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D'ALEMA ATTACK: "LO SCHIERAMENTO DEL SÌ AL REFERENDUM E’ UN BLOCCO POLITICO MINACCIOSO" - L’AFFONDO SU RENZI: “IL SUO POPULISMO DALL’ALTO E’ PERICOLOSO" - ALL’INIZIATIVA PROMOSSA DA BAFFINO CON QUAGLIARIELLO LE "ALL STAR" DEL NO: FINI, CIVATI, RODOTÀ, ZOGGIA E LEVA, I LEGHISTI FEDRIGA E GIORGETTI

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Sergio Rame per www.ilgiornale.it

"Non solo non mi ritengo un pericoloso fomentatore di disordine ma penso di difendere i valori fondamentali del partito al quale sono iscritto, ancorché chi lo dirige li ha dimenticati".

 

Massimo D'Alema lo mette subito in chiaro. E lo fa, pur senza mai nominare Matteo Renzi, durante un appuntamento importante per il dibattito sul referendum costituzionale: l'iniziativa delle fondazioni Magna Carta e Italianieuropei per una riforma della costituzione alternativa a quella del ddl Boschi. 

 

"Per il Sì c'è uno schieramento abbastanza vasto - denuncia - e capita di avvertire un clima di paura e intimidazione per il quale chi non è d'accordo si deve sentire colpevole di spingere il Paese verso il baratro".

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Che a D'Alema non piaccia la riforma della Costituzione che porta il nome del ministro Maria Elena Boschi è cosa ormai nota. Le divisioni con Renzi si sono acuite di settimana in settimana e la frattura è pressoché insanabile. Tanto che tra i tanti che marciano per il "no" al referendum l'ex premier è sicuramente alla testa del corteo.

Va detto che, all'interno del Partito democratico, è in buona compagnia. Anche se la minoranza dem non ha ancora avuto il coraggio di rompere definitivamente con il segretario-premier, non è affatto detto che non ci riserverà sorprese al momento di votare sul ddl Boschi

 

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Per D'Alema la riforma è"sbagliata" perché "non supera il bicameralismo" ma "lo mantiene con una sorta di Camera di serie B". Ed è certo che "la vittoria del No", che lui stesso auspica, non avrà "gli effetti catastrofici annunciati né il precipitare della crisi politica". E avverte: "Non lo stesso si può dire in caso di vittoria del Sì che, sulla spinta plebiscitaria, potrebbe dare la tentazione di ricorrere alle urne. La vittoria del 'no' è una garanzia in sé".

 

All'iniziativa promossa dalle fondazioni Italianieuropei e Magna Carta, sono presenti, tra gli altri, l'ex presidente della Camera Gianfranco Fini, il costituzionalista Stefano Rodotà, i deputati della minoranza Pd Davide Zoggia e Danilo Leva, il capogruppo della Lega alla Camera, Massimo Fedriga, il deputato del Carroccio Giancarlo Giorgetti e il deputato, fondatore del movimento Possibile, Pippo Civati. "Se una riforma invece di far fare un passo avanti, fa fare un passo indietro al Paese - ha tuonato il senatore di Idea Gaetano Quagliariello - bisogna votare No".

 

Per D'Alema, poi, non è deleteria solo la riforma in sé, ma anche il significato con cui Renzi sta caricando il referendum. "'Cacciamo i politici' come slogan del capo dei politici è inquietante - accusa l'ex premier - il populismo dall'alto è molto più pericoloso del populismo del cittadino comune".

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