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CONTE E PAOLETTA DE MICHELI AVRANNO LETTO LA LETTERINA CHE LA COMMISSIONE EUROPEA MANDÒ A BERLUSCONI NEL 2008, QUANDO L'ITALIA FU SOTTO PROCEDURA D'INFRAZIONE PERCHÉ VOLEVA MODIFICARE UNILATERALMENTE LE CONDIZIONI DELLA CONCESSIONE AUTOSTRADALE? ERA UN'IDEA DI TONINO DI PIETRO, MINISTRO PER LE INFRASTRUTTURE DEL GOVERNO PRODI II, E IL COMMISSARIO MCCREEVY CAZZIÒ PURE IL PROF EUROPEISTA PER IL MANCATO RISPETTO DELLE REGOLE UE

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PAOLA DE MICHELI GIUSEPPE CONTE

Sono in pochi a ricordare che già nel 2006 l’allora ministro delle Infrastrutture Di Pietro cercò di modificare le concessioni autostradali in modo unilaterale. Risultato: la Commissione Europea aprì una procedura di infrazione con una lettera di messa in mora nei confronti dell’Italia, ribadendo che i contratti non possono essere modificati senza un accordo delle parti. Nemmeno se uno dei due contraenti è lo Stato. Prodi, che era Presidente del Consiglio, intervenne subito cercando di dimostrare alla Commissione che in realtà il Governo voleva cercare un accordo con i concessionari autostradali, senza forzature.

 

ANTONIO DI PIETRO ROMANO PRODI

Nel maggio 2008, quando ormai l’esecutivo era cambiato e a Palazzo Chigi c’era Berlusconi, l’allora Commissario Ue per il Mercato Interno ed i Servizi, l'irlandese Charlie McCreevy, scrisse una lettera di sollecito al Premier italiano invitandolo a trovare una soluzione per chiudere la procedura di infrazione. 

 

“Tale soluzione – scrive il Commissario – consiste nel fare in modo che le convenzioni … entrino rapidamente in vigore, concretizzando il presupposto della non modificabilità, in via unilaterale, da parte dello Stato concedente, del regime tariffario per tutta la durata della concessione. … Tale intangibilità di rapporti – in particolare di rapporti che hanno formato oggetto di privatizzazione – è stata, del resto, più volte espressamente riconosciuta dalle autorità italiane”. Berlusconi diede ascolto alla Commissione Ue e diede seguito all’operatività delle Convenzioni autostradali, facendo chiudere la procedura di infrazione.

 

Oggi, a dieci anni di distanza, il Governo sembra voler ricalcare la strada del ministro Di Pietro. Ma al Premier Conte e al ministro De Micheli questa lettera l’avranno mai fatta vedere?

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