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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
ALLA FACCIA DELL'UNITÀ NAZIONALE– CAOS IN PARLAMENTO: IL CENTRODESTRA MINACCIA DI BOCCIARE IL DECRETO “CURA-ITALIA”, LA LEGA CERCA DI BLOCCARE IL TENTATIVO DELLA MAGGIORANZA DI LIMITARE AL MASSIMO LE SEDUTE PARLAMENTARI. URLA DURANTE LA RIUNIONE DEI CAPIGRUPPO, ALLA FINE SI DECIDE CHE NON CI SARÀ NESSUNA DEROGA E CHE SI RIUNIRANNO TUTTE LE COMMISSIONI E L’AULA – BERLUSCONI: “COSÌ NON LO VOTIAMO”
La tregua è rotta: il centrodestra sale sulle barricate e minaccia di bocciare il decreto Cura Italia con le misure economiche anti–coronavirus. È questa la grana che piomba nel governo mentre si affacciano nuove difficili decisioni. Dopo lunga gestazione, con il protrarsi di qualche tensione in maggioranza, il maxi decreto entra in vigore: il premier Giuseppe Conte convoca a Palazzo Chigi i capi delegazione, Di Maio, Gualtieri, i sottosegretari al Mef, per capire come andare avanti e dare attuazione alle misure in tempi rapidi, mentre già si lavora al successivo decreto economico e si prepara una nuova stretta, con proroga, delle misure anti–contagio.
giuseppe conte roberto gualtieri
ORLANDO: «LA LEGA FA OSTRUZIONISMO»
Ma il clima politico si fa rovente. Tanto che l’opposizione della Lega blocca il tentativo della maggioranza di limitare al massimo le sedute parlamentari: per varare il maxi decreto, che è già lungo 126 articoli ma assorbirà anche gli altri decreti finora approvati dal governo, dovranno riunirsi tutte le commissioni e dare i pareri. «Incredibile! La Lega in Senato fa ostruzionismo sul decreto per affrontare la crisi economica! Vi prego ripensateci, l’Italia ha bisogno di aiuto subito!!!», tuona il Pd attraverso le parole del vicesegretario Andrea Orlando.
NESSUNA DEROGA PER IL VIRUS
conte salvini
roberto fico corrucciato
Dopo una riunione dei capigruppo fiume e a tratti assai tesa, con urla che si sentono nei corridoi di un Palazzo Madama deserto, arriva la decisione che per giorni aveva tenuto banco nei dibattiti parlamentari: nessuna deroga alle regole, per votare il Cura Italia si riuniranno tutte le commissioni e poi, naturalmente, l’Aula. Forte era la spinta, soprattutto di una parte della maggioranza, perché si valutassero forme di voto a distanza. Per la piena funzionalità delle Camere, in linea con il Quirinale, si è espresso il presidente della Camera Roberto Fico. Il presidente del Senato Elisabetta Casellati parlando in un’Aula quasi vuota, sottolinea che le Camere «devono poter lavorare senza nessuna forzatura o limitazione delle prerogative parlamentari». Presenza, dunque, sia pur nel rispetto delle distanze, tanto che Casellati convoca i capigruppo nell’emiciclo di Palazzo Madama e non nella sala delle riunioni perché possano essere più distanziati. La maggioranza proponeva di far lavorare solo la commissione Bilancio e poi decidere delle misure precauzionali per l’Aula.
Giuseppe Conte pensosissimo durante il vertice virtuale con gli altri leader europei
TUTTE LE COMMISSIONI DOVRANNO RIUNIRSI
Ma il centrodestra, Lega in testa, si oppone: sconvocata l’informativa di Conte in programma il 25, dopo che è saltato il Consiglio europeo, al Senato dovranno riunirsi tutte le commissioni tra il 25 e il 26 per i pareri sul decreto, che accorperà anche le misure già varate in ambito giustizia, sanità ed economico, e dovrà essere convocata anche l’Aula per votare il calendario. Un «ostruzionismo deleterio e inutile», lamenta dal Pd Andrea Marcucci. E dà voce ai tanti parlamentari preoccupati dai rischi di contagio.
IL CAV: «SE NON LO MIGLIORANO NON LO VOTIAMO»
Nel merito, sia Salvini che Silvio Berlusconi si mettono di traverso. «Il decreto appena varato è assolutamente insufficiente: non consentirà in alcun modo la sopravvivenza delle aziende e la salvaguardia dei posti di lavoro né favorirà una successiva ripresa. Bisognerà fare molto di più a sostegno delle categorie economiche e del mondo dell’impresa e del lavoro. Deve essere ampiamente modificato e migliorato in Parlamento perché possa avere il nostro appoggio», ha fatto sapere Berlusconi. La Lega non esclude di rivolgersi al Quirinale. L’accusa è essere stati interpellati – Conte ha informato i partiti sull’idea di rinviare, con una norma inserita in extremis nel decreto, il referendum costituzionale – ma non realmente ascoltati.
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