DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
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Arieccoli. Per la serie a volte ritornano: già pensavamo a una degna sepoltura invece i pensionati Dalemix e Gianfry sono più vispi che mai. Li ritroviamo insieme a Castenedolo, alla presentazione dell'ultimo libro di Fini dal titolo (inquietante) "Il Ventennio", sugli ultimi vent'anni del Cav. Presenti al momento amarcord anche Maria Latella, Antonio Polito, Paolo Corsini.
Stuzzicati dalle domande della Latella moderatrice (anche se a "moderare" non fa una gran fatica, di foga agonista gliene è rimasta ben poca a quei due: nessun insulto, nessun accapigliamento tra l'ex missino e l'ex comunista), qualche bordata comunque i due la sparano.
Il leader Maximo si leva più di un sassolino: "Renzusconi? Chiedete a De Benedetti... L'avessi fatto io, chissà che avrebbero scritto i suoi giornali. Ora sono il primo supporter di Renzi...".
Non si sa se sia la sindrome da la volpe e l'uva, ma ora che sono outsider e poco corteggiati con i poteri forti se la prendono con la casta dei giornali, schiavi dei gruppi che li possiedono. Gianfry ce l'ha soprattutto con le cronache sul centro destra, sospetta che cotanta superficialità sia voluta: l'agenda delle pagine politiche ora la detta Dudù.
Baffino nientepopodimeno attribuisce ai giornali e ai loro proprietari la responsabilità ' di aver fomentato il sentimento antipolitico degli italiani, favorito il grillismo e le sue degenerazioni, e sodoma e gomorra. Maria Latella la butta là : "Certo che anche voi partiti ce ne avete messo del vostro.."
2. LA FRECCIATA DI D'ALEMA: LE REGOLE NON RIGUARDANO SOLTANTO I DUE LEADER
Luca Angelini per Corriere della Sera
La strana coppia si ritrova a cena in una pizzeria di Castenedolo. Gianfranco Fini e Massimo D'Alema. In mezzo a loro, di rosso vestita, la giornalista Maria Latella. Che scherza sul titolo del libro di Fini: «Non è che, adesso, ve ne ritroverete un altro, di ventennio berlusconiano?». «Chiedetelo a Renzi» ribatte l'ex presidente della Camera.
D'Alema trova il tempo di portare la sua solidarietà alle deputate Pd insultate dai grillini ed esprimere «preoccupazione per un movimento che pare aver preso una piega violentemente anti-istituzionale». Poi, a cena finita (pizza, spigola, carpaccio di pesce e vino Lugana), tutti nella vicina chiesa sconsacrata dei Disciplini, per presentare, con Antonio Polito e l'ex sindaco di Brescia e senatore Pd Paolo Corsini, Il Ventennio. Io, Berlusconi e la destra tradita , firmato dall'ex leader di An.
Che non si rimangia il «Che fai, mi cacci?» a Berlusconi: «Anzi, ci aggiungerei anche qualcosa. Certo, non immaginavo che mi avrebbe preso in parola: oltretutto, quella sulla mia incompatibilità è stata l'unica votazione democratica mai fatta nel Pdl». Quanto a D'Alema, non risparmia una frecciata all'altra strana coppia, Renzi-Berlusconi: «La legge elettorale non riguarda certo due sole persone, oltretutto non parlamentari».
Ma quando Fini dice che «il verbo preferito di Berlusconi non è convincere, ma comandare» e la Latella, ricordando il caso-Cuperlo, gli chiede se non valga anche per Renzi, D'Alema nega: «Lo stile potrà dar fastidio, ma il Pd non è un partito padronale».
Quanto alla parabola di Fini, D'Alema la riassume così: «Ha cercato di fare della destra italiana una destra normale e non c'è riuscito». L'ex presidente della Camera si appella alla galanteria del tempo, poi affonda: «Certi giornali mi hanno dipinto come il traditore della destra, ma se la destra è innanzitutto legalità , i traditori dovrebbero cercarli altrove».
Alla fine, però, concede: «Indietro non si torna e non si rimettono insieme i cocci. Non mi ricandido e non fondo partiti. Chi voterò alle Europee? Deciderò dopo aver visto programmi e candidati». «La verità è che voi e i vostri partiti avete perso la battaglia politica di questo ventennio» chiosa Polito rivolto ad entrambe le metà della strana coppia. Sipario.
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