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CONFLITTI & SOFFRITTI – IL 29 MAGGIO ALLA CAMERA ARRIVANO LE PROPOSTE DI LEGGE SUL CONFLITTO D’INTERESSI: SALTA IL LIMITE DEI 10 MILIONI DI PATRIMONIO PER CHI GOVERNA – MA LA VERA BOMBA È LA NORMA ANTI-CASALEGGIO PRESENTATA DAL PD, CHE IMPEDIREBBE AI GRILLINI DI ENTRARE IN PARLAMENTO PERCHÉ "DIPENDONO DA SOCIETÀ PRIVATE" - BOCCIA: "CASALEGGIO E' IN CONFLITTO DI INTERESSI. SE VUOLE FARE BUSINESS NON DEVE AVERE CONTATTI CON UN PARTITO COME AVVIENE OGGI CON 'ROUSSEAU'..."
1 – DAI DEM NORMA ANTI-CASALEGGIO. IL CARROCCIO DICE SÌ
I 5Stelle annunciano che il 29 maggio la commissione Affari costituzionali della Camera comincerà a discutere delle varie proposte di legge sul conflitto d' interessi. E tra queste, da ieri, c' è quella firmata dai dem Francesco Boccia ed Emanuele Fiano che introduce una novità: la regolamentazione del conflitto d' interessi digitale con una norma che, se approvata, impedirebbe ai grillini di entrare in Parlamento in quanto «dipendono in sede di elezione o nelle scelte politiche da società private che utilizzano sistemi di proliferazione o di alterazione del comportamento delle persone». Tipo la Casaleggio & associati. Una proposta che trova il gradimento della Lega.
davide casaleggio e luigi di maio a sum #03
«Bisogna regolamentare il conflitto», afferma Igor Iezzi, capogruppo leghista in Commissione e salviniano doc, «non solo per gli editori ma anche per le aziende private che influenzano l' attività dei politici». Iezzi aggiunge: «In ogni caso il fatto che la legge sia incardinata in Commissione vuol dire poco, possono passare mesi, anni, prima dell' approvazione».
2 – CONFLITTO D'INTERESSI, LA CORSA ALLA CAMERA
Dino Martirano per il “Corriere della Sera”
C' è una gran rincorsa alla Camera, tra Pd e M5S, sulle proposte di legge (calendarizzate per il 29 maggio) che dovrebbero regolare in senso più restrittivo il conflitto di interessi riguardante le cariche di governo e le funzioni parlamentari. Al Senato, la maggioranza gialloverde porta a casa il voto di scambio politico mafioso: contrari Pd e FI (e anche l' associazione Libera) che denunciano l' irragionevolezza della previsione di pena più alte per il politico che accetta voti dalla mafia rispetto a quella stabilita per l' appartenente all' organizzazione criminale.
Sul conflitto di interessi l' accelerazione imposta dai grillini - che però si sono rimangiati il divieto di diventare premier o ministro per chi ha patrimoni stimabili sopra i 10 milioni di euro - ha innescato una contromossa dei dem che hanno sparato alto contro i titolari di imprese digitali sul modello della piattaforma Rousseau di Davide Casaleggio: «Non si può selezionare un terzo del Parlamento e quasi mezzo governo con i dati e poi dire che non si ha conflitto di interessi», ha detto Francesco Boccia (Pd). È stato lo stesso leader M5S Luigi Di Maio, invece, a ufficializzare la retromarcia sul tetto dei 10 milioni: «Non c' è, sono indiscrezioni di stampa», aggiungendo che «non è un crimine essere ricchi in questo Paese».
Così ieri, all' ufficio di presidenza della prima commissione, nessuno si è opposto alla calendarizzazione del dibattito sul conflitto di interessi per il 29 maggio. E Silvio Berlusconi, intervistato all'«Aria che tira» di La7, non si è lasciato sfuggire l' occasione: «Il conflitto di interessi è non solo ridicolo ma anche incostituzionale perché la Carta prevede parità di doveri e diritti per tutti i cittadini».
In commissione, dunque, il 29 maggio si inizierà ad esaminare un pacchetto di tre proposte di legge: quella della M5S Anna Macina sulle cariche di governo, quella della grillina Fabiana Dadone sull' ineleggibilità in Parlamento (in cui c' è un divieto di candidarsi per i manager in carica delle società con volume di affari superiore ai 10 milioni) e quella del dem Emanuele Fiano sulla quale è stato innestato il confitto di interessi digitale messo a punto da Francesco Boccia. Macina è sicura che questa sarà la volta buona: «Per decenni abbiamo ascoltato le chiacchiere dei vecchi partiti. Ora, con la nostra proposta, daremo al Paese una norma davvero efficace».
LUIGI DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIO
Ma, al di là della campagna grillina accompagnata da un silenzio tombale della Lega, il testo del M5S parte da una definizione molto generica del conflitto di interessi. E prevede anche la tagliola della nullità degli atti degli organi collegiali se non verrà rispettato l' obbligo di astensione dei ministri e degli assessori che rientrano in un conflitto di interessi. Le norme più stringenti per gli editori di giornali e per i concessionari tv non sono accompagnate da analoghe disposizioni per i titolari delle piattaforme digitali: «Il M5S ha scritto una legge per il secolo scorso», ha commentato Boccia del Pd.
3 - "COSÌ CASALEGGIO CONTROLLA IL M5S. ECCO PERCHÉ È IN CONFLITTO D'INTERESSI"
Da http://www.affaritaliani.it
"Non è una norma anti-qualcuno. Ma alla domanda se c'è conflitto di interessi per Casaleggio la risposta è sì. Con una società privata controlla la piattaforma Rousseau che seleziona deputati e senatori e sceglie mezzo governo. Questo non lo dico ma lo dice il buon senso", spiega ad Affaritaliani.it Francesco Boccia, deputato dem che oggi ha presentato - insieme a Graziano Delrio e a Emanuele Fiano - la proposta di legge sul conflitto di interessi del Partito Democratico (in realtà si tratta di due pdl che poi verranno uniti, uno riguarda il digitale e l'altro l'editoria tradizionale).
"Se Casaleggio è il capo politico basta trasferire tutto dentro il movimento, che però deve diventare open source e oggi non è così. Se invece Casaleggio vuole fare business, comprensibile, non deve avere contatti con un partito politico come avviene oggi con Rousseau che prende contributi dai gruppi parlamentari e incide sull'iter legislativo in Parlamento".
In base alle proposte del Pd, Urbano Cairo - editore de La7 e del Corriere della Sera - sarebbe in conflitto di interessi? "Se oggi Urbano Cairo volesse scendere in politica, in base alla nostra proposta di legge, sarebbe in conflitto di interessi e dovrebbe liberarsi dal controllo delle televisioni e dei giornali", ovvero de La7 e del Corriere della Sera. "Ma questo - tiene a precisare Boccia - vale per tutti gli editori italiani e non solo per Cairo, non facciamo casi specifici. Non so se Cairo abbia voglia di complicarsi la vita con la politica ma con il suo ruolo di editore può incidere sulla vita politica del Paese e sul comportamento delle persone, e questo è conflitto di interessi. Tutto ciò vale per lui, per Casaleggio, per Berlusconi. Per tutti".
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