DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Fabrizio d’Esposito per il “Fatto quotidiano”
L’altro giorno, di martedì, lo stesso in cui Giorgio Napolitano ha testimoniato sulla Trattativa, Denis Verdini avrebbe dovuto deporre a Napoli a favore di Alfonso Papa, ex deputato del Pdl a processo per la P4 del faccendiere Luigi Bisignani. Ma Verdini non si è presentato, per “un improrogabile e improvviso impegno istituzionale” non specificato (quale?) e il tribunale lo ha citato per il prossimo 16 dicembre.
Sono anni che la carriera politico-affaristica del garante renzusconiano del Patto segreto del Nazareno tra B. e Matteo Renzi riempie le cronache giudiziarie, più da inquisito e imputato che da testimone, a dire il vero. Ma stavolta la parabola dell’azzurro Verdini, un vero amico di famiglia per Renzi padre e figlio, potrebbe essere arrivata al fatale punto di non ritorno.
Messa in modo secco e diretto, la situazione sarebbe questa: il premier avrebbe mollato “Denis” a causa degli spifferi che hanno inondato Palazzo Chigi su un’eventuale richiesta d’arresto per il potente senatore di Forza Italia, proveniente da Firenze. E nel corso di una riunione riservata del giglio magico renziano la domanda chiave a “Matteo” è stata questa: “Cosa succederebbe se davvero dovessimo votare al Senato l’arresto per il garante del Nazareno ? Non dimenticare, Matteo, che l’ultimo dei nostri che abbiamo fatto arrestare è Genovese. Potremmo mai comportarci diversamente?”.
valerio turchi silvio berlusconi
Ed è a quel punto che sarebbe iniziata l’operazione di sganciamento del renzismo da Verdini, che a Palazzo Chigi si sente di casa come a Palazzo Grazioli (la residenza di B. a Roma) e si scambia email e telefonate quotidiane con il mastino che vigila sui ministri, il biondo sottosegretario Luca Lotti.
L’epoca verdiniana a corte sarebbe finita, raccontano fidati renziani, e il suo posto nel Patto andrebbe a Paolo Romani, che proprio ieri ha rilasciato un’intervista al Corsera con una visione “critica” del Nazareno e che serve a guadagnare tempo sull’Italicum per chiudere la finestra elettorale della prossima primavera. Romani, capogruppo al Senato, è un fiero avversario del potere di Verdini e dei verdiniani dentro Forza Italia e risponde direttamente alla Badante Mariarosaria Rossi che insieme con Francesca Pascale, Giovanni Toti e Dudù forma il cerchio magico che imprigiona il Condannato.
Lo scontro va avanti da mesi e adesso potrebbe avere una soluzione che rivoluziona i confini del Patto. Bisogna sempre tenere presente quello che Massimo Mucchetti , oggi senatore del Pd, scrisse nel giugno scorso in una lettera aperta a Berlusconi sugli interessi “nazareni” di Verdini: “Per Verdini i processi non sono ancora entrati nel vivo. E qui diventa interessante vedere se lo Stato e le istituzioni si costituiranno parte civile laddove possibile, o se chiuderanno un occhio. Verdini ha maggiori possibilità di ottenere vantaggi dalla benevolenza del Principe rispetto a lei”. Rispetto a quattro mesi fa potrebbe esserci un salto di qualità per i guai giudiziari di “Denis”, non arginabile e non controllabile dal premier.
Il giorno cruciale che conferma che qualcosa è cambiato tra “Matteo” e “Denis” è il 23 ottobre, una settimana fa. Giovedì scorso, infatti, è passata con la fiducia al Senato la riforma civile della giustizia. Numeri risicati, ancora una volta, per la maggioranza: 161. Di mattina presto alcuni senatori azzurri ricevono una telefonata: “Tenetevi pronti, bisogna dare una mano a Renzi a far passare la riforma, ci tiene molto anche Cosimo Ferri (sottosegretario alla Giustizia già berlusconiano, ndr).
A seconda della situazione o si va fuori per non votare o si rimane in aula per garantire il numero legale”. Prima del voto, però arriva il duro contrordine del capogruppo Romani: “Tutti fuori, dobbiamo far mancare il numero legale”. Ma leghisti e grillini restano e il provvedimento passa con la fiducia. Cosa è successo? Una versione riferisce che lo stesso Renzi avrebbe rifiutato il soccorso azzurro per dare un segnale a Verdini.
Il giorno dopo, poi, il Corriere della Sera racconta che anche Berlusconi avrebbe mollato “Denis” per dissidi su legge elettorale e diritti civili. Il Nazareno scarica il suo cofondatore? E che fine farà la compravendita per mettere in piedi un gruppo di Responsabili filorenziani al Senato? Un senatore presente a una riunione apposita rivela che lo stanziamento sarebbe di due milioni di euro. E soprattutto: se Verdini lascia la politica a fine anno, sarà ancora in Italia?
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