
DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI…
“IL CENTROSINISTRA E’ COME LA NAZIONALE, NON SI CAMBIA DOPO 2 SCONFITTE” - QUANDO C’E’ UNA SCONFITTA DEL CAMPO LARGO, RICICCIA SEMPRE GIANNI CUPERLO A STROLOGARE SUI MOTIVI DEL KO CON METAFORE SPERICOLATE - SULLE CRITICHE PER UNO SBILANCIAMENTO A SINISTRA DEL TRIO PD-M5S-AVS IL DEPUTATO DEM SI TRASFORMA IN IGINIO MASSARI: “È L'ARTE DELLA PASTICCERIA A PREVEDERE LA PRECISIONE IN GRAMMI DI CIASCUN INGREDIENTE. UNA COALIZIONE NON È UNA TORTA. AL PD IN PASSATO SI RIMPROVERAVA LA MANCANZA DI CHIAREZZA, MA DA DUE ANNI E MEZZO STA PARLANDO UN LINGUAGGIO DI VERITÀ” (CON LE SUPERCAZZOLE DI SCHLEIN E CUPERLO? CIAO CORE…)
Niccolò Carratelli per la Stampa - Estratti
Gianni Cuperlo parte con la metafora calcistica per spiegare che no, non c'è motivo di mettere in discussione la prospettiva della coalizione di centrosinistra dopo due sconfitte, per quanto pesanti, alle Regionali. «È come se dopo due sconfitte della nazionale, Gattuso spiegasse che per vincere è meglio giocare in sette anziché in undici – dice il deputato Pd –.Temo rischierebbe l'esonero».
Quindi, non condivide le critiche per un eccessivo sbilanciamento a sinistra del trio Pd-M5s-Avs?
«È l'arte della pasticceria a prevedere la precisione in grammi di ciascun ingrediente.
Una coalizione non è una torta. La politica è un impasto di visioni, proposte e anche passioni. Di fronte abbiamo una destra che soffia sulle paure e indica nemici in cielo e in terra. A noi tocca coltivare un principio di speranza, che non si accontenta di semplici aggiustamenti, ma chiede anche una qualche radicalità».
Il Pd di Schlein è più radicale e rischia di non rappresentare più un pezzo di elettorato moderato?
«Al Pd in passato si rimproverava la mancanza di chiarezza, ma credo che, da due anni e mezzo, stia parlando un linguaggio di verità, rivolgendosi a tutti. Io resto affezionato all'idea di un Pd capace di rappresentare mondi diversi».
Dunque, non serve riequilibrare la coalizione al centro, come sostengono in molti?
«Ci sono forze e personalità impegnate a valorizzare una tradizione liberal-democratica, che ha a cuore la difesa della Costituzione. Spero riescano a unirsi per contribuire a una battaglia comune».
Il problema è che i vostri alleati spesso non danno il contributo sperato: i 5 stelle vanno male anche quando esprimono il candidato.
«Più dei candidati penso abbia un peso la natura di quel Movimento, il suo radicamento. I partiti non possono ridursi a comitati elettorali: servono regole, risorse, diritti degli iscritti capaci di moltiplicare la partecipazione. Le urne certificano il raccolto, ma conta moltissimo la semina e quella richiede tempo e generosità».
Se guardiamo il dato dell'astensione, avete seminato male tutti. C'è un problema di credibilità, di comunicazione o di cos'altro?
«Direi che c'è un problema di democrazia. Le persone votano se pensano che quel voto aiuterà a risolvere una parte dei loro bisogni, a restituire una quota di diritti calpestati.
Quando quella convinzione viene meno, subentrano disincanto, rancore. Questa deriva si inverte solo martellando, come stiamo facendo, su salari, sanità, fisco e pensioni».
Invece martellare su Gaza e la Flotilla nelle campagne elettorali delle Regioni è stato un errore? La strategia non sembra aver pagato nelle urne…
«Trovo persino cinico calibrare la potenza di quelle piazze sul consenso elettorale che possono o non possono generare. Milioni di persone sono uscite di casa per fermare un genocidio e riaprire uno spiraglio di pace. Non avevano in mente i comizi di Meloni e Salvini, ma la tragedia che hanno sotto gli occhi da mesi».
Resta il fatto che i marchigiani e i calabresi hanno sonoramente bocciato la vostra proposta, forse anche l'essenza stessa del cosiddetto campo largo, o no?
«Credo sia sbagliato attribuire al voto in queste due regioni un significato così ampio e perentorio. Sarebbe un errore anche fare una valutazione opposta tra una settimana, dopo la probabile vittoria del centrosinistra in Toscana. Alle Regionali ci sono variabili legate al territorio, chi va a votare non lo fa ragionando sulle alleanze nazionali».
gianni cuperlo ricordo di charlie kirk a montecitorio
meme sui candidati al congresso pd
D ALEMA CUPERLO
(...)
DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI…
ALTRO CHE GOVERNO COESO: È GUERRA APERTA IN CASA! – IL PIÙ INCAZZATO PER L’INVESTITURA DI EDMONDO…
DAGOREPORT! IN CALABRIA, COME NELLE MARCHE, SI REGISTRA LA SCONFITTA DI GIUSEPPE CONTE: HA VOLUTO…
DAGOREPORT! GIUSEPPE MAROTTA STRINGE ANCORA PIÙ LE MANI SULLA FIGC. IN SETTIMANA SI VOTA LA…
DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN…
DAGOREPORT - AL GRAN CASINÒ DEL RISIKO BANCARIO, “LES JEUX SONT FAITS"? ESCE DAL TAVOLO DA GIOCO…