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DAGOREPORT
Una manovra da ben 16 miliardi in autunno, con relativa perdita dell’immagine di quello che non mette le mani nelle tasche degli italiani. Anzi! Per Pittibimbo, che non a caso accelera sulle riforme, si profila un settembre all’insegna del massimo realismo finanziario.
Lo sanno Re Giorgio, che ieri lo ha difeso a spada tratta nel duello con i tedeschi (come si fa nei momenti gravi) e lo sa perfino il Berlusconi Silvio, che ai suoi dice: “Tranquilli, non siamo sdraiati su Renzie, lui resta quello delle tasse e tra poco si scoprirà il giochetto dietro agli 80 euro. Gli spazi per fare opposizione ci sono eccome”.
C’è che dei 10 miliardi delle privatizzazioni avviate da Enrico Letta, si rischia di vederne un decimo, con lo Stato costretto ad anticipare la vendita di pacchetti Eni ed Enel, dopo che Francesco Caio ha stoppato la vendita di Poste Spa. E poi ci sono 7 miliardi di mancata crescita, figli di previsioni ottimistiche sul pil 2014 (+0,8%), che invece rischia di non aumentare di una virgola.
Al Tesoro, gli uomini di Pier Carlo Padoan stanno già rifacendo i conti e la cifra di 16 miliardi è una prima stima, anche prudente. Ne servirebbero almeno 20, entro il Def del 15 ottobre, ma il ministro dalemiano sa che Renzie non firmerà mai una manovra così pesante, con un numerone che Berlusconi non aspetta altro.
MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN
Come si arriverà alla correzione autunnale? Anche qui, siamo giustamente alle ipotesi. Si prevedono nuovo risparmi sulla Sanità e sulla Pubblica amministrazione, si ipotizzano interventi sui patrimoni più ampi costituiti anche in titoli di Stato (un altro pezzo di “patrimonialina”), si tenteranno privatizzazioni “alternative”, magari passando dalla solita porta girevole della Cdp che tanto è fuori bilancio, anche se controllata dal Tesoro.
Poi, il piatto doloroso, quello che farà godere Grillo e Berlusconi: i famosi 80 euro di taglio Irpef decisi alla vigilia delle ultime, vittoriose, elezioni. Renzie non se li rimangerà mai, anche se le nostre finanze pubbliche dicono che per il 2015 non ce li possiamo permettere.
BERLUSCONI VERDINI ALFANO INAUGURAZIONE SEDE FORZA ITALIA FOTO LAPRESS
Ma al governo si lavora all’ipotesi di una riduzione della platea degli aventi diritto, magari sotto una certa soglia di reddito. Vorrebbe dire rinunciare all’idea che siano sgravi per la ripresa dei consumi e farli assomigliare sempre più a mancette di sussistenza. Ma quando ci sono da trovare 16 miliardi per non farsi processare – con merito – dagli odiati tedeschi, si fa questo e altro.
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