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Mauro Favale per "la Repubblica - Edizione Roma"
Lo scrivono su Twitter, lo rilanciano su Facebook, si scambiano sms: «Facciamo di Corcolle la nostra Val Susa». Uno slogan che potrebbe non essere così lontano da ciò che nella realtà succederà nell´estrema periferia est della capitale nei prossimi mesi. Il via libera della presidenza del Consiglio al lavoro del prefetto e commissario ai rifiuti Giuseppe Pecoraro solleva una bufera di proteste, un passaparola che dal web si trasferirà presto alle piazze con manifestazioni annunciate da partiti e comitati.
E non è escluso che in piazza scendano anche gli enti locali, con Gianni Alemanno che conferma il suo no a Corcolle «perché è un sito delicato» e con la Provincia che, per bocca del suo assessore all´ambiente, Michele Civita, ribadisce una contrarietà «già espressa in conferenza dei servizi».
E se negli amministratori per ora prevale la prudenza («Il prefetto decida dopo un ultimo confronto», invoca Alemanno), i cittadini sembrano ormai sul piede di guerra. «D´altronde - afferma Urbano Barberini, leader del comitato "Salviamo Villa Adriana" - la gente cosa può fare quando vede le leggi scardinate in nome di un´emergenza che non c´è? Questa è una palese ingiustizia. à una cosa talmente evidente che un popolo che non si ribella non è degno di questo nome».
à questo il tenore delle dichiarazioni («Ora sta ai cittadini decidere se combattere, rischiare denunce, fare assemblee o gettare la spugna», dice Sabina Guzzanti) non solo dei comitati ma anche dei partiti, tutti contrari alla nuova discarica di Corcolle.
Per i Verdi questa scelta rappresenta «uno stupro alla storia e alla cultura». Non solo: Angelo Bonelli e Nando Bonessio, presidenti nazionale e regionale degli ambientalisti annunciano «un esposto alla procura contro la decisione del prefetto».
Il Pd in Parlamento chiede che sia direttamente il premier a riferire in aula sulla vicenda. A Monti si appellano anche 77 europarlamentari di diversi schieramenti messi insieme da Guido Milana e così fa anche Italia Nostra attraverso il suo presidente, Carlo Ripa di Meana: «Ricorreremo in tutte le sedi», anticipa. Legambiente snocciola i suoi motivi per il «no», «dal valore archeologico dell´area, alla complicata situazione idrogeologica».
Sel reputa quella di Corcolle «una scelta grave e inaudita» e l´Idv annuncia la protesta «nelle aule parlamentari e nelle piazze». E al coro si aggiungono anche gli ex ministri dell´Ambiente Stefania Prestigiacomo e dei Beni culturali, Giancarlo Galan: «Monti avalla una scelta errata. Vogliamo fare della capitale un´altra Napoli?».
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