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Francesco Battistini per “Il Corriere della Sera”
«The Shock» sta tutto nella crudele foto che il Daily Telegraph mette sull’homepage: due tifosi italiani ai Mondiali del Brasile, abbracciati in lacrime. Niente tempi supplementari, a leggere la stampa estera. Che ora s’interroga su «riforme che non bastano» (Frankfurter Allgemeine ), su conti che «superano ogni pessimismo» (Le Figaro ), su «numeri che mettono la Bce sotto pressione» (New York Times ), sulla «doccia fredda» per un premier così popolare (El Pais ). «Disillusione», dice Die Zeit . E poi: «Una speranza spazzata via» (Wall Steet Journal ), «una debolezza sorprendente» (Bbc ).
«La luna di miele tra Renzi e il Paese è finita», certifica il Financial Times : è arrivato a Palazzo Chigi «con un colpo da vecchia politica» e «s’è concentrato su riforme da esporre in vetrina, senza toccare il mercato del lavoro e la burocrazia». Die Zeit s’abbandona anche a qualche ironia: il leader italiano «va in una libreria a cercare i libri per le vacanze e subito ci fa sapere da un tweet che non compra un giallo, ma ponderosi saggi di Giddens. Servono letture solide per momenti gravi: l’Italia è di nuovo in recessione».
«Renzi ha fatto tutto di corsa come Usain Bolt», è la conclusione dei tedeschi, ma ora dice che «da velocista si trasformerà in maratoneta: benvenuto nella dura realtà». «Veni, vidi, Renzi», l’esaltava solo due mesi fa Le Monde : non è più buona stampa per il Matteo receduto, anche se il Wall Street Journal riconosce che «l’Italia non è mai uscita veramente dalla recessione» e che ora Renzi deve «iniziare a mantenere le sue ambiziose promesse», altrimenti «potrebbero arrivare problemi molto seri».
«Il premier sarà più debole in Europa», prevede Sueddeutsche Zeitung : «I problemi italiani sono più profondi di quanto si temesse» e la mossa degli 80 euro «non ha avuto effetto». Non bastassero i numeri, ci rinfacciano anche le parole. E la Bild se la prende con Renzi perché, nel semestre di presidenza europea, i siti della rappresentanza italiana all’Ue sono tradotti solo in inglese e in francese. Uno sgarbo: «Perché a Roma non danno ascolto a noi tedeschi?».
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