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Da “repubblica.it”
"Il lavoro continua, non ho niente da segnalare". Il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, non ha commentato le indiscrezioni circolate sulla stampa che lo danno pronto a lasciare il suo incarico. E' rientrato nel suo ufficio a via XX settembre. "Non ho niente da dire", ha detto con il viso sorridente rispondendo ai cronisti all'ingresso del ministero dell'Economia. Fonti del Tesoro fanno sapere che comunque non intende fare alcun attacco al governo.
Matteo Renzi non si scompone, la spending review va avanti, con o senza di lui, se lascerà 'se ne eleggerà un altro'. "Io non so quel che farà Cottarelli, lo rispetto, lo stimo e farà quel che crede. La revisione della spesa la faremo anche senza Cottarelli", ha detto il premier alla direzione del Pd. "La faremo - ha spiegato Renzi- perché con i 16mld che stanno nella revisione della spesa siamo al 2,3%, non al 3%". Il premier ha aggiunto: "Se riusciamo a essere coerenti con questo mandato il 40% è coerente. Ma se deleghiamo ai tecnici il compito di governare discutendo di una poltrona o due abbiamo perso la scommessa e anche l'elettorato".
Dello stesso avviso anche Graziano Delrio che arrivando a largo del Nazareno, ha ribadito: "Ci sono vicende di vario tipo, anche personali. Continuerà come prima" ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. "Non c'è nessun caso Cottarelli. Continueremo l'impegno del governo. La spending review non dipende dalle persone che la conducono, è una scelta politica. Dietro la vicenda di Cottarelli ci sono vicende di vario tipo, anche personali sue. La finanziaria si farà ad ottobre, ma la spending review va avanti", ha concluso.
In un post su Facebook Cottarelli, lo 'sceriffo' della spending review, ieri aveva puntato il dito contro le "nuove spese non coperte" che vanificherebbero la possibilità di tagliare le tasse. Secondo alcune indiscrezioni avrebbe lasciato il suo incarico per andare al Fondo monetario. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso è stato l'emendamento, votato alla Camera nel decreto di riforma della pubblica amministrazione, che consente quattromila pensionamenti nella scuola.
L'ira di "Mister Forbici" è contro "quei parlamentari che hanno remato contro". Le difficoltà fra Renzi e colui che avrebbe dovuto essere il regista dei tagli di spesa non nascono adesso. Sono iniziate fin dal primo giorno in cui i due hanno iniziato a cercare di lavorare insieme. Il fatto che il divorzio si stia consumando solo in queste settimane dimostra solo che su entrambi i fronti si è cercato a più riprese di trovare un terreno d’intesa. A sostituirlo sarà il consigliere economico del premier Yoran Gutgeld.
Anche il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha driblato una domanda sulle critiche ai criteri di spesa arrivate ieri da Carlo Cottarelli. "Non c'entro niente con quest'argomento. Non c'entra con questo evento - ha detto durante la conferenza stampa con l'omologo francese Michel Satin -. Lo dico anche per rispetto a lui. Non mi pare la sede per rispondere". Ma, ha continuato, "la situazione economica in Italia e nella Ue è meno favorevole di quello che speravamo a inizio anno". La situazione ha aggiunto il ministro "richiede un maggiore sforzo per la crescita e il consolidamento dei conti pubblici".
"Serve ancora di più uno sforzo sia nazionale che europeo per la crescita. In un contesto di consolidamento dei conti - ha aggiunto Padoan - bisogna pensare alle misure per crescere sul lungo periodo, per le riforme, gli investimenti e l'integrazione dei mercati". Su questo aspetto "c'è l'accordo non solo tra Italia e Francia ma tra tutti i Paesi europei", ha concluso spiegando che nel corso del semestre si lavorerà per mettere "le basi di lavoro e di condotta della nuova Commissione europea".
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