CONFUSIONE A CINQUE STELLE - I GRILLINI NON SANNO COSA FARE CON RENZI: LA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA CONTRO IL GOVERNO PRIMA VIENE ANNUNCIATA POI ANNULLATA

Alessandro Trocino per “Il Corriere della Sera

 

MATTEO RENZIMATTEO RENZI

L’ondeggiare di queste ore dei 5 Stelle, tra accuse di golpe e offerte di dialogo, tra insulti e richieste d’intesa, potrebbe essere un’abile tattica politica per disorientare l’avversario. Oppure, il frutto di una crescente confusione del Movimento, con posizioni non sempre convergenti. Luigi Di Maio, che per il suo ruolo istituzionale e per una sua certa autonomia, è diventato un personaggio di riferimento, la mette così: «Stiamo perseguendo più strade. Poi ci possono essere opinioni divergenti. Ma ci siamo chiariti».

 

Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, nel frattempo, si fanno sentire sul blog con un post dai toni duri, nel quale danno del «bradipo», (animaletto con il «piede lento») a Renzi, spiegando che «è imbattibile a menar il can per l’aia dietro a un apparente decisionismo». Il Movimento 5 Stelle, dice il post, «ha risposto alle richieste del Pd in tempo reale, il Pd ha fatto ammuina, aspettiamo la risposta entro 24 ore».

 

LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO

Ce ne vogliono molte meno per un annuncio ufficioso da fonti di Palazzo Chigi: entro oggi, o al massimo domani, arriverà una lettera con la data prevista per il confronto. Che non parte esattamente con il piede giusto, se è vero che da una parte piovono insulti, dall’altra Debora Serracchiani, vicesegretaria del Pd, commenta: «La tattica di Grillo appare sempre più chiara: chiedere il confronto per fermare le riforme». E Maria Elena Boschi non è più tenera: «Il Pd incontrerà M5S ed il tavolo resta aperto». Ma anche: «I 5 Stelle hanno già provato a frenare le riforme, senza riuscirci».

maria elena boschi (2)maria elena boschi (2)


Intanto sull’annunciata manifestazione di protesta prevista per domani scoppia il caos nei 5 Stelle. L’altro ieri la senatrice Barbara Lezzi aveva lanciato un appello su Facebook: «Venite tutti, noi ci saremo, con Beppe». Lo stesso Di Maio, al Gr1, aveva annunciato la sua partecipazione. Ieri, frenata brusca e contrordine. Sul blog compare un breve messaggio nel quale si dice che «non è prevista la partecipazione di Beppe Grillo a manifestazioni di proteste organizzate la prossima settimana a Roma».


Rocco Casalino, capo della comunicazione del Senato, si sbraccia, invia sms a raffica e si adopera per fare chiarezza: «C’è stato un misunderstanding , un equivoco. Come ve lo devo dire che non c’è nessuna manifestazione, né con Beppe né senza Beppe?».

 

Ripensamento? Dietrofront? Ammorbidimento? O semplice corto circuito comunicativo? Sta di fatto che nelle stesse ore in cui la protesta rientra (ma ci sarà ugualmente, a leggere i gruppi nati su Facebook), la linea dura sembra rafforzarsi, con ampi e crescenti riferimenti al «golpe» e «alla dittatura» in arrivo. Di Maio, considerato l’alfiere della linea aperturista, inasprisce i toni: «Le riforme così fanno paura, si va verso una linea autoritaria».

LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO


Il blog di Grillo di ieri non era tenero. Il primo post, intitolato «La grande schifezza», è firmato Nicola Morra. La riforma, spiega, «sta andando avanti a forza di balle e prepotenza. Il governo sta facendo credere di essere aperto ai contributi e ai miglioramenti che possono arrivare dall’opposizione, ma è una vergognosa bugia. Gli italiani devono sapere che le regole del gioco le stanno scrivendo in due, Renzi e Berlusconi, e tutti gli altri sono tagliati fuori senza possibilità di toccare palla». Come a dire, il dialogo non l’abbiamo interrotto noi, ma Renzi. Confermano altri deputati: «Il Pd ci prende in giro».


Grillo non sarà alla protesta, ma viene smentita anche la sua presenza al gruppo 5 Stelle oggi in Senato. Non è escluso però che in settimana venga a Roma, anche per fare il punto sulla linea. Morra intanto ricorda che «ci sono quattro passaggi parlamentari» per ribellarsi a «questa riforma vergognosa».

 

casaleggio senatocasaleggio senato

Che senso ha chiedere un incontro a Renzi per emendare una riforma che, secondo la vignetta del blog, introduce la «Santa dittatura»? «Io uso le parole con cautela, ma certo ci sono elementi gravi che evocano il mito della governabilità di Craxi, che ebbe esiti disastrosi. E poi è una riforma contraddittoria che, per esempio, mantiene la conferenza Stato-Regioni, doppione del Senato». «Dittatura», scrivono molti altri, più diretti.