renzi conte

DAGONEWS! - RETROSCENA SULLA SPIETATA LEZIONE DI POTERE CHE RENZI E DI MAIO HANNO RIFILATO A CONTE CHE, DOPO AVER FATTO IL CAMERIERE CON POCHETTE A SALVINI E A GIGGETTO, ORA SOGNAVA DI ESSERE IL LEADER DEL NUOVO GOVERNO (E POI PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA) - M5S E IL DOPO MATTARELLA, RENZI E FORZA ITALIA, CERCASI ZINGA, CASALINO E "NEW CONTE"

DAGONEWS

 

 

luigi di maio giuseppe conte

In poche ore abbiamo assistito a un corso accelerato per capire come siano cambiati gli equilibri politici italiani. Vi raccontiamo cosa è successo dietro al pasticcio sull'Iva, con Gualtieri che domenica dalla Annunziata annuncia un piano che la sera stessa viene smentito da Di Maio nel faccia a faccia con Giletti, nella notte viene stravolto dal vertice di maggioranza, e la mattina dopo ancora smontato da un post di Renzi su Facebook.

conte casalino 1

 

In mezzo a tutto questo casino c'è il povero Peppino Conte, che col suo fido Casalino è al lavoro da settimane per costruire un Conte-2 non solo nel nome ma anche nella sostanza, che faccia dimenticare per sempre il ruolo che ha ricoperto fino ad agosto. Già, perché il Conte-1 era un premier di garanzia tra due partiti, e in particolare tra due leader, che aveva l'unico compito di eseguire quello che Salvini e Di Maio concordavano.

 

 

renzi conte

In alcuni momenti era il Truce a prevalere, e allora Conte diventava un arcigno sovranista. In altri passava la linea grillina, e Conte si trasformava in un nemico della casta con la passione per Rousseau.

 

Ora che invece ha una seconda chance a Palazzo Chigi, e non ci sono più due vicepremier a strattonarlo, intende evolvere in un Conte-2.0, con l'aggiornamento leader edition, insomma uno che è il capo del governo nel pieno dei suoi poteri. Il suo obiettivo principale è creare nell'elettorato la percezione che davvero si trova davanti a uno statista, uno che decide, che ha l'ultima parola sulle scelte dell'esecutivo e non è solo delegato da altri.

 

Questo piano stava andando piuttosto liscio, anche col supporto dei giornali e dei telegiornali, finché non ha incontrato il primo vero ostacolo della nuova maggioranza: l'aumento dell'Iva.

 

sergio mattarella giuseppe conte

È qui che la gioventù comunista di Gualtieri e Misiani, ministro e vicemninistro dell'Economia, è ''sgorgata naturale'' ed è finita nella bozza di Nadef. Nel pensare a come rimodulare l'Iva, i due hanno applicato i vecchi dogmi delle classi operaie e dei padroni, dividendo prodotti da detassare e altri da gravare con aliquote più alte, per un effetto redistributivo che è il succo della loro formazione politica.

 

Solo che non avevano fatto i conti con il nemico numero uno della sinistra, ovvero Matteo Renzi. Mentre i siti tipo Dagospia si chiedevano se il governo si stesse già rimangiando la promessa di sterilizzare gli aumenti Iva, ovvero uno dei due elementi fondanti (l'altro era disfarsi di Salvini), Renzi ha chiamato furibondo il povero premier – che sperava di essere in modalità Conte-2 e invece si ritrovava retrocesso a Conte-1 – per comunicargli tutta la sua contrarietà. ''Aumentare l'Iva, anche se di poco e solo in certi settori, vuol dIre regalare voti a Salvini''.

 

giuseppe conte roberto gualtieri 9

Mentre Matteuccio bullizzava al telefono la pochette con le unghie, Di Maio si adagiava in prima serata sulla poltroncina di Giletti per dire la stessa cosa: l'Iva non si tocca. CamaleConte sognava di essere lui a comunicare, nei prossimi giorni, il successo nello scongiurare l'aumento proposto dal ministro Pd, e invece i due gli avevano tolto questa soddisfazione, facendolo anzi passare per quello che non è ostile a nuove tasse.

 

Ci è rimasto parecchio male, il Conte Zelig. E infatti ieri pomeriggio, dopo che nella notte il vertice si era chiuso con un mezzo flop, di colpo le agenzie hanno battuto il suo ''abbiamo trovato 23 miliardi'', manco fossero i 2 euro che trovi tra i cuscini del divano. Voleva, o meglio, doveva mettere il cappello su tutta l'operazione.

 

giuseppe conte luigi di maio

E Gualtieri, come ha preso il fatto che la sua prima uscita pubblica è stata smentita nell'arco di 24 ore? Non benissimo, ma sia lui che Misiani restano dello stesso avviso: la tassa va ''rimodulata'', abbassando certe aliquote e alzandone altre. Pensano ai classici esempi dei pannolini al 22% e del tartufo al 5%, ma non solo. In fondo, per ora la manovra si regge su una serie di auspici tutti da verificare, e non è detto che Bruxelles se li beva, per quanto amichevole sia la cara Ursula.

 

Sgorga a questo punto una domanda: ma in questo primo drama governativo, che fine ha fatto Zingaretti? Non si è sentito né visto. Lui, un altro cresciuto alla scuola dei giovani comunisti (ha firmato la tessera di Gualtieri), rispetta le gerarchie. Quindi sul tema Iva ha parlato con Franceschini, il capo delegazione del Pd presso il governo, ed è stato Su-Dario a scontrarsi con il cagnaccio renziano Marattin.

 

gualtieri

Invece Renzi ha potuto gustare il prodotto della sua scissione: può alzare il telefono e urlare direttamente al premier.

 

Non solo: dopo la chiamata, la prima cosa che ha fatto il senatore è stata contattare i giornalisti per farne trapelare il contenuto, e far capire a Conte dove si ferma il suo presunto potere. Il premier ha capito anche che se del Pd può fidarsi, deve fare molta attenzione a Di Maio, impegnato quotidianamente a ristabilire la sua leadership all'interno del Movimento, e ovviamente a Pittibimbo, impegnato quotidianamente di ristabilire la sua leadership all'interno del Paese.

 

giuseppe conte con rocco casalino alla conferenza stampa

A proposito, nella trattativa Renzi-Letta (Gianni), quanti sono i parlamentari di Forza Italia pronti a trasferirsi? Il numero non è rilevante. Italia Viva punta a quella manciata di deputati e senatori forzisti che portino voti, che abbiano un radicamento nel territorio e possano garantire un bacino di consensi diverso da quello renziano.

 

zingaretti di maio

Insomma, il povero Giuseppi che vuole mantenere buoni rapporti con tutti (tranne Salvini e Meloni) e diventare l'uomo di Stato che immagina di essere, ha ancora molta strada da fare. Casalino è al lavoro, e sta dietro a quell'ideuzza di un Mattarella-bis, lanciata da Conte con un preciso e doppio intento: da una parte, allisciare il Quirinale fa sempre bene; dall'altra, Conte che endorsa Mattarella per un secondo mandato mette i due politici sullo stesso piano. Un po' come il Papa che incorona Carlo Magno nella notte di Natale dell'800: il potere di uno è indissolubilmente legato a quello dell'altro.

 

MATTEO RENZI GIANNI LETTA

 

Romana Liuzzo premia Mara Carfagna insieme a Gianni Letta

Già, perché il risultato finale del lavoro del depilato Rocco è trasformare Conte nel candidato ideale per la Presidenza della Repubblica. I nomi emersi finora (Prodi, Veltroni, Enrico Letta, Franceschini, persino Castagnetti) sono tutti del Pd, e Di Maio ha promesso ai suoi che non lascerà che il 33% ottenuto dal M5s nel 2018 finisca per portare acqua a un partito che a malapena prese il 19%.

ROCCO CASALINO GIUSEPPE CONTE BY LUGHINO

 

Giggino vuole sul Colle qualcuno che non sia né del Pd né del M5S. Chi meglio del Conte-2? In fondo, pure Ciampi era un tecnico prestato a Palazzo Chigi che poi si è ritrovato al Quirinale. Per ora è fantapolitica. Ma nella fantapolitica sguazziamo da mesi…

zingaretti renzi