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Mario Ajello per il Messaggero - Estratti
Il congresso di Forza Italia che si tiene venerdì e sabato in un certo modo è già iniziato. Con il pranzo, a casa di Marina Berlusconi in Corso Venezia a Milano, tra Antonio Tajani, Gianni Letta e la primogenita del Cavaliere. Una conversazione ad ampio raggio tra i tre personaggi principali del post-berlusconismo, nella quale le politiche del governo e le ragioni del partito azzurro si sono mescolate insieme all'insalata nei piatti.
La vicinanza della famiglia Berlusconi a Forza Italia, che per Silvio era «il sesto figlio» come lui stesso diceva scherzosamente enumerando gli altri 5 (Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora, Luigi), resta un elemento di continuità a cui sia Tajani sia Marina la tengo profondamente.
E anche nel congresso del prossimo fine settimana ci sarà il messaggio di saluto dei Berlusconi al partito nuovo - del tutto diverso da quello che costruì il Cavaliere: quello era carismatico, personalizzato, monarchico-anarchico e questo sarà democratico, strutturato, classico, simile al partito popolare tedesco ea quello spagnolo - in cui Tajani, «solido, serio e mai gli ho sentito dire una cosa sbagliata» (copyright Silvio), sarà eletto segretario dalle centinaia di delegati presenti. La novità sarà anche nei vice-segretari.
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gianni letta antonio tajani a villa taverna per la festa dell indipendenza usa
Già fioccano le prenotazioni nei ristoranti dell'Eur, dove i delegati cercheranno di formare le squadre. In questo senso: si possono dare tre preferenze sulla scheda per i vicesegretari. E occorre trovare gli accoppiamenti, per esempio: quelli del Piemonte voteranno Cirio, Bergamini e Occhiuto? I delegati della Toscana oltre a Bergamini voteranno Benigni e Cirio? E via così.
Ci sarà la Fascina. E intanto, in questa fase di vigilia, il più cercato è il senatore Fazzone, perché oltre a ai delegati del Lazio controlla attraverso l'europarlamentare uscente De Meo i delegati dell'estero: che sono una cinquantina di votanti. Alatri particolare: stava maturando l'ipotesi di candidarsi alla vicesegreteria anche Barelli, capo gruppo ultra-tajaneo alla Camera, e poi l'idea è sfumata. Così come si è chiamato fuori Schifani. Tajani è convinto, e la famiglia Berlusconi condivide questo stesso sentimento, che si tratterà di un appuntamento politico molto serio. In linea non solo con lo stile del nuovo leader, ma anche con quello della famiglia europea, il Ppe, a cui Forza Italia appartiene.
Verrà fuori una Forza Italia molto simile, come partito democratico e non lideristico, non twittarolo, più contenuti che immagine, al partito popolare tedesco ea quello spagnolo. Una Forza Italia più paragonabile a questi modelli piuttosto che a quello del partito delle origini 94 e delle stagioni successive in cui il carisma di capo era l'elemento principale. Il berlusconismo post-Berlusconi ha preso un'altra strada che al fondatore, malato di innovazione, oggi piaceva.
E il congresso del fine settimana sarà diversissimo da quello del 1998, unico precedente citabile, dove c'era Berlusconi che dava e toglieva la parola e insomma fu più che altro una convention. Ora si torna al futuro.
GIANNI LETTA TAJANIpier silvio marina berlusconigianni letta antonio tajani
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