robledo albertini

GUERRE PER PROCURA - IL CSM CENSURA IL COMPORTAMENTO DEL PM ROBLEDO E I SUOI RAPPORTI AFFETTUOSI CON L'AVVOCATO DELLA LEGA, AL QUALE HA RIVELATO NOTIZIE GIUDIZIARIE RISERVATE, MA LO 'PROMUOVE' A PROCURATORE AGGIUNTO DI TORINO - ROBLEDO HA QUERELATO ALBERTINI, CHE SI TUTELA DIETRO UNA BIZZARRA IMMUNITÀ PARLAMENTARE 'PREVENTIVA'

1. «ROBLEDO FECE LA TALPA» IL CSM LO CONDANNA (CON UNA PROMOZIONE)

Luca Fazzo per “il Giornale

 

Nelle inchieste che riguardano i cittadini comuni, se un pubblico ufficiale viene scoperto a fare la «talpa» per conto di qualche indagato, normalmente viene licenziato, indagato, spesso arrestato. Ma il dottor Alfredo Robledo non è un cittadino, è un magistrato.

 

BRUTI ROBLEDO BRUTI ROBLEDO

E così il Consiglio superiore della magistratura da una parte lo giudica colpevole di comportamenti di una gravità inaudita, scrivendo nero su bianco che ha piegato il proprio dovere di magistrato al proprio tornaconto personale, spifferando segreti sulle inchieste in cambio di appoggi politici; ma dall' altro gli consente di continuare a fare non solo il magistrato ma anche il procuratore aggiunto a Torino.

 

Un posto chiave, di grande responsabilità. É l' ultima (forse) puntata della guerra senza esclusione di colpi vissuta negli scorsi anni dalla Procura di Milano, con l' attacco sferrato da Robledo al procuratore aggiunto Edmondo Bruti Liberati e al «cerchio magico» dei suoi fedelissimi. Bruti è stato prosciolto (con più di un rimprovero) ed è andato in pensione.

 

Ma Robledo ha dovuto fare i conti con quanto era nel frattempo venuto a galla sui suoi rapporti con Domenico Aiello, difensore di Roberto Maroni e legale di fiducia dell' intera Lega Nord, scoperti dalla Dia di Reggio Calabria indagando sul lato dark del Carroccio.

 

a sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberatia sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberati

Robledo, dicono le intercettazioni, si rivolge a Aiello con affetto («un abbraccio forte», «grande avvocato», «grande amico mio») e soprattutto gli preannuncia le prossime mosse delle inchieste sui rimborsi facili in Regione, rivelando la fonte delle notizie sulla Lega e garantendo che anche gli altri partiti verranno colpiti.

 

Il 31 maggio scorso, il Csm punì Robledo con la perdita di sei anni di anzianità e col trasferimento a Torino, ma gli restituì i gradi di procuratore aggiunto. Ieri la commissione disciplinare del Csm deposita le motivazioni della sua decisione, che sono di una durezza estrema.

 

L' esame delle conversazioni tra Robledo e Aiello «consente agevolmente di ravvisare non solo un rapporto di complice confidenza, ma anche il senso di una utilità corrispettiva da entrambi ricercata (...) emerge come dato assolutamente pacifico che nel dicembre 2012 l' avvocato Aiello era a conoscenza di notizie riservate aventi ad oggetto gli esiti di riunioni riservate tra magistrati della Procura, gli elementi indiziari sussistenti all' epoca nei confronti dei soggetti indagati, la circostanza che altri sette od otto consiglieri regionali della Lega Nord sarebbero stati sottoposti di indagini e che analoga sorte sarebbe toccata anche ai consiglieri regionali appartenenti ai gruppi di opposizione». Aiello, poi, riferiva a Maroni e a Matteo Salvini.

domenico aiello con giorgettidomenico aiello con giorgetti

 

Conclusione del Csm: «il tenore letterale degli sms e il contenuto dei colloqui tra Aiello e i vertici della Lega consente di ritenere dimostrato che l' Aiello aveva la disponibilità di una fonte informativa privilegiata all' interno della Procura milanese, in grado di fornirgli informazioni riservate».

 

Quella talpa, dice il Csm, era Robledo. Che rivelava segreti per un motivo specifico: farsi consegnare gli atti del Parlamento europeo relativi alla sua querela contro Gabriele Albertini, per poter proseguire la sua battaglia conto l'ex sindaco di Milano, e spingere la Lega a votare contro l' immunità chiesta da Albertini. Ma alla fine la sanzione è blanda, perché «il percorso professionale di Robledo è stato caratterizzato da una buona professionalità e di questa circostanza bisogna naturalmente tenere conto».

 

 

2. PERFINO UNA PETIZIONE NELLA "GUERRA ALBERTINI-ROBLEDO"

Maurizio Tortorella per www.panorama.it

 

DOMENICO AIELLO DOMENICO AIELLO

Continua l'infinita guerra giudiziaria tra Gabriele Albertini, dal 1997 al 2006 sindaco di Milano e oggi senatore di Area popolare, e Alfredo Robledo, ex procuratore aggiunto di Milano. E ora la disputa si esprime non soltanto fra tribunali e istituzioni parlamentari, ma anche con petizioni popolari.

 

La vicenda inizia con due interviste rilasciate da Albertini nell’ottobre 2011 e nel febbraio 2012, la prima al Sole 24 Ore e la seconda al Corriere della sera. In quelle interviste Albertini esprime giudizi critici nei confronti di Robledo e lo accusa di avere perseguitato la sua giunta attraverso le inchieste. Robledo (che nel febbraio 2015 è stato trasferito d'ufficio a Torino dal Consiglio superiore della magistratura, dopo un durissimo scontro con il suo capo Edmondo Bruti Liberati), lo querela per calunnia.

 

gabriele albertinigabriele albertini

Processato a Brescia, Albertini ha chiesto al Senato che gli fosse riconosciuta l’immunità: il senatore ammette infatti di aver pronunciato le sue dichiarazioni critiche prima della sua elezione a senatore. Ma, è evidente che la "continuità" tra l'accusa formulata trab 2011 e 2012 a mezzo stampa con quelle ripetute più volte dagli scranni del Senato identificano una sorta di "continuazione del reato", che in quanto tale lo farebbe cadere nell'ambito delle opinioni espresse come parlamentare.

 

Dopo un lungo tira e molla, la scorsa settimana la giunta per le immunità ha votato a favore di Albertini. Secondo la relatrice Rosanna Filippin, del Pd, "va fatta una lettura unitaria delle originarie dichiarazioni di Albertini. Pur non essendo senatore, all’epoca era parlamentare europeo. E nella successiva veste di senatore ha replicato per 38 volte queste dichiarazioni. Che, dunque, vanno viste nella loro interezza e sistematicità". Proprio come sostiene Albertini. L'aula deve pronunciarsi nel pomeriggio di martedì 8 novembre.

 

A Brescia, intanto, il procedimento è alle battute finali. Lunedì 7 novembre è prevista la conclusione del dibattimento. E proprio per evitare che Albertini si presenti a Brescia protetto dalle guarentigie di parlamentare è stata lanciata una petizione online, indirizzata al presidente del Senato Pietro Grasso. Il primo firmatario è il giurista napoletano Paolo Pollice, amico di Robledo. La petizione, che s'intitola “NO immunità/impunità al senatore Albertini” e finora ha raccolto qualche centinaio di adesioni, ha una caratteristica in più: uno "sponsor" d'eccezione. E cioè il diretto interessato, Alfredo Robledo.

GABRIELE ALBERTINI GABRIELE ALBERTINI

 

Robledo ha infatti sottoscritto un appello online. Questo è il testo integrale: "Cari amici, vi scrivo per chiedervi di firmare e diffondere (se lo ritenete) questa petizione che mi è cara. Il fatto: la giunta per le immunità parlamentari si è inventata la bestialità dell’immunità retroattiva per salvare la pelle a Gabriele Albertini nel processo che lo vede imputato per calunnia aggravata a mio danno. Un abuso da casta di un privilegio bello e buono: all’epoca dei fatti oggetto del processo, non era senatore. E’ talmente semplice. Ora l’amico e stimato professore Paolo Pollice ha lanciato questa petizione, e vi chiedo di sostenerla in vista della discussione in Senato per la quale si procederà -udite udite- con voto segreto. Non possono sguazzare nei loro privilegi, ricattare le istituzioni con la loro posizione e rimanere sempre impuniti".

 

L'appello continua con accuse gravi nei confronti dell'attività politica di Albertini: "Questo è un caso che mi tocca da vicino" prosegue Robledo "ma è anche un episodio che dimostra la crisi della democrazia e della rappresentanza politica. Albertini aveva minacciato di togliere supporto al governo se non gli avessero concesso l’immunità per questa questione sua personale. E’ un voto di scambio, una cosa che fa orrore.

 

Grazie del vostro sostegno morale, anche solo con una firma e la condivisione sui vostri canali, famiglia e amici. Firmare è semplicissimo basta cliccare sul link che invio ed inserire nome, cognome, e mail e cliccare su firma. Per diffondere questa petizione potrete anche inoltrare questo mio messaggio con annesso link a tutti i vostri contatti, chiedendo loro di firmare e condividere a loro volta. Grazie sin da ora per quanto farete. Alfredo Robledo".

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L'iniziativa di Robledo ha pochissimi precedenti: a memoria di cronista non si ricorda un magistrato in attività che abbia invitato l'opinione pubblica a sostenere una causa che lo riguarda così da vicino. Forse un episodio in qualche modo simile potrebbe essere individuato, mutatis mutandis, nell'appello che fu lanciato nel dicembre 1994 dal pool dei pubblici ministeri milanesi di Mani Pulite contro il decreto dell'allora ministro della Giustizia, Alfredo Biondi.

 

Albertini ha deciso di replicare con un'interrogazione all'attuale ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Ha anche presentato una denuncia al Tribunale di Milano, ipotizzando a sua volta la calunnia da parte di Robledo. La guerra, insomma, continua.