DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA UN MINISTRO ITALIANO NON PARTECIPA AD UN G7/G20 - SACCODANNI HA PREFERITO RESTARE A ROMA PER SEGUIRE LA CORSA A VIA XX SETTEMBRE
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Saccodanni aveva cominciato male, finisce peggio. Mai la popolarità di un ministro del Tesoro, adesso Economia, era stata così bassa, ai minimi storici. Questa volta, proprio quando è in uscita, Gelatina l'ha combinata veramente grossa, roba che al confronto il pasticciaccio dell'Imu e quello degli stipendi dei professori diventano addirittura delle medaglie al merito. Per la prima volta nella storia un ministro italiano non ha partecipato ad un summit dell'economia mondiale, che dal G7 è ormai passato all'attuale G20.
La sedia del ministro italiana alla riunione dei venti Paesi più importanti del mondo, in svolgimento da oggi a Sidney, sarà vuota, anche se per la verità saranno in pochi a accorgersi dell'assenza di Pappagorgia. Eppure avrebbe avuto tutto il tempo per volare in Australia e tornare entro lunedì quando in via XX Settembre arriverà il nuovo inquilino.
Il fatto grave, anzi gravissimo, è che il ministro non è volato a Sidney non per un motivo familiare (in questo caso comprensibilissimo e più che giustificato) o per un malore, ma sarebbe rimasto a Roma per seguire di persona come andrà a finire la corsa per il ministero di XX Settembre. Saccodanni spera infatti di sedere ancora dietro la scrivania di Quintino Sella. Purtroppo non sarà così. Sul suo nome c'è il niet di Fonzie Renzi.
Tutti ma non Saccomanni, ha ripetuto anche ieri Matteuccio a Napolitano che tentava di perorare la pratica, dicendo che anche Draghi sarebbe stato d'accordo. Purtroppo per Bella Napoli e Bce, hanno incassato un bel no. Un segnale anche a Bruxelles e all'Europa.
2. E SACCOMANNI DECIDE DI DISERTARE IL G20
Elena Polidori per âLa Repubblica'
L'Italia politica non va al G20. Fabrizio Saccomanni, ministro dimissionario dell'economia, decide di disertare il vertice finanziario tra le autorità monetarie del venti paesi più importanti del mondo che inizia oggi a Sydney, in Australia e che finirà domenica. Non parte perché, se mai il governo Renzi dovesse giurare mentre le riunioni sono ancora in corso, si troverebbe in una scomoda situazione: decaduto automaticamente dall'incarico e per di più in trasferta dall'altra parte del mondo.
La decisione di Saccomanni matura proprio mentre a Roma si discute animatamente sui destini di questa poltrona, la più delicata del governo che Renzi sta cercando di mettere
in piedi, specie in tempi di vacche magre. Circolano tanti nomi di possibili papabili, compreso però quello dello stesso ministro che quindi potrebbe essere riconfermato.
"Ho già detto che ci rifletterò, se me lo chiedono", fa sapere l'interessato. Ed è chiaro che, se davvero di qui a domenica tutte le pedine andassero a posto e al Tesoro si decidesse di lasciare Saccomanni, risalterebbe ancora di più la poltrona vuota dell'Italia al summit tra i ministri e i governatori, tutto dedicato alla crisi e al dramma della disoccupazione.
Ma, se il rappresentante del governo non c'è, l'Italia tecnica è presente con il governatore Ignazio Visco, atteso in Australia nelle prossime ore e dopo aver avuto un colloquio con lo stesso Renzi.
L'altro giorno poi, lo stesso Visco aveva discusso a quattr'occhi anche
con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: segno che l'incarico di ministro dell'Economia è cruciale, tanto più in un momento in cui la recessione morde, il lavoro si sfarina, i conti faticano a tornare e ci sono gli impegni europei da rispettare.
Sicuro il governatore approfitterà anche del volo interminabile che lo porterà a Sydney - 24 ore filate - per parlare in privato con il presidente della Bce, Mario Draghi: i due s'imbarcheranno insieme da Francoforte, dopo la consueta riunione dei vertici Eurotower e resteranno appunto fino domenica. E tutto questo giro di partenze e disdette deve fare i conti con il gioco dei fusi- orari che amplifica, quando non complica la situazione.
Comunque, l'Italia politica al vertice non c'è.
Non era mai accaduto prima. Anzi, semmai è successo il contrario. Nel 2005, per esempio, l'allora ministro Tremonti fresco di nomina volò di corsa al g7 di Washington per ritrovarsi di fronte al governatore Fazio che il governo aveva sfiduciato. Anche in quel caso, il gioco dei fusi orari fece sì che il banchiere, in quei giorni travolto dallo scandalo, apprese dell'avvenuta scomunica di Berlusconi in volo e solo una volta atterrato capì che c'era stato pure un cambio al Tesoro. Per il resto, la prassi è che quando sono convocati dei g7, o g8, o g20 si va. E lo stesso avviene per i consigli Ue: all'ultimo, giusto ieri l'altro, Saccomanni infatti c'era.
Stavolta invece il ministro sceglie di restarsene in Italia. Al Tesoro fanno sapere che, in questi giorni così delicati per la vita politica, è più utile che resti in Italia. Al suo posto, ci sarà il direttore generale del dicastero, Vincenzo Lavia. Saccomanni tuttavia non rinuncia a parlare del G20: i ministri del gruppo, ovvero i suoi colleghi, sono pronti a prendere "qualsiasi misura per rafforzare la ripresa". Come lui la pensa anche il responsabile del Tesoro Usa, Jack Lew: "Bisogna promuovere una crescita che sostenga la domanda e crei occupazione".
SACCOMANNI E LETTA FABRIZIO SACCOMANNI BANCA DITALIA resize LETTA E SACCOMANNI images SACCOMANNI E DRAGHI RENZI E LETTAvisco ignazio Vincenzo La ViaGIULIO NAPOLITANO ANGELO MARIA PETRONI GIULIO TREMONTI - copyright PizziNAPOLITANO E TESTA BERLUSCONI
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