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Claudio Tito per “la Repubblica”
“Dopo questo mio intenso coinvolgimento, non vedo un futuro senza politica». Il dado è tratto. Giuseppe Conte non può più essere considerato un semplice "tecnico" prestato alla politica e alle istituzioni. Il suo futuro, il suo "lavoro" è la politica. Perché, dice a chiare lettere il premier, l'esperienza a Palazzo Chigi non può chiudersi - quando si chiuderà - con un ritiro tipo Cincinnato. Il sistema dei partiti deve dunque fare i conti con un nuovo attore. Non si tratta, specifica il presidente del Consiglio, di dare vita a un nuovo partito. Il punto, almeno in questa fase, non è questo: «Ci sono mille modi di fare politica».
sergio mattarella giuseppe conte 3
Conte rappresenta la variabile che all' inizio della legislatura nessuno aveva calcolato.
E solo l'annuncio di questo impegno a lunga scadenza modifica lo stesso sistema dei partiti, ne scombussola gli equilibri sin qui consolidatisi, corregge la prospettiva dei prossimi anni e di certo condizionerà la "verifica" di maggioranza fissata per gennaio.
«Io - dice quasi per prevenire le reazioni dentro e fuori la coalizione di governo - penso al presente e non al mio futuro. Iniziare a ragionare sul proprio futuro quando si ha un incarico così rilevante rischia di creare una falsa e distorta prospettiva. Una prospettiva che può insinuarsi nella mente come un tarlo e finisce per distrarre o peggio per condizionare le scelte e le decisioni che si è chiamati ad assumere (del tipo: non si pensa più se una tale decisione è giusta ma se conviene per il proprio futuro personale...)».
Anzi, quasi «per mia igiene mentale rimango concentrato sul presente su come posso riformare il paese e renderlo migliore senza pensare al mio futuro ». Il futuro però ha tempi e scadenze. Conte sembra averlo chiaro. E infatti aggiunge: «Non mi vedo novello Cincinnato che mi ritraggo e mi disinteresso della politica. Ma la politica non è solo fondare un partito o fare il leader di partito o fare competizioni elettorali. Ci sono mille modi per partecipare alla vita politica e dare un contributo al proprio paese».
giuseppe conte luigi di maio 1
Non un nuovo soggetto politico, dunque, ma di certo è in discussione una leadership. Che normalmente prevede un presupposto imprescindibile che si racchiude in una sola parola: partito. O almeno in una scelta. Che nella sua prima parte il capo del governo ha da oggi operato. Il suo obiettivo così non può più essere solo il tentativo di tenere in piedi un governo spesso minato dai suoi stessi soci di maggioranza. Ma programmare un futuro. La metamorfosi di Conte è soprattutto questa. Si materializza nella volontà di cambiare la sua personale prospettiva.
giuseppe conte roberto gualtieri 17
Questa scelta però comporta delle conseguenze. La prima è forse la più visibile: il premier si sta sempre più ritagliando il ruolo di "anti-Salvini". È la prima carta che si gioca per il "futuro". Si impossessa di uno spazio. Con una malcelata irritazione dei grillini e una compiaciuta soddisfazione dei democratici. In questi due contrapposti stati d'animo si sviluppa la seconda e fondamentale conseguenza: il partito, o meglio la coalizione di Conte di fatto esiste già. O lo è quasi inconsapevolmente. Il premier non lo dice e probabilmente non lo dirà mai fino a quando l'esecutivo sarà in vita. E' il centrosinistra. Lo è quasi per una sorta di democristiana "convergenza parallela" provocata da un interesse comune. L'M5S che lo aveva designato a Palazzo Chigi nel 2018 non e' piu' in grado di sostenere un nuovo progetto.
giuseppe conte donald trump 10
Il premier ha dunque bisogno del centrosinistra per rimanere in politica. I vertici dem lo hanno capito e ne solleticano le aspirazioni nella convinzione che quando si tornerà al voto il suo volto sara' utile per recuperare i voti di sinistra dispersi nell'arcipelago pentastellato. Ma anche perché al momento non possono contare su leadership alternative. È appunto una scelta. Che il premier dovrà gestire in questi mesi.
La terza conseguenza riguarda il Quirinale. Questo esecutivo è sostanzialmente nato sotto l' ombrello protettivo del presidente della Repubblica. In una prima fase quella protezione è stata accolta con sospetto. Ora il rapporto tra Mattarella e Conte è diventato centrale. «Qualsiasi contributo mi troverò a dare - ripete anche per rassicurare tutti i partner della sua coalizione -sarà comunque in linea con la mia inclinazione che sabato ho esplicitato: sono un costruttore, non sono divisivo».
ursula von der leyen incontra giuseppe conte a palazzo chigi 7giuseppe conte a piazza affari 16GIUSEPPE CONTE E DONALD TRUMPgiuseppe conte GIUSEPPE CONTE IN UMBRIAGIUSEPPE CONTE AD AVELLINO conferenza stampa di fine anno di giuseppe conte 5BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO
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