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RAZZI E SILURI - CRUCIANI: “QUELLI CHE SI INDIGNANO PER IL SELFIE DI RAZZI CON ASSAD DOV’ERANO QUANDO IL DITTATORE SIRIANO QUALCHE ANNO FA VENNE IN ITALIA, RICEVUTO IN POMPA MAGNA DA NAPOLITANO (NEL 2010, LO FECE ANCHE CAVALIERE DI GRAN CROCE)?”

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Giuseppe Cruciani per “Libero Quotidiano”

 

ANTONIO RAZZI BASHAR AL ASSADANTONIO RAZZI BASHAR AL ASSAD

Lo confesso, uccidetemi: sono amico del senatore di Forza Italia Antonio Razzi, quello del «fatti li cazzi tua» e del vitalizio. Non solo. Ho conosciuto e frequentato la sua famiglia, sua moglie Maria, una ruvida castigliana di Leon, e uno dei suoi figli che fa l'operaio in un supermercato a Lucerna in Svizzera cercando di sbarcare il lunario.

 

Aggiungo, se qualche Alessandro Gassmann di passaggio non si è già schifato: adoro andare a mangiare con il suddetto senatore della Repubblica e altri commensali per nulla vip in un piccolo ristorante dalle parti di Giuliano Teatino, provincia di Chieti, Abruzzo, dove ingurgitiamo senza pietà piatti di lasagne e ceci, lasagne e fagioli (dette anche sagne in dialetto locale) con sovrappiù di una ventina di arrosticini di vera pecora a testa, ovviamente alla faccia di animalari e vegani di tutto il globo.

ANTONIO RAZZI E IL SELFIE CON ASSADANTONIO RAZZI E IL SELFIE CON ASSAD

giuseppe crucianigiuseppe cruciani

 

Ora, questa premessa è necessaria perché le cose che sto per scrivere potrebbero essere viziate da un certo conflitto di interessi. Ma tant'è, me ne frego. Vi dico quello che penso della foto-scandalo tra il parlamentare berlusconiano e il presidente-dittatore siriano Bashar al Assad, che tanto ha fatto arricciare il naso agli indignati speciali di casa nostra.

 

Ecco, trovo quel selfie una genialata assoluta, un colpo d'ingegno, forse involontario, di quell'arcitaliano che è Antonio Razzi. Uno che si è fatto un mazzo così in una fabbrica in terra elvetica per una trentina d'anni, prima di avere la botta di culo di entrare in Parlamento nel 2006, peraltro le prime due volte con le preferenze prese nelle circoscrizioni all'estero.

 

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Quell'immagine che immortale il Senatore e Assad che ride è un'opera d' arte che può tranquillamente essere paragonata alle produzioni non so, di un Cattelan, di un Fontana o di un Picasso. Nel suo genere, livello altissimo di commedia dell' arte all' italiana, lo spunto dell' abruzzese (in altre epoche lo avrebbero chiamato l'Abruzzese, con la maiuscola come si usava per gli artisti) rappresenta il proseguimento di una serie già inaugurata coi viaggi e le immagini nella Corea del Nord comunista: l'ex operaio semianalfabeta diventato berlusconiano che si fa immortalare coi maledetti del mondo quando è in visita ufficiale con altri signori in giacca e cravatta. Sublime.

ASSAD DALEMAASSAD DALEMA

 

Per questo suonano patetiche e ridicole le critiche che buona parte dell'Italia che si sente importante, figa, à la page, ha riservato all'impresa del Razzi: costoro si prendono troppo sul serio e colpiscono dove è più facile colpire. A cominciare dal Corriere della Sera che a firma di Pierluigi Battista, ha chiamato quel selfie "osceno" e ha sentenziato che il senatore «ha perso il senso del limite» e fa «pena, tristezza e rabbia».

 

Addirittura. Come dimenticare poi, tra gli altri professoroni, Gassmann junior, il moralista de noantri, che da grande esperto di politica internazionale si è sfogato vergando su Twitter le seguenti parole gonfie di indignazione civile e popolare: «200mila civili uccisi dall'individuo a destra, 60 milioni di italiani pagano lo stipendio all' anziano a sinistra», cioè rispettivamente il presidente siriano e Razzi.

 

ASSAD IN VATICANOASSAD IN VATICANO

E bravo Gassmann che ha rimediato l'applauso della rete anche stavolta, a parte forse i vecchietti trattati un po' maluccio. Ma a questi personaggi eletti cosa importa, importante è il consenso facile facile dandosi di gomito contro il senatore che prende a pugni l' italiano. Ma quanto sono bravi.

 

E dov' erano quando Assad qualche anno fa venne in Italia in visita di Stato? Basta digitare su Google e spuntano fuori una galleria di foto di quello che veniva considerato un illuminato statista ricevuto in pompa magna da Giorgio Napolitano, Massimo D' Alema e cardinali vari. Napolitano, nel 2010, lo fece anche cavaliere di gran croce. Già all' epoca non era uno stinco di santo, eppure non si sentirono le stesse grida di indignazione, nessuno puntò il dito contro quegli sporchi collaboratori del tiranno.

 

bashar al assad bashar al assad

E poi, guardate e riguardate bene quella foto Razzi-Assad. Chi ne esce ridicolizzato, da quell' immagine straordinaria del senatore cabarettista insieme a uno degli uomini più temuti al mondo, è proprio il potente siriano, che avrebbe pure chiesto lui di essere immortalato col politico diventato famoso per il suo italiano claudicante e la rappresentazione tv di Crozza.

 

Può sembrare un paradosso, ma è proprio così: a mettere in mutande Assad non sono quelli che si atteggiano a statisti e poi hanno sempre baciato la pantofola del tiranno senza risolvere nulla. E nemmeno i giornalisti seriosi, gli attori o presunti tali e gli indignati e le indignate a buon mercato, ma il Senatore che ha solo la terza media, dormiva sulle pietre e un giorno prese la valigia di cartone e se ne andò a lavorare in Svizzera.