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Pierluigi Battista per il “Corriere della Sera”
BERLUSCONI RICOVERATO AL SAN RAFFAELE
Il livore di un ventennio contro Berlusconi, visto come l'«Uomo nero», si scioglie in solidarietà: anche gli avversari irriducibili sentono che il suo cuore deve battere ancora. Ma sì, alla fine anche gli avversari irriducibili, i nemici che in tutti questi anni lo hanno preso a simbolo del Male, il Corruttore, il feroce Caimano, l' Uomo nero, il Dittatore, il Tiranno, il Satrapo, il Drago sentono che il cuore di Berlusconi deve continuare a battere, per lui ovviamente, ma per tutti noi.
BERLUSCONI RICOVERATO AL SAN RAFFAELE
E insomma certo, fioccano le ironie sul Cavaliere che al risveglio, dopo un' operazione delicata, fa il galante con l' infermiera, si sprecano sui social i ritocchi dell' immagine di Francesca Pascale che lacrima affranta sul balcone, ma poi finisce lì, il livore è il residuo di pochissimi, e tutti che incoraggiano Berlusconi, «dai Silvio», «forza Silvio» e lui lo dice pure, il fondatore del partito dell' amore, che non gli dispiace l' Italia che gli vuole bene. Meglio così, ci dimostriamo un po' civili, mettiamo la politica da una parte e la vita dall' altra. Italiani brava gente. O no?
berlusconi in ospedale al san raffaele
E chi l' avrebbe detto. Il corpo di Berlusconi offeso dalla malattia e dalla morte ha riempito l' immaginazione di un Ventennio, sulla sua sorte si è fantasticato, elaborato, disperato, discettato, odiato. Odio, sì. Quando Berlusconi venne colpito sul volto dal lanciatore di statuette del Duomo e lui si espose con il viso pieno di sangue, come un martire che mostrava le sue ferite e le sue piaghe, mica la condanna fu unanime, e anzi si rivendicò addirittura «il diritto all' odio», come manifestazione genuina dell' ostilità politica senza ipocrisie.
Rispetto a ogni altro leader politico, Berlusconi ha acceso la fantasia di scrittori, artisti, sceneggiatori, cineasti, commediografi. Nel 2011 fu calcolato che in diciassette anni di dominio berlusconiano sull' immaginario collettivo l' editoria italiana avesse sfornato ben 250 titoli circa su Berlusconi, il suo corpo, i suoi capelli, le sue cravatte, il colore del suo viso sotto le telecamere. E di questi 250 titoli almeno un quarto era dedicato, come fiction, all' uccisione del Tiranno.
L' arma più usata era la pistola. Ma non si negò il privilegio dello strangolamento e nemmeno dell' accoltellamento. La morte violenta di Berlusconi fantasticata in romanzi rivendicava ovviamente il suo statuto di finzione artistica, ma la reiterazione della fantasia omicida metteva in luce una pulsione ossessiva, e anche un' inclinazione all' odio che la trasfigurazione letteraria non riusciva a camuffare del tutto.
Nel 2012 un artista italiano espose in una galleria romana non molto distante da Palazzo Grazioli la riproduzione del cadavere di Berlusconi adagiato in una bara, con il cuscinetto, le pareti interne foderate di raso, e le mani giunte del morto. L' opera era simpaticamente intitolata: «Il sogno degli italiani». Un altro racconto dal titolo «Berlusconi è morto», e in copertina l' immagine del Cavaliere dentro una bara scoperchiata e con un' espressione che lo rendeva apertamente simile al Dracula che nell' iconografia tradizionale viene colto nel suo risveglio appena calate le tenebre.
Berlusconi in ospedale - Pascale si affaccia commossa alla finestra
Questo per dire che non era affatto scontato che l'infermità di Berlusconi, l' intervento al cuore, la battaglia contro la malattia avrebbero sollecitato una solidarietà così estesa e, come si dice, estremamente trasversale. Alla morte della signora Thatcher, per esempio, una cascata di odio ha travolto il mondo dei commenti e quello della Rete: l'incarnazione del Male, la donna malvagia, la crudeltà fatta persona, tutta la paccottiglia di sentimenti e di istinti che la Dama di ferro aveva condensato attorno e contro di sé, deflagrò in un concerto di ostilità senza confini.
suite san raffaele milano ospedale
Perfino la morte di Nancy Reagan è stata accolta da alcune frange come una specie di risarcimento postumo per le batoste politiche che il coniuge presidente aveva inflitto ai suoi avversari. Qui non c' è la morte, per fortuna, ma una malattia grave con il cuore di un paziente che per alcuni attimi ha smesso di battere. La prospettiva di un' Italia senza Berlusconi ha colpito con una malinconia inattesa anche l' antiberlusconismo più acceso. Come se il suo capezzale fosse addirittura il capezzale di tutti.
Come se la guerra tra berlusconiani e antiberlusconiani fosse stata la cornice emotiva in cui si è giocata tutt' intera la partita politica di questi decenni. Per il momento. E se poi per il Cavaliere suonasse l' ora dell' ennesima resurrezione forse si ricomincerebbe daccapo.
Forse.
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