DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
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lettera di calenda sala toti bonaccini
La negoziazione in Europa è molto complicata e si muove su moltissimi piani: tra capi di Stato, primi ministri, tecnici delle istituzioni, europarlamentari, ma con fatica si sta arrivando a un accordo.
Per questo la pagina pubblicata a pagamento sulla ''FAZ'' in tedesco, in cui Calenda, Sala, Gori, Bonaccini, Brugnaro, Toti strapazzano Olanda e Germania è stata vista come un sasso nella vetrina di qualche teppista facinoroso.
Il gesto non è piaciuto a nessuno e ha irrigidito i tedeschi, tanto che sui social è seguita una montagna di messaggi contro l'Italia. Una pagina disgraziata perché il solito sgomitante Calenda non ha capito che in questo momento non si può reinventare capo di un popolo che non ha, ma deve stare in silenzio perché il momento è delicato e l'Italia ha tutto da perdere.
Quale sarebbe il compromesso che si va delineando? Un intervento combinato di MES e BEI, la Banca Europea per gli Investimenti. La bozza prevede l'utilizzo dell'ex Fondo Salva-Stati senza condizionalità nuove ma con obiettivi mirati e limitati a sanità, ricostruzione e investimenti in determinati settori.
Per condizionalità ''nuove'' si intende una troika che si metta a tavolino oggi per stilare una lista di riforme e tagli obbligati da fare in cambio del sostegno economico. Questo non avverrà. Ma i tedeschi vogliono riattivare le ''vecchie'' condizioni del patto di stabilità il prima possibile, appena sarà passata l'emergenza, quindi qualche vincolo ai nostri conti prima o poi tornerà.
Mentre La BEI, che non avrebbe un capitale sufficiente, emetterà nuove obbligazioni, garantite quindi da tutta l'Unione Europea (il MES invece vincola solo i paesi della zona Euro). Il tutto con l'istituzione di una commissione che avrà il compito di verificare l'aderenza agli obiettivi di spesa dei singoli governi.
Chi sono i protagonisti di questo negoziato? Non certo Gentiloni: il commissario europeo all'Economia (per mancanza di deleghe) è di fatto commissariato dai suoi funzionari chiave, ovvero il capo di gabinetto Marco Buti, un euroburocrate di carriera ed è totalmente ''catturato'' dal pensiero euro-rigorista; e il capo segreteria Marco Piantini, un altro che ha passato molti anni nelle istituzioni comunitarie e come Buti non vuole mostrarsi sensibile né incline a perorare la causa italiana.
La diplomazia italiana in Europa non è mai stata debole come in questo periodo storico, tanto da non aver neanche i nomi per creare una informale task force che si occupi di difendere i nostri interessi. Ci sono però delle figure che si muovono all'interno dei rispettivi ruoli per trovare una soluzione di compromesso con i falchi.
Il più scatenato è David Sassoli, il presidente dell'Europarlamento che in questi giorni tempesta di telefonate chiunque, giorno e notte, per smuovere le acque a favore del fronte dell'Europa del Sud. Con lui, ovviamente in modo più discreto, ci sono Dario Scannapieco, vicepresidente della BEI, e Fabio Panetta, appena arrivato al board della BCE da Bankitalia, autore principe del rinculo da parte della Lagarde.
Per fortuna, stavolta la cavalleria arriva anche da oltreconfine: la squadra è capeggiata da Mario Centeno, il portoghese che guida l'Eurogruppo e coordina l'azione di Sanchez, Macron e del connazionale Costa. Centeno sta discutendo con Hoyer, presidente della BEI, sull'ampiezza dell'intervento e sull'istituzione della commissione deputata a verificare il comportamento degli Stati.
Un altro protagonista resta Mattarella, essendo il Quirinale il vero ministero degli Esteri italiano (non da oggi): il presidente ha promesso a Conte che chiamerà i suoi omologhi, ovvero Macron e Steinmeier, mentre salterà l'Olanda che come capo di Stato ha il re e dunque non una figura propriamente politica.
Conte fa bene a tenere il punto sugli eurobond anche sui giornali tedeschi: nei negoziati l'obiettivo è anche far credere all'altro di aver ottenuto quello che voleva. Se noi chiediamo gli eurobond senza condizioni e otteniamo questo ibrido MES/BEI, gli elettori tedeschi e olandesi non penseranno di aver calato le braghe davanti agli spendaccioni PIIGS. Tutti puntano a una soluzione che non faccia dire a nessuno chi ha vinto e chi ha perso, soprattutto non deve sembrare una sconfitta del Nord.
Resta il piano interno: in casa nostra abbiamo i 5 Stelle che già erano allo sbando prima della crisi, e ora hanno la guerra al MES come elemento di unione. Quello che non hanno capito è che se il negoziato del loro (è ancora loro?) Giuseppi andrà in porto, l'uso del MES sarà solo una questione di forma, e in sostanza avremo una forma di coronabond che è la migliore che si poteva ottenere, date le condizioni politiche.
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