DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
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E’ solo una questione di seggi.
La trattativa tra Letta e Calenda è diventata una scazzottata sui posti che il “Churchill dei Parioli” reclama per sé e i suoi. I sondaggi riservati danno Azione e +Europa all’8,5% in alleanza con il Centrosinistra e al 5% se dovessero correre in solitario nel fantomatico “Terzo polo”. Calenda pretenda da Letta un riconoscimento per il suo ruolo di principale alleato del Pd ora che il M5s è stato sfanculato. Il “premio” dovrebbe essere una rilevante quota di seggi, come se il partito avesse una forza del 10%.
Emma Bonino, che ha in dote il simbolo sotto il cui “cappello” si presenterà Azione (senza quel simbolo Calenda avrebbe poco tempo per raccogliere le firme necessarie cioè 36.750 per la Camera e 19.500 per il Senato, 750 per ogni collegio), ha un ottimo rapporto con Enrico Letta e non intende rompere con il Pd. La leader radicale ha discusso con Calenda arrivando a minacciare di rompere il sodalizio.
Ps: come mai Giovanni Toti non ha ancora deciso da che parte stare e non si è avvicinato a Renzi e Calenda per il Terzo polo? Perché qualcuno nella Lega gli ha fatto capire che la sua giunta, che si regge anche con i voti del Carroccio, rischia di zompare in caso di “tradimento”?
ELEZIONI:CALENDA,SE LETTA RISPONDE NO È RESPONSABILE ROTTURA
(ANSA) - "Se la risposta sarà 'No' - intanto arrivi una risposta, che l'aspettiamo da tanto tempo - allora, caro Enrico Letta, la responsabilità della rottura sarà interamente tua e noi andremo a combattere a viso aperto con una proposta di governo credibile, nel proporzionale, per bloccare l'avanzata della Meloni". Lo dice il leader di Azione, Carlo Calenda, in un video su Twitter. "Io voglio sapere - spiega Calenda - se" le condizioni di Azione e Più Europa "gli sembrano assurde o no. A me sembrano il minimo sindacale per non mettere insieme una accozzaglia piena di idee diverse, totalmente incoerente e di scarsa qualità".
Calenda chiede di non candidare nei collegi uninominali Fratoianni, "che ha votato 55 volte al sfiducia a Draghi", Bonelli "che non vuole il termovalorizzatore a Roma e rigassificatori", Di Maio "uno dei politici più trasformisti". "Noi abbiamo allo stesso tempo detto a Letta che noi non candideremo negli uninominali personalità divisive - aggiunge Calenda - E' una cosa di buonsenso". L'altra cosa è: "Possiamo avere una base di programma comune? Possiamo avere una risposta chiara su rigassificatori e termovalorizzatori? Sennò non c'è più un'agenda Draghi".
ELEZIONI: CALENDA, ALLEANZA NON È SOTTOMISSIONE
(ANSA) - "Esiste una profonda differenza tra alleanza e sottomissione. Nel primo caso si discute e si trova un compromesso, nel secondo…non saprei dire. Non appartiene alla nostra cultura". Lo scrive su Twitter il leader di Azione, Carlo Calenda.
IC:TABACCI A CELENDA, NON RACCOGLI FIRME ANCHE GRAZIE A ME
(ANSA) - "Se non vi fosse stato il Centro Democratico neanche Calenda avrebbe il simbolo: si affida a quello di +Europa che cinque anni fa non esisteva, che esiste grazie a me. Quindi se Calenda si può presentare alle elezioni è anche per merito mio". Lo afferma Bruno Tabacci alla presentazione del nuovo soggetto politico, Impegno Civico.
LA SFIDA, TERZO POLO
Estratto dell’articolo di Niccolò Carratelli per “La Stampa”
Per battere la destra, meglio correre separati. Questo il senso del discorso che oggi Carlo Calenda farà a Enrico Letta. A lui per primo, il leader di Azione comunicherà l'esito della sua riflessione, dopo un weekend travagliato, fatto di messaggi incrociati, avvertimenti e ripensamenti.
Ieri sera Calenda ha inviato al segretario del Pd una lettera, firmata anche da Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa, che invece vorrebbe concretizzare l'alleanza a sinistra. Nella missiva si parla di due «punti imprescindibili», senza i quali l'eventuale «comune proposta di governo» sarebbe «debole e contradditoria». Uno riguarda i nodi del programma ancora irrisolti, dal reddito di cittadinanza alle infrastrutture energetiche.
Ma quello più pesante è l'altro, che ribadisce la ferma contrarietà a candidare nei collegi uninominali «persone che non hanno votato la fiducia a Draghi», leggi Nicola Fratoianni, che «sostengono la necessità di abbandonare quella agenda», sempre Fratoianni e Angelo Bonelli dei Verdi, o che «hanno inventato partiti all'ultimo secondo», chiaro riferimento a Luigi Di Maio. Una condizione dura da assecondare per Letta, che con il ministro degli Esteri, ad esempio, ha già un accordo di massima, che prevede un collegio sicuro dove farlo eleggere. «Quello che aiuta la destra è una coalizione eterogenea, confusa e poco credibile - ha scritto Calenda su Twitter rivolto al leader Pd - Cerchiamo di evitarla. Noi ce la stiamo mettendo tutta».
luigi di maio presentazione impegno civico
In realtà, quello di Calenda sembra piuttosto un estremo tentativo, probabilmente suggerito dai partner di +Europa, per poter dire di aver provato fino all'ultimo a raggiungere un accordo. […]
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