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Adriana Logroscino per il “Corriere della Sera”
Di Battista sceglie la linea di Conte: con i talebani si deve parlare. Ma, alla sua maniera, calca la mano. E la contrapposizione tra Cinque Stelle e resto della maggioranza di governo, già innescata dalle dichiarazioni dell'ex premier, si riaccende. Insieme con il malessere dell'altra anima dei grillini, quella che si riconosce nel ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che aveva già tentato di mitigare la presa di posizione di Conte.
«Ai talebani di essere "riconosciuti" importa poco o nulla - scrive Alessandro Di Battista che dal M5S era uscito quando Conte e Grillo avevano scelto di sostenere Draghi -. Sono i vincitori della guerra in Afghanistan. Se davvero si vuole dar seguito alle dichiarazioni contrite e aiutare migliaia di profughi, bisogna parlare con loro».
Un ritorno sulla scena politica, quello dell'ex deputato romano, destinato a spaccare anche proprio il suo ex movimento. Conte solo qualche giorno fa, a Ravello, parlando della necessità di «un dialogo serrato» con i talebani, aveva scatenato una valanga di polemiche. Dalla Lega («Dobbiamo dialogare con dei tagliagole?») a Italia viva («Menomale che a Palazzo Chigi c'è Draghi e non Conte») passando per le osservazioni più pacate ma sempre critiche di Forza Italia e Pd.
«Bieche strumentalizzazioni», si era difeso Conte. In soccorso del quale era arrivato Ettore Licheri, capogruppo M5S al Senato: «Doveroso il dialogo se salva una vita». Di Maio si era affrettato ad aggiustare il tiro del neopresidente cinque stelle: «Bisogna giudicare i talebani dalle loro azioni, tenendo una posizione ferma sul rispetto dei diritti umani». Ora arriva Di Battista che, con la sua rivendicazione di aver «sempre sostenuto che la guerra in Afghanistan» serviva a «ossequiare gli interessi delle grandi fabbriche di morte nordamericane», mette il carico.
Come quando, nel 2014, parlò della necessità di considerare le ragioni dei terroristi «non soggetti disumani con i quali non si può intavolare una discussione». Nel suo articolo per Tpi, Di Battista lancia bordate verso gli americani e gli altri «politicanti», i media e i «premi Nobel per la pace con la coscienza sporca».
E scrive: «Fanno scalpore le immagini degli afghani aggrappati al carrello di un aereo nordamericano e precipitati nel vuoto. Ma da aerei simili sono state sganciate tonnellate di bombe che hanno fatto decine di migliaia di vittime innocenti. Le guerre non dovrebbero mai aver luogo, ma se si decide di combatterle, si dovrebbero vincere». Tagliente la replica di Cirielli (FdI): «Il portavoce dei talebani si chiama Zabihullah che significa sgozzatore di Allah. Non si dialoga con chi calpesta i diritti umani».
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