AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO…
1 – RAI, C' È L' INTESA CONTE-TRIA PER SOSTITUIRE FOA "ORA UNA SOLUZIONE PULITA"
Ilario Lombardo per “la Stampa”
Giuseppe Conte è silente sulla Rai. Non ha commentato la nomina saltata di Marcello Foa, lo scontro tra la Lega e il quasi-ex-alleato Forza Italia, gli ostacoli della commissione di Vigilanza che ha rifiutato di incoronare il nome scelto dal vicepremier leghista, lo stallo che si è creato sull' opportunità che sia proprio Foa a guidare il consiglio di amministrazione da consigliere anziano, le possibili ricadute sulle nomine e le delibere più urgenti per i palinsesti.
Conte non ha detto nulla, perché se dovesse parlare sarebbe costretto a dire quello che davvero pensa e che ai vertici del M5S, da Luigi Di Maio in giù sanno: che «a questo punto è meglio puntare su un altro nome», inutile intestardirsi e rischiare di rendere la Rai un pantano per il governo.
Da caso politico, infatti, la partita sulla presidenza di Viale Mazzini si sta trasformando in un caso giudiziario, con costituzionalisti e maestri del diritto chiamati in causa, minacce di ricorsi e di esposti che piovano ovunque. E l' avvocato amministrativista Conte ha una certa sensibilità a riguardo.
Come al solito, anche indossando le nuove vesti della politica, il premier fa quello che ha fatto per una vita: studiare. Ha studiato la legge confezionata dal governo Renzi e ha letto le interviste dei colleghi giuristi. Tra le ultime, quelle a Beniamino Caravita di Toritto sul Messaggero che considera impossibile riproporre il nome di Foa come vorrebbe fare Salvini e apre alla possibilità che la Vigilanza si rivolga alla Consulta.
LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE
Un' iniziativa che minaccia di intraprendere Michele Anzaldi, deputato Pd, «se l' asserragliamento di Foa dovesse andare avanti». Su Formiche invece è Cesare Mirabelli a dare il colpo finale alle certezze della Lega. Secondo il presidente emerito della Consulta l' impasse potrebbe addirittura far decadere l' intero cda.
Il ragionamento è semplice: l' elezione del presidente, di nomina governativa, non è efficace se non è ratificata dalla Vigilanza, che ha la funzione parlamentare di bilanciare un consiglio che è quasi di dominio ministeriale.
Foa è stato bocciato dalla commissione e senza presidente è l' intero cda a poter perdere di efficacia: non avrebbe un vicepresidente a guidare il consiglio e non potrebbe procedere a fare nulla, tantomeno le nomine. Per mercoledì era previsto un cda per la nuova delibera sui diritti dei gol (tre milioni l' anno senza il quale si spegnerebbe 90 o minuto ) e per il rinnovo del contratto della soap Un posto al sole .
Secondo i giuristi qualsiasi azione del cda non avrebbe valore o potrebbe causare un danno erariale. Foa non sarebbe titolato nemmeno a presiedere da consigliere anziano, perché da statuto può farlo solo in caso di un presidente dimissionario. Un presidente che qui non è mai stato eletto.
Sono argomentazioni sufficienti per Conte per proporre una soluzione alternativa. Giovanni Tria, il ministro dell' Economia che da legge è l' azionista che indica i vertici della Rai, è d' accordo con il premier. Al di là di tutto, è nello stile d Conte evitare i pasticci, tentare di ottenere risultati in modo «più pulito» e «lineare».
Questi aggettivi sono riportati da una fonte di governo del M5S che spiega come anche i grillini si siano ormai convinti che è inutile insistere su Foa, che sarebbe meglio trovargli un' altra sistemazione.
Salvini però non è intenzionato a mollare. Più che una questione di principio ne fa una questione politica, di sfida al capo di Fi Silvio Berlusconi, e di competizione all' interno di quel che resta della vecchia coalizione del centrodestra. Foa avrebbe già una volta dato disponibilità alle sue dimissioni.
Ma Salvini le ha rispedite al mittente. Il leader del Carroccio è intenzionato a ripresentare il giornalista come unico candidato, una forzatura che potrebbe avere conseguenze imprevedibili. Se alla fine, però, in un modo o nell' altro non dovesse spuntarla, Salvini garantirà a Foa un' altra destinazione di prestigio: la direzione di una testata, di una rete o di una struttura in Rai.
Anche perché, spiegano dalla Lega, con la presidenza in tasca si era già dimesso dal ruolo di amministratore delegato del Corriere del Ticino , dove prendeva certamente di più dei 66 mila euro dei semplici consiglieri Rai.
Salvini poi, per ottenere le prime nomine, vorrebbe fare leva su un' indicazione informale dell' ufficio legale di Viale Mazzini che in contrasto con altri pareri considera il cda nel pieno delle sue funzioni. Ribadita la volontà di piazzare Jacopo Volpi a Rai Sport e Mario Tarolli a Rai Pubblicità, al leghista piacerebbe promuovere il vicedirettore Enrico Castelli alla direzione dei TgR, veri bacini di consenso locale, e altra poltrona ancora vacante assieme al Gr1.
2 – " SÌ A NUOVE NOMINE MA NON È LA RAI CHE VORREI"
Estratto dell’articolo di Anna Maria Liguori per “la Repubblica”
(…) Carlo Freccero, consigliere Rai uscente, rompe il silenzio e per dire che «oggi la Rai viene presa in considerazione come teatro dell' informazione partitica».
La causa, in questo momento, è lo scontro sulla presidenza Rai?
«Cominciamo col dire che quanto sta succedendo sulle nomine Rai nasce da una riforma voluta da Renzi per consacrare il Servizio Pubblico alla propaganda governativa.
Ancora oggi i notiziari e l' informazione sono in gran parte a favore di quella maggioranza che non c' è più (…)».
Ha dichiarato di stimare Foa. È sicuro che possa guidare la maggiore azienda culturale del Paese?
«(…)Conosco Foa per aver letto il suo libro "Gli stregoni della notizia" Da anni le mie ricerche ed i miei studi sono concentrati sul tema della propaganda e della manipolazione dell' opinione pubblica. Foa è un pioniere in questo campo.
MARCELLO FOA GLI STREGONI DELLA NOTIZIA
Il suo libro è stato adottato come libro di testo in numerose facoltà di comunicazione. Al contrario di quello che si dice, Foa non costruisce fake news, le decostruisce e le smaschera sulla base di documenti inconfutabili».
Cambiare la Rai è allora impossibile? Lega-M5S hanno annunciato un cambiamento rivoluzionario in Rai e poi litigano per le poltrone dei Tg.
«La nomina di Foa ha un preciso significato. La rivoluzione che M5S e Lega annunciano in Rai non sta nella metodologia delle nomine, ma nell' avvento di una informazione attendibile contro la propaganda del governo. È una visione dell' informazione che non posso che condividere, ma che, secondo me, non esaurisce il ruolo della Rai. La Rai deve dare un' informazione corretta, ma l' informazione non è l' unico scopo della Rai».
La vigilanza ha comunque bocciato la designazione di Foa alla presidenza. Non crede che il voto del Parlamento vada rispettato e che si debba cambiare persona?
«Non mi sembra che ci sia stata nessuna violazione alle regole. Ogni organo ha espresso i suoi candidati secondo la legge. C' è piuttosto uno stallo dovuto al conflitto tra le parti, ma questo è legittimo e superabile secondo le regole esistenti. Per quello che so per aver fatto parte del Cda Rai, Foa può tranquillamente presiedere il Consiglio in qualità di Consigliere anziano».
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