160 milioni, quindi servirà un approfondimento quando il quadro delle norme da finanziare sarà più chiaro. Continuano, intanto, le polemiche sullo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil il 16 dicembre. Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, definisce la mobilitazione «sbagliata, identitaria e un problema per l'Italia. Siamo in presenza di una media di tre-quattro scioperi al giorno a livello territoriale e di circa 250 scioperi nazionali ogni anno».
Parole che non piacciono a Maurizio Landini: «Credo che Bonomi in vita sua uno sciopero non l'abbia mai fatto, non ha mai avuto il problema di doversi battere per migliorare la condizione non solo sua ma anche degli altri». Il ministro Andrea Orlando spinge per la convocazione del tavolo sulla riforma delle pensioni prima dello sciopero: un'ipotesi già posta sul tavolo all'ultimo consiglio dei ministri e ancora nei piani del capodelegazione dem al governo.
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