dalema renzi

1. "REPUBBLICA" CONFERMA: D’ALEMA VUOLE USARE LE AMMINISTRATIVE E IL REFERENDUM PER RISPEDIRE QUEL BULLETTO DI RENZI NEL BARETTO DI RIGNANO SULL’ARNO A GIOCARE A FLIPPER 2. “BAFFINO” A “LA STAMPA”: “E' UNA MONTATURA CONTRO DI ME, STANNO CERCANDO UN CAPRO ESPIATORIO PERCHÉ TEMONO, DOMENICA, RISULTATI MOLTO DELUDENTI RISPETTO ALLE ATTESE”

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1. “UNA MONTATURA PER FARE DI ME IL CAPRIO ESPIATORIO DELLA SCONFITTA”

Brani dell’articolo di Federico Geremicca per “la Stampa”

 

RENZI GIACHETTI DALEMARENZI GIACHETTI DALEMA

L’ex presidente del Consiglio definisce, nettamente, “pura spazzatura da parte di un house organ del partito del Nazareno” [...]

 

Ecco cosa afferma: “Si tratta di una vera e propria montatura contro di me - comincia - frutto del fatto che stanno cercando un capro espiatorio perché temono, domenica, risultati molto deludenti rispetto alle attese. E’ una palese manovra da parte di quello che è in realtà un house organ del Partito del Nazareno”.

 

RENZI DALEMA TOTTIRENZI DALEMA TOTTI

“La vicenda dimostra e conferma il livello di degrado del giornalismo italiano. De Marchis, l’autore dell’articolo su “Repubblica”, non mi ha mai chiamato: ha telefonato a Massimo Bray, che gli ha detto in maniera inequivocabile che le frasi attribuitemi non erano vere. Scriverle lo stesso è stata dunque una menzogna che ha come mandanti chi mi vuole adoperare come caprio espiatorio”.

 

“Potete scrivere che si tratta solo di una montatura da parte di chi, temendo il peggio ai ballottaggi di domenica sta cercando per tempo una persona da incolpare”.

 

2. ECCO I TRE INCONTRI ANTI-RIFORMA E LE TELEFONATE PER LA GIUNTA RAGGI

Goffredo De Marchis per “la Repubblica”

 

renzi d alema dalema tennisrenzi d alema dalema tennis

La smentita di Massimo D’Alema all’articolo di ieri in cui si raccontava la sua intenzione di votare a Roma per Virginia Raggi, candidata dei 5 stelle, e la volontà di costituire un comitato per il No al referendum costituzionale è totale e netta. L’ex premier parla di «ricostruzione falsa, frutto della fantasia del cronista e della volontà dei suoi mandanti. D’altronde non si precisa né dove, né quando, né con chi sarebbero state dette le frasi virgolettate. Le riunioni di cui si parla non si sono mai tenute».

 

renzi dalema fassina civati   gioco dello schiafforenzi dalema fassina civati gioco dello schiaffo

Repubblica invece è in grado di confermare interamente il contenuto dell’articolo e di precisare nel dettaglio e in maniera più ampia come si sono svolti i fatti, che nella strategia dell’ex segretario dei Ds, servirebbero a provocare la caduta del governo Renzi. Abbiamo ricostruito tre diverse riunioni in cui sono state pronunciate quelle parole, testimoniate da diverse fonti. Una a Bari, una con i socialisti dissidenti e una, lunedì scorso, alla fondazione Italianieuropei. Aggiungendo anche nuovi particolari che mettono in luce l’attivismo pro 5Stelle dell’ex segretario Ds.

MASSIMO DALEMA GIOCA A CALCIO MASSIMO DALEMA GIOCA A CALCIO

 

In queste ultime settimane, sono due i temi su cui D’Alema si è espresso, ragionando con colleghi, professori e intellettuali che ha incontrato durante i giri elettorali e negli appuntamenti della sua Fondazione.

 

1) Ha spiegato di aver scelto di dare vita a comitati per il No occupando un proprio spazio autonomo e di sinistra all’interno del fronte trasversale che si oppone alla legge costituzionale voluta da Renzi e sulla quale gli italiani si esprimeranno nel referendum di ottobre. Questo suo progetto si è manifestato la prima volta in una riunione riservata tenutasi a Bari con i suoi fedelissimi. Intenzione nuovamente confermata tre giorni fa alla Fondazione.

 

2) Ha poi raccontato di voler votare e di invitare a votare Virginia Raggi, la candidata grillina, che al ballottaggio di domenica sfida il Pd Roberto Giachetti. «È fondamentale la sconfitta di Renzi a Milano e Roma. Solo così si può ricostruire un campo del centrosinistra», è stato il ragionamento dell’esponente dem. Ma non solo, D’Alema, che nella sua nota di smentita afferma di «non aver avuto modo di occuparsi della campagna elettorale di Roma», ha invece ritirato fuori l’antica veste di kingmaker.

RENZI E DALEMA DA FOTOMONTAGGI POLITICI RENZI E DALEMA DA FOTOMONTAGGI POLITICI

 

Infatti ha telefonato ben due volte al critico d’arte Tomaso Montanari per cercare di convincerlo ad accettare l’offerta del Movimento 5Stelle: fare l’assessore alla cultura nella giunta Raggi. Il consiglio, nella sostanza, era quello di schierarsi con i grillini. Ma, alla fine Montanari, allievo di Salvatore Settis, ha declinato l’invito e si è tirato fuori dal totonomi per il Campidoglio.

 

RENZI  dalemaRENZI dalema

A Bari D’Alema ha organizzato, nelle ultime settimane, un incontro con i fedelissimi che in Puglia sono ancora numerosi. L’obiettivo era preparare il terreno per dare battaglia sul referendum perché, come ha detto, «dobbiamo organizzarci sul territorio, così come faceva il Pci negli anni ‘50». Durante quell’appuntamento D’Alema ha più volte ripetuto che bisogna «far cadere Renzi a qualunque costo perché la riforma è un pasticcio, è un presidenzialismo mascherato e senza alcun contrappeso ».

 

Le stesse parole le ha usate anche lunedì scorso a Roma nel suo ufficio di Piazza Farnese, rincarando la dose e sottolineando «il dilettantismo con cui Renzi ha immaginato la regola del limite dei due mandati a Palazzo Chigi. Confonde premierato e sistema presidenziale». Che la macchina dalemiana si sia già messa in moto lo conferma anche un’intesa con gli esponenti di Area socialista, la componente del Psi che fa capo a Bobo Craxi, per preparare il comitato per il No.

 

DALEMA E RENZI DALEMA E RENZI

Lunedì sera infine, nella sede di Italianieuropei, si è tenuta la riunione del comitato scientifico di un convegno che verrà celebrato in autunno. C’erano intellettuali, accademici oltre ai membri della Fondazione presieduta da D’Alema e dell’associazione Magna Carta del senatore Quagliariello. Una sigla di sinistra e una di destra, per organizzare l’evento. Il tema del seminario infatti è il bilancio di 20 anni del bipolarismo italiano. Quasi tutti i presenti hanno convenuto che il ciclo si è chiuso, che “quel” bipolarismo ha esaurito la sua spinta e diventerà questo l’indirizzo del convegno.

RENZI PASSA DA FONZIE AI BAFFI MA SEMBRA POIROT NON DALEMA RENZI PASSA DA FONZIE AI BAFFI MA SEMBRA POIROT NON DALEMA

 

Repubblica ha l’elenco completo dei partecipanti alla riunione e ha contattato tre di loro per verificare l’esattezza delle frasi pronunciate da D’Alema su Renzi, sul ballottaggio romano, sul referendum costituzionale. Tutte queste fonti hanno offerto una versione univoca delle dichiarazioni dell’ex premier.

 

Una volta terminata la discussione sull’ordine del giorno legato al convegno, il presidente di Italianieuropei ha affrontato la situazione politica e le elezioni amministrative esprimendosi esattamente nei termini riportati ieri da questo giornale. Alla base di tutto un solo obiettivo: sfruttare ogni occasione per buttare giù Renzi. «Se vince il Sì al referendum — ha scandito D’Alema davanti ai professori — me ne vado dal Partito democratico », prefigurando la scissione.

HAPPY PD DALEMA RENZI BERSANI FRANCESCHINI FINOCCHIARO HAPPY PD DALEMA RENZI BERSANI FRANCESCHINI FINOCCHIARO

 

3. LO SCORPIONE E IL GALLETTO ORA I CARISSIMI NEMICI SONO AL ROUND FINALE

Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”

 

E insomma, per metterla giù un po’ brutale: se Renzi è Renzi, e senza scrupoli fa Renzi, è anche vero che senza nemici personali, assillanti ed esclusivi, D’Alema non ci sa proprio stare.

Di questa compulsiva attitudine si può chiedere utile conferma a diversi personaggi della vita politica italiani degli ultimi 25 anni fra cui Occhetto, Prodi, Veltroni, più vari ed eventuali figure minori. C’è su questo una vasta letteratura giornalistica e anche una diffusa collezione di fonti, testimonianze e memoriali prossimi ormai alla storiografia, se non funzionali anche alla esplicitazione di un mito, anzi due o tre.

VIGNETTA BENNT DA LIBERO DALEMA CONTRO RENZI VIGNETTA BENNT DA LIBERO DALEMA CONTRO RENZI

 

Ecco perciò D’Alema Moloch, antica divinità divoratrice connessa ai sacrifici umani; o D’Alema Scorpione che, come nella favola, punge chiunque perché farlo «è nella sua natura»; o anche, e qui si varcano le soglie dell’esoterismo, può avvicinarsi, sempre D’Alema, all’Arcano della Vittoria nello Zodiaco nero. Insomma, e comunque: si salvi chi può.

 

Renzi, certo, è ancora troppo giovane per aver accumulato su di sé una tale quantità e qualità di ombre e di illustri vittime. Ma promette bene, benissimo. Anche lui si sceglie i nemici perché ne ha bisogno. Anche lui, si direbbe, ne ha indispensabile bisogno più per affermare se stesso che un’idea, una linea, un progetto, una politica. Anche Renzi, come D’Alema, è auto-centrato e bello arrogante — sia pure di un’arroganza più giovanile e istintiva, meno pedagogica e intellettuale.

IL CAMPER DI RENZI INVESTE UN PUPAZZO CON LA MASCHERA DI MASSIMO DALEMA jpegIL CAMPER DI RENZI INVESTE UN PUPAZZO CON LA MASCHERA DI MASSIMO DALEMA jpeg

 

Ovvio dunque che i due classici galli, galletto giovane e gallo attempato, sarebbero giunti al super-combattimento che per la verità, come possono documentare i cronisti politici della Terza Repubblica, conosce oggi il suo quarto o quinto sviluppo.

 

renzii dalema k renzii dalema k

Nel format fondante della rottamazione, le penultime puntate hanno colorato il psyco-duellone delle più varie e colorite interazioni. Renzi mostrava la foto D’Alema nei suoi comizi per scatenare ira e dileggio (e un fan con la maschera baffuta si fece ritrarre asfaltato sotto il camper del fiorentino). D’Alema raccontò, con qualche plausibilità, che Renzi arrivava nelle città con l’aereo e poi saliva sul camper per fare il fico. Renzi rispose che D’Alema, allora presidente Copasir, lo faceva spiare dai servizi. E così via.

 

virginia raggi virginia raggi

Sia consentito di non dilungarsi sulle questioni più propriamente politiche (riforme, alleanze, poltrone, democrazia nel Pd, etc), del resto abbastanza secondarie in tempi post-ideologici. Sintomatico semmai, e non solo per i toni, lo scontro cosiddetto del pop-corn, per cui D’Alema annunciò un certo intervento in tv, Renzi per dire che non gliene fregava niente disse «ah, bene, stasera mi metto davanti al video con i pop-corn», e allora D’Alema concluse che con i pop-corn doveva andarci piano perché era già ingrassato.

 

Ecco. Il tutto però reso più buffo, stucchevole e insieme malinconico da una lunga serie di astuti ricongiungimenti, ambigui ammiccamenti, strategici ma finti avvicendamenti culminati nella pubblica e vana consegna, da parte di D’Alema, nientemeno che della maglia di Totti al premier. Il quale premier, forse, o di sicuro, ma chissà, gli aveva promesso un posto in Europa.

 

massimo braymassimo bray

E D’Alema, ingannato e umiliato come un politico alle prime armi, si era tenuto l’sms nella memoria del telefonino e con aria d’amara e teatrale incredulità lo mostrava a questo o a quello per avvalorare il mendacio di Renzi; mentre questi si compiaceva di definirlo, tra le risate cortigiane: «Una vecchia gloria del wrestling»; e Lotti, che non parla mai, si permetteva di rifargli il verso («diciamo»); ed Esposito diceva: «D’Alema chi?»; e tutti i più accesi ex dalemiani, il celebre staff di Lothar pelati e devoti, sono diventati ultrà del renzismo.

Goffredo De Marchis Goffredo De Marchis

Ora quando i caratteri, più che le politiche, prendono la mano, gli osservatori forse sbagliano, ma nel frattempo si ritengono in qualche modo autorizzati a interpretarne le parole come chiacchiere e le mosse come come pezzetti di teatro, quasi mai spettacoli degni di questo nome. «Odio distillato» sente Renzi da D’Alema. Altrettanto sente quest’ultimo dal premier. Quando l’uno è la nemesi dell’altro — ma senza esagerare.