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IL VATICANO È TIEPIDO CON CONTE
Marco Antonellis per Italia Oggi
sergio mattarella da solo all'altare della patria meme
Molti segnali lasciavano intendere, fino a qualche settimana fa, che il Vaticano si adoperasse in vario modo per mettere il governo in sicurezza. Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali, era stato individuato come il regista di un'operazione volta a costituire un nuovo movimento d'ispirazione cristiana: in pratica, un partito di centro, ma all'occorrenza vicino a Conte.
All'improvviso il quadro è cambiato, tanto che gli ambienti già vicini al Card. Ruini, ma ora sotto il controllo diretto del Segretario di Stato, Pietro Parolin, hanno ricominciato a scalpitare.
Torna la sirena di un progetto ambivalente, nella sostanza alternativo alla sinistra, che unifichi l'area moderata. Qualcosa prende forma nella galassia dei «senza partito». In Parlamento, tra ex di varia provenienza, monta l'esigenza di una nuova casa politica.
A sapere bene come stanno le cose è l'ex «cappellano» della Camera, Mons. Gianrico Ruzza, Vescovo ausiliare del settore Sud della diocesi di Roma.
Sono in manovra molti personaggi, a volte piuttosto disinvolti, pronti ad animare un mondo che va alla disperata ricerca di scenari alternativi. Sta di fatto però che talune manovre sono viste con sospetto dai social-cattolici del «Manifesto Zamagni», certo interessati alla formazione di un soggetto politico di centro, ma non in funzione moderata. Insomma, ciò che doveva rafforzare Conte, ora finisce per indebolirlo.
La prudenza è tornata a circondare l'azione del Vaticano nei confronti di «Giuseppi» e in particolare le mosse, già di per sé prudenti, della Segreteria di Stato.
Perché in Vaticano non tutti sono disposti a scommettere ad oltranza sulla durata e solidità del governo Conte, anche se Papa Francesco con la sua tela diplomatica continua nella sua opera di sostegno del sistema paese e del governo in particolare. Ma qualche crepa all'interno delle sacre mura d'Oltretevere comincia a intravedersi: «Dopo tutti questi mesi dall'inizio dell'emergenza
Il timore che comincia a serpeggiare è che le misure prese dal governo non siano più sufficienti per garantire una vera ripresa del paese e che non si possa andare avanti soltanto a colpi di bonus, mancette e Dpcm: «Serve un'idea vera di paese, una visione d'insieme delle cose da fare. Un progetto per il rilancio».
dario franceschini con la mascherina
E questo ancora non c'è. Preoccupazione che accomuna anche il Colle con il quale i rapporti e le consuetudini sono strettissime. Tanto che Oltretevere si comincia ad accarezzare l'idea di un possibile cambio di guardia a Palazzo Chigi, magari con Dario Franceschini, un super cattolico ben visto da Quirinale e Vaticano che, insieme agli altri cattolici David Sassoli a Paolo Gentiloni da Bruxelles, consentirebbe di blindare gli equilibri politici ed istituzionali in vista della ricostruzione del paese e della nomina del prossimo Capo dello Stato (al momento è molto probabile il bis di Mattarella). Il tutto con la benedizione della Santa Sede, ormai l'unico vero «potere forte» (assieme al Quirinale) rimasto in Italia.
FRANCESCHINI
Luca Sablone per il Giornale
La sedia di Giuseppe Conte traballa giù da un po'. Lo tsunami Coronavirus che si è abbattuto sul nostro Paese non ha fatto altro che aumentare le voci di un possibile cambio di guardia, con Mario Draghi sempre alla finestra pronto a prendere il posto dell'avvocato qualora si dovessero presentare le condizioni necessarie.
Ed è proprio per questo che l'attuale presidente del Consiglio da febbraio ha messo in atto una serie di strategie ben precise, grazie a cui è riuscito ad aumentare la propria popolarità in un momento di estrema difficoltà per la nazione. Appare evidente come il consenso sia stato momentaneo e molto fragile, così come dimostra il sondaggio che lo fa tremare: il 65,3% dice di non avere fiducia nei confronti del governo giallorosso. Ora per il premier è spuntata un'altra preoccupazione, che ha un nome e un cognome ben preciso: Dario Franceschini, l'attuale ministro dei Beni culturali.
Le voci dei giorni scorsi lasciavano intendere che il Vaticano si potesse adoperare per mettere in sicurezza il governo M5S-Pd. Addirittura si era parlato di Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali, come possibile regista di un'operazione volta alla creazione di un nuovo movimento d'ispirazione cristiana. Si sarebbe trattato di un partito di centro che avrebbe potuto strizzare l'occhio a Conte. Successivamente le carte in tavola sono cambiate. È comune la volontà di dare vita a un progetto alternativo alla sinistra, che sia in grado di unificare l'area moderata. Gli ambienti già vicini al cardinal Ruini - ma ora sotto il controllo diretto del Segretario di Stato, Pietro Parolin - sono tornati a scalpitare.
L'ombra di Franceschini
La figura del capo del governo giallorosso ora è del tutto indebolita. Sono molti i personaggi pronti a entrare in scena per rafforzare scenari alternativi. Anche dalla Santa Sede hanno avanzato forti dubbi sul modus operandi del presidente del Consiglio, che si affretta a fare le conferenze stampa senza avere alcuna certezza sulle tempistiche relative ai testi del Dpcm. Non tutti scommettono sulla stabilità dei giallorossi. Qualche crepa all'interno delle sacre mura inizia a essere evidente: "Dopo tutti questi mesi dall'inizio dell'emergenza Coronavirus non stiamo vedendo quei risultati che ci saremmo aspettati". Fonti vaticane avrebbero ribadito il timore per il fatto che le misure fino a ora intraprese dal governo possano non essere più sufficienti per garantire una seria ripresa del Paese: "Serve un'idea vera di paese, una visione d'insieme delle cose da fare. Un progetto per il rilancio".
Non a caso, come riportato da Italia Oggi, si fa sempre più concreta l'ipotesi dell'arrivo di Franceschini a Palazzo Chigi: si tratta di una figura super cattolica che gode dell'apprezzamento sia del Quirinale sia del Vaticano. Un profilo che potrebbe risultare fondamentale per solidificare gli equilibri politici e istituzionali in vista della ricostruzione, considerando la presenza degli altri cattolici David Sassoli a Paolo Gentiloni da Bruxelles. E all'orizzonte resta la nomina del nuovo presidente della Repubblica, con Sergio Mattarella in pole per il bis.
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