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LA CORRUZIONE PREVENTIVA: BISOGNERÀ VERSARE 40MILA EURO PER CANDIDARSI CON FORZA ITALIA! - AVER ABOLITO IL FINANZIAMENTO PUBBLICO VUOL DIRE CHE I PARTITI NON HANNO PIÙ UN CENTESIMO PER FARE CAMPAGNA ELETTORALE, E LA POLITICA LA FARÀ SOLO CHI È RICCO O CHI INTENDE ARRICCHIRSI ENTRANDO IN PARLAMENTO
An. L. per http://notizie.tiscali.it/
Archiviata la pausa riflessione delle feste, i partiti si attrezzano per mettere a punto le linee guida della campagna elettorale. A cominciare da candidature, liste, collegi uninominali: le proposte cominciano ad affluire. Insieme ai fondi necessari per portare avanti il disegno elettorale. A versarli chi sarà? I candidati stessi.
Dimenticate le selezioni fatte sulla base delle capacità, delle attitudini politiche, delle competenze e, magari, della giovane età: sarà il portafoglio a dire chi è in e chi è out. Perché in tempi di taglio ai rimborsi elettorali ma anche alle sottoscrizioni private, non resta altro che accettare sul tavolo solo candidature a tariffa. E' così, scrivono diversi quotidiani, che ciascun nome che volesse comparire nelle liste o nei collegi dovrà elargire tra i 30 e i 40 mila euro.
Partiti in bolletta e l'obolo sale
Che i partiti siano in bolletta lo sanno anche le pietre e non è una bella cosa. Soprattutto non lo è per un partito come Forza Italia che, costretto nell'immagine del suo leader ottantenne e ricco, non può più contare sulle borse generose delle aziende di famiglia dato che la legge costringe Silvio Berlusconi a donare non più di 100 mila euro all'anno. E allora? Si facciano avanti le autocandidature, previo versamento dell'"obolo" come da tariffario, peraltro riveduto e corretto rispetto a quello del 2013 che fissava la quota era di 25 mila euro.
Ma evidentemente sfuggono altre soluzioni: secondo quanto scritto da Repubblica, infatti, a pagare dovranno essere anche i parlamentari uscenti che volessero correre ancora, anche nel caso in cui non riescano a spuntare un posto in lista "sicuro". "Chi non venisse eletto riavrà indietro quanto versato", assicura un deputato. Brunetta frena sulle cifre e afferma che "non abbiamo ancora deciso a quanto ammonti il contributo di ciascun candidato, ma è sicuro che lo chiederemo". Intanto sono già state avviate iniziative di foundraising a sostegno della campagna elettorale.
Chi trova invece più difficoltà pecuniarie all'interno della coalizione di centrodestra è la Lega di Salvini che sconta i guai giudiziari di Bossi e Belsito che ha portato al sequestro dei conti stabilito dalla procura di Genova. "Non possiamo competere con gli altri che spenderanno milioni - assicura il segretario - in cassa abbiamo 15 mila euro". Sarà quindi necessario che ciascun candidato o eletto "dia una mano a stampare volantini e manifesti elettorali". La Lega è il secondo partito per contribuzione attraverso il 2X1000, ma a quanto pare non basta. Tant'è che ogni nome delle prime file dovrà versare 20 mila euro al partito.
Fratelli d'Italia segue a ruota, con un con tributo più modesto che andrà a rimpinguare il "fondo di sopravvivenza", dice Ignazio La Russa: 3-4 mila euro a testa basteranno. Anche la "quarta gamba" del centrodestra, il neonato Noi con L'Italia, avverte che "ogni candidato dovrà finanziare la propria campagna elettorale". Anche qui a fare la differenza sarà il censo e non certo il curriculum.
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