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DUMA RUSSA, 'MACRON E SCHOLZ VERGOGNA DELL'EUROPA'
(ANSA) – "La vergogna dell'Europa Macron e Scholz hanno perso miseramente". Lo afferma il presidente della Duma russa Vyacheslav Volodin commentando i risultati delle europee: "Questo è il collasso della politica di Macron", mentre in Germania "per il partito di Scholz i risultati sono stati i peggiori della storia", ha scritto su Telegram. "I risultati in Francia e Germania sono prevedibili. L'economia è stagnante, c'è una crisi migratoria e i Paesi, contrariamente ai loro interessi nazionali, sono coinvolti nella guerra in Ucraina", ha detto Volodin secondo cui "è giusto che si dimettano e smettano di prendere in giro i loro cittadini".
CREMLINO, MAGGIORANZA NEL PARLAMENTO UE RIMANE PRO-UCRAINA
(ANSA) - I risultati delle elezioni Ue mostrano che la maggioranza nel Parlamento rimarrà pro-europea e pro-ucraina, ma i partiti di destra stanno incalzando le forze pro-europee. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass.
MARINE LE PEN E VLADIMIR PUTIN
BRINDANO I FALCHI DEL CREMLINO "ORA LA NATO PIÙ DEBOLE IN UCRAINA"
Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per "la Repubblica"
Per le reazioni ufficiali di Mosca ai risultati delle europarlamentari bisognerà attendere, ma sui social falchi e politologi si sbilanciano a urne ancora aperte. Marat Bashirov, autoproclamatosi nel 2014 premier della sedicente Repubblica popolare di Lugansk nel Donbass ucraino e oggi professore presso la Scuola Superiore di Economia di Mosca, è tra i primi a esultare.
«Al Cremlino stanno aprendo lo champagne. I risultati delle elezioni del Parlamento europeo rovinano notevolmente il clima della conferenza svizzero-ucraina e del vertice della Nato. I cittadini europei non vogliono combattere contro la Russia. Che bella giornata», commenta. E mette le mani avanti: «Vedrete: la Russia sarà accusata degli scarsi risultati per l'Occidente globale. E strumentalizzeranno il discorso del presidente Vladimir Putin al Forum Economico di San Pietroburgo dicendo che ha intimidito gli europei con il tema della guerra nucleare».
Entusiasmo condiviso anche dal canale Telegram filogovernativo Obraz Budushego (L'immagine del futuro): «Ecco i grandi leader mondiali. Il distratto Joe il dormiglione. Scholz e Macron, incapaci di vincere le elezioni».
Il politologo Maksim Zharov invita tuttavia alla cautela: «Ci sono molti squittii di gioia da parte del pubblico russo, ma l'unico risultato tangibile finora è lo scioglimento del Parlamento da parte di Emmanul Macron e l'annuncio di elezioni anticipate in Francia. Ma Macron ha pensato a questo passo in anticipo: vuole "cavalcare" l'onda elettorale americana».
Neppure la rivista in lingua russa e inglese Russia in global affairs esulta: «Nonostante il successo dell'estrema destra in numerosi Paesi significativi, non ci sarà una rivoluzione nel Parlamento europeo. I centristi mantengono la maggioranza». E sostiene di non aspettarsi «che il segnale degli elettori influenzi la politica sulla questione ucraina» perché l'establishment darà la colpa del risultato «all'influenza ostile russa» e «non ci sono alternative nella politica estera europea».
VLADIMIR PUTIN E LE ARMI NUCLEARI - VIGNETTA BY OSHO
[…] In tanti chiedono: «E Scholz?». Dmitrij Medvedev, vice del Consiglio di sicurezza, definisce il cancelliere tedesco un «wurstel marcio» e lo invita a «inginocchiarsi e pentirsi» «per l'indescrivibile mediocrità della sua gestione» e «la storica perdita di fiducia nell'Spd, per la quale Willy Brandt e Helmut Schmidt si sono rivoltati più volte nella tomba».
Insolitamente cauto il politologo Sergej Markov. Mette in guardia perché «la destra non sistemica sta diventando sempre più sistemica». Secondo Markov, persino Marine Le Pen, la leader del Rassemblement National francese, «ha assunto una posizione filoamericana e antirussa», strada già intrapresa da Giorgia Meloni. La Russia, conclude, «non dovrebbe nutrire alcuna speranza nella vittoria della destra in Europa e Usa» perché «sotto il velo esterno della democrazia, il potere reale del Deep State e dell'oligarchia globale sta assumendo sempre più chiaramente i tratti di una dittatura». […]
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