DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Davide Stoppini per “la Gazzetta dello Sport”
Noi ci siamo. Noi siamo pronti.
L' hanno detto giocatori, allenatore e staff tecnico dell' Inter a Giuseppe Marotta. Telefono bollente, chiamate in entrata e in uscita tra l' amministratore delegato del club nerazzurro e il capitano, poi il sigillo finale di Conte. La situazione generata dall' emergenza sanitaria non lascia indifferente l' Inter. E allora ecco un passo, non solo formale.
Non è giusto parlare di accordo, perché un accordo prevede cifre nei dettagli e invece non si è ancora arrivati a questo livello di discussione. Ma la società ha apprezzato la totale disponibilità della squadra a venire incontro alle esigenze del club e alle difficoltà del momento, anche e soprattutto in termini finanziari.
antonio conte foto mezzelani gmt04
Che poi l' ok ad affrontare l' argomento sia arrivato da Conte - l' allenatore più pagato di sempre della storia dell' Inter e di tutto il calcio italiano, con 11 milioni di ingaggio - è un passaggio importante anche dal punto di vista simbolico. L' Inter viaggia unita, anche a fronte di un' emergenza sanitaria senza precedenti, che ha portato allo stop della stagione. Handanovic ha fatto da collante tra tutti i giocatori la scorsa settimana, trovando la strada spianata. E poi, d' accordo con il tecnico, ha fatto in modo di anticipare un tema di discussione che diventerà sempre più centrale nelle prossime ore.
Dell' entità si discuterà a fondo più avanti, quando sarà chiaro anche il quadro generale sulla ripresa dell' attività. E magari anche quando l' Aic e la Lega avranno trovato un accordo sul taglio degli ingaggi, cosa per il momento ancora lontana, come emerso anche dalla riunione di ieri. L' Inter ha un monte ingaggi elevato: al lordo, allenatore compreso (anzi, allenatori compresi, visto che a bilancio c' è ancora lo stipendio di Luciano Spalletti), parliamo di 150 milioni di euro lordi, cifra aumentata col mercato di gennaio rispetto a inizio stagione a causa dell' arrivo in rosa di Moses, Young e soprattutto Eriksen.
Insomma, l' Inter ha trovato terreno fertile con i propri dipendenti. Quanto di quei 150 milioni risparmierà Steven Zhang? Quante mensilità riguarderà la misura? E soprattutto, sarà un taglio o semplicemente una spalmatura sul bilancio 2020-21? Presto per dirlo, non per ipotizzare due vie.
Se la stagione non riprendesse, è chiaro si andrebbe verso una riduzione corposa degli ingaggi: sul tavolo finirebbero gli stipendi di aprile, maggio, giugno e parzialmente anche quello di marzo (l' Inter si è allenata ad Appiano fino al giorno 11 marzo), una cifra di poco superiore ai 40 milioni. Se invece si dovesse tornare in campo nel mese di maggio, almeno per gli allenamenti, a quel punto il tema del taglio riguarderebbe «solo» marzo e aprile. E l' ipotesi di una spalmatura - in stile Juventus - sul prossimo bilancio in questo caso non sarebbe totalmente da escludere. Si vedrà.
Non è questo però il tempo delle fughe in avanti. E non sarebbe giusto neppure trattare per un accordo - questo è il pensiero della società nerazzurra - quando gli elementi sul tavolo della discussione non sono ancora chiari né del tutto prevedibili.
E allora è corretto parlare, in questo caso, di posizione di attesa da parte dell' Inter. La società che si appresta a riabbracciare i sette stranieri volati all' estero dopo la fine della quarantena (sono attesi a Milano entro la prima decade di aprile), è la stessa che aspetta di capire con esattezza cosa accadrà su una possibile ripresa degli allenamenti. In questo senso la linea dettata dal presidente Zhang è quella di assoluta prudenza. Il che non va obbligatoriamente tradotto con una posizione negativa verso una ripresa dell' attività agonistica.
L' Inter non è contraria in senso assoluto. Ma allo stesso tempo vuole che si torni a giocare a patto che venga assicurata la totale tutela della salute, e siano dunque azzerati i rischi connessi al coronavirus, discorso valido per i giocatori come per tutti i dipendenti. E anche qui calciatori, società e Conte viaggiano sulla stessa lunghezza d' onda. A costo di fare rinunce: chi a introiti garantiti, chi a stipendi milionari.
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