FLASH! - LA DISCESA IN CAMPO DEL PARTITO DI VANNACCI E' UNA PESSIMA NOTIZIA NON SOLO PER SALVINI,…
1 – IL MOVIMENTO ORA APPLAUDE LETTA E CONTE: «IMPEGNO COMUNE»
Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"
Lo sguardo proiettato sul futuro. Il Movimento guarda al proprio percorso ascoltando le parole di Enrico Letta, mentre Beppe Grillo prova a spostare l'asticella temporalmente più in là. Il discorso del neosegretario dem viene apprezzato quasi all'unisono.
ENRICO LETTA ROBERTA LOMBARDI E VITO CRIMI
Sembra trascorsa un'era geologica - era il 2013 - dalle ostilità verso l'attuale segretario in diretta streaming di Roberta Lombardi e Vito Crimi. Giuseppe Conte twitta su Letta: «Nel suo intervento ha indicato tanti obiettivi sui quali è assolutamente necessario il confronto e il comune impegno per il bene del Paese».
BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE
Anche Luigi Di Maio è sulla stessa linea: «Insieme possiamo raggiungere obiettivi importanti per l'Italia». Mentre Roberto Fico precisa: «È stato significativo anche che abbia voluto fare un passaggio sul rispetto dei diritti umani in Egitto». I vertici 5 Stelle scorgono nelle parole di Letta un segnale «di continuità», che tradotto significa: «Garantisce il prosieguo dell'alleanza e del governo Draghi».
beppe grillo giuseppe conte luigi di maio
Una stabilità che in questa fase fa gioco anche ai pentastellati, impegnati in una complessa fase di «rifondazione». E il discorso del leader dem ha finito per accontentare quasi tutti nel Movimento, al punto che c'è chi, ironizzando, sottolinea «l'entusiasmo quasi esagerato, manco fosse il nuovo segretario M5S».
C'è chi rimarca il passaggio del segretario del Pd su Rousseau - strizzando l'occhio a Davide Casaleggio - come «modello totalmente orizzontale». C'è chi vede già «l'asse con Conte», perché «parlano entrambi a un elettorato più moderato, anche i dem si stanno spostando». Il capogruppo al Senato, Ettore Licheri, puntualizza: «Non possiamo che essere d'accordo sulla necessità di superare i criteri eccessivamente finanziari del patto di Stabilità».
MARIO DRAGHI ED ENRICO LETTA FOTO INFOPHOTO
Critica invece la consigliera regionale del Lazio Francesca De Vito: «Andare al voto con Letta e Conte significa lasciare parte degli elettori senza una rappresentanza». De Vito ha annunciato che non appoggerà la nuova giunta e ha attaccato: «Lombardi ha una sua visione ma le sue intenzioni doveva esplicitarle in campagna elettorale: avremmo evitato di prendere in giro gli elettori».
Se a Roma si guarda alle prossime mosse, a Genova Grillo prova ad alzare la posta: pubblica i simboli dei partiti che sostengono il governo Draghi «ritoccati» con la data 2050. Il titolo eloquente è «Transizione politica». «Differenti sì ma con lo stesso futuro», scrive il garante. Quello di Grillo - spiegano nel M5S - «è un appello trasversale alle diverse forze a mettere i progetti a lungo termine al centro della loro azione».
In sostanza, un invito «a utilizzare le risorse pensando alle generazioni che verranno». Grillo non cita esplicitamente il Recovery plan, ma la sua mossa va in quella direzione. Un passo su cui il garante ha intenzione di insistere. Intanto Alessandro Di Battista mantiene le distanze dal M5S. «Tornare a dare una mano?», gli viene chiesto. «Ci ho provato credimi, ma quando è troppo è troppo».
2 – CONTE LEADER M5S IMPANTANATO E SENZA SIMBOLO
Domenico Di Sanzo per "il Giornale"
beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 3
Sono passate due settimane dal vertice all' Hotel Forum di Roma, ma ce ne vorranno altre due per venire a capo della rifondazione del M5s. Giuseppe Conte (nel tondo) da leader incaricato è diventato un leader impantanato. Scrive il suo manifesto ambientalista ma anche moderato, eppure è già bloccato da mille veti.
Dopo il summit pareva che tutto dovesse procedere velocissimo. Qualche giorno e Conte avrebbe parlato da capo, dopo una votazione-plebiscito su Rousseau. Poco più che una formalità. Invece, per il momento, le richieste di Davide Casaleggio stanno avendo l' effetto di bloccare la rifondazione.
BEPPE GRILLO DAVIDE CASALEGGIO
«Davide aspetta», non fanno che ripetere dalla war room di Rousseau. L' ex premier, dal canto suo, non può ignorare gli ultimatum dei gruppi parlamentari, dove quasi tutti vogliono approfittare dell' occasione per formalizzare il divorzio. Però Conte non vuole finire nemmeno a carte bollate. Epilogo non disdegnato da Casaleggio, che a quel punto sarebbe certo di stoppare il nuovo corso.
Infatti si innescherebbe una battaglia legale «dove uscirebbe fuori di tutto», dicono gli amici del guru. Rendendo impossibile all' avvocato di Volturara Appula l' utilizzo del simbolo del M5s. Considerato comunque da Conte ancora come «un brand vincente».
DAVIDE CASALEGGIO LUIGI DI MAIO VITO CRIMI
In caso di rottura bisognerebbe fare i conti con Casaleggio, titolare del Blog delle Stelle (l' indirizzo del sito appare nel logo ufficiale), ma soprattutto fondatore, insieme a Luigi Di Maio, dell' ultima associazione dei grillini.
Con la proprietà del simbolo che è a tutti gli effetti un rebus legale. Con uno scenario del genere Conte dovrebbe fare a meno delle Cinque Stelle. A tal proposito è già pronto il nuovo marchio, con la data del 2050, claim del nuovo corso del M5s, e probabilmente il nome dell' ex presidente del Consiglio in bella vista.
DAVIDE CASALEGGIO E ALESSANDRO DI BATTISTA
Di fatto non esisterebbe più il Movimento. Proprio alla luce di queste implicazioni, Conte vorrebbe rilanciare una nuova proposta per Casaleggio. Contratto di servizio più un numero di votazioni annuali assicurate. E però la distanza tra domanda e offerta sul valore del contratto resta ancora difficile da colmare.
Dall' Associazione Rousseau sono convinti che l' utilizzo di un' altra piattaforma non convenga nemmeno economicamente al M5s. Intanto i parlamentari non cedono. Decisi a disfarsi di Rousseau e a chiedere la cancellazione della regola del secondo mandato.
giuseppe conte marchese del grillo
Al vaglio il riassetto della comunicazione. Un equilibrio difficile da trovare. Tra personalità diverse come Rocco Casalino e la neo-arrivata Nina Monti. Più istituzionale e defilata la posizione del portavoce di Di Maio Augusto Rubei, concentrato sul lavoro alla Farnesina, giornalista non organico al grillismo assunto nel 2019 per imprimere un cambio di passo alla comunicazione dell' attuale ministro degli Esteri.
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