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matteo renzi carlo calenda by leoni
Eleggere 15 parlamentari, a Camere ridotte, con un partito che a stento arrivava al 2%, salvando sé stesso e tutti i fedelissimi e riuscendo a far contento anche qualcuno dei peones. È l’oggettivo trionfo di cui si è reso protagonista Matteo Renzi, passato in poche settimane dal concreto incubo di non superare la soglia di sbarramento a un bottino elettorale di tutto rispetto, superiore a forze che godono nel Paese di un consenso ben maggiore.
La sliding door tra i due destini porta il nome di Carlo Calenda: su di lui il leader di Italia viva ha fatto un “all in” da esperto pokerista, facendo credere di essere pronto a correre da solo, ma contando sul fatto che prima o poi il suo ex ministro avrebbe fatto saltare il tavolo delle trattative con il Pd di Enrico Letta.
CARLO CALENDA MATTEO RENZI BY DE MARCO
Così è puntualmente successo, e da quel momento Renzi ha vinto tutte le fiches. Il capo di Azione, venuto meno il cartello con +Europa che è rimasta nel centrosinistra, è stato costretto a rivolgersi a lui per avere a disposizione un simbolo elettorale esentato dalla raccolta firme, e in cambio ha dovuto concedere la metà dei posti sicuri in lista, nonostante nei sondaggi il proprio partito avesse più del doppio dei voti di Iv.
CARLO CALENDA MATTEO RENZI ETTORE ROSATO
Così, mentre i vari Bonino, Paragone e De Magistris si mangiano le mani per non aver raggiunto il 3%, Renzi gongola festeggiando il massimo risultato ottenuto con il minimo sforzo. Alla Camera gli eletti di Italia viva sono 10 su 21: a Montecitorio andranno tutti i fedelissimi del Giglio magico, da Maria Elena Boschi a Francesco Bonifazi, Davide Faraone, Luigi Marattin ed Ettore Rosato.
Trovano posto anche l’ex ministra Elena Bonetti e il deputato Mauro Del Barba. Poi ci sono i subentrati: Bonifazi, eletto nel collegio Toscana 1 (dove la lista ha preso una percentuale minore, secondo quanto prevede il Rosatellum) lascerà il posto in Toscana 3 a Lucia Annibali.
Boschi, eletta in entrambi i plurinominali di Roma, scatterà in quello più periferico, mentre nel collegio centrale al suo posto passerà Roberto Giachetti. Mauro Del Barba, eletto sia in Lombardia 2 – P02 che in Lombardia 4 – P01, lascia il posto nel primo collegio a Maria Chiara Gadda.
COPERTINA TPI - 19-25 AGOSTO 2022
Al Senato, invece, oltre a Renzi passano Ivan Scalfarotto e Silvia Fregolent. Ma altri due seggi per Italia viva (per un totale di 5 su 9) scatteranno a causa dell’elezione di Carlo Calenda in tre diversi collegi: sarà proclamato in Sicilia, bloccando Teresa Bellanova, mentre al suo posto in Veneto passerà la senatrice Daniela Sbrollini e nel Lazio la deputata Raffaella Paita (che è ligure).
Una pattuglia di tutto rispetto, dunque, che renderà Renzi perfettamente autonomo nelle mosse politiche che deciderà di intraprendere. E lui non contiene la soddisfazione: nel post scriptum della sua ultima e-news, intitolato “L’angolo del sorriso”, sbertuccia “gli stessi che hanno detto per anni che non sarei mai più tornato in Parlamento, che non avremmo fatto il 3%, che nei sondaggi eravamo morti”, cioè quello che sarebbe successo se non fosse arrivato il soccorso di Azione. E conclude: “Un abbraccio a chi ci ha considerato tante volte finiti: ci hanno seppellito più volte, non sapevano che siamo semi“. Con un sentito grazie a Calenda.
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